Claudio Della Volpe
Uno dei motivi per cui l’acqua in bottiglia ha successo è che in alcuni casi le acque delle sorgenti del sindaco hanno problemi naturali non da inquinamento; per esempio molte sorgenti vicine alle grandi montagne o in zone vulcaniche contengono una piccola percentuale del tutto naturale di arsenico (ma anche di fluoruri o di altri ioni fra i quali boro e vanadio). Fino a qualche anno fa sia le acque minerali che alcune acque del sindaco avevano “le deroghe” per certi componenti fra i quali proprio l’arsenico, cosa che è durata fino al 31-12-2012 in Italia (in realtà è andata avanti in qualche forma fino al 2013-2014).
Potete leggere un vecchio articolo de Le Scienze del 2010 che conteneva molti dati. Nel 2014 un documento dell’ARPA Lazio confermava e approfondiva la situazione in Lazio.
Nella zona dove abito io, il Trentino, la cosa è stata relativamente comune ed è stata affrontata prima diluendo le acque di alcune sorgenti con altre e poi con specifici apparati depurativi (la depurazione si effettua comunemente ossidando l’As e adsorbendolo su idrossido di ferro, in pratica ruggine, presente in filtri di speciale costruzione, in cui l’acqua da trattare viene fatta passare). Al momento la nostra acqua del sindaco é del tutto a norma, As < 10 μg/l (microgrammi per litro). Ciò che colpisce è la storia di questi limiti e la situazione che si è generata in alcune parti del mondo; è una storia che vale la pena di essere raccontata questa dei limiti dell’arsenico.
Le norme UE parlano di un un aumento del livello di rischio di insorgenza di tumori; il Comitato congiunto di esperti della FAO/OMS (JECFA) ha proposto una dose di riferimento fissandola a 3 microgrammi/ Kg di peso corporeo al giorno, che provoca un rischio supplementare, rispetto al rischio standard, dello 0,5% di tumori ai polmoni. Sono considerati test significativi gli aumenti di insorgenza di 4 fenomeni: tumori alla vescica, ai polmoni, alla pelle e lesioni cutanee (iper e ipopigmentazioni, cheratosi, melanosi). Le norme si riferiscono ad Arsenico totale anche se As+3 è molto più pericoloso di As+5.
L’arsenico è un elemento la cui tossicità è conosciuta da tempo lunghissimo; l’arsenico è conosciuto nei suoi effetti fin dal “calcolitico” ed è stato isolato da Alberto Magno nel 1250; usato come componente di cosmetici e di altri materiali ha una vasta eco letteraria; chi non ricorda i casi della letteratura?
Per esempio ne “Il Conte di Montecristo”, l’arsenico è uno dei protagonisti del romanzo: il suo uso e i modi per resistere all’avvelenamento da arsenico, all’”acqua tofana” (che conteneva anche Pb) inventata a Palermo nel 1640, usata dall’avvelenatrice, la signora di Villefort, per proteggere i diritti di suo figlio contro la figlia di primo-letto del procuratore del re, Valentine, e il cui uso viene supportato dal Conte proprio per stimolare i peggiori istinti della donna e, dunque, realizzare la sua vendetta contro Villefort.
Insoma si sa che l’arsenico è velenoso; ma i suoi effetti a basse dosi, che Dumas ritiene salubri e difensivi, in grado di garantire da avvelenatori improvvisati, sono stati compresi solo dopo molti anni di studi.
Oggi si sa che anche basse e costanti dosi di arsenico possono indurre tumori, diabete e molte altre malattie (Environ Health Perspect; DOI:10.1289/ehp.1510209).
Prima del 1958 non c’erano limiti dell’arsenico nelle acque potabili: la storia di questi limiti può essere rintracciata nei documenti dell’OMS[vedi altri riferimenti] ed è mostrata nel grafico seguente:
In 50 anni i limiti sono quindi scesi di 20 volte mettendo in crisi ripetutamente le scelte fatte dai vari governi; nel 1987 poi lo IARC ha definito l’As come cancerogeno di gruppo 1, dunque stabilito che c’é pericolo di tumore nel consumo di arsenico; e negli ultimi anni si sta concludendo che anche a queste dosi altre malattie come il diabete, di cui è in atto una epidemia mondiale, possono essere indotte dal suo uso. E’ un caso importante, stabilisce che nel tempo come società umana impariamo gli effetti delle sostanze “NATURALI” sul nostro organismo e che tali sostanze non sono di per se “BUONE A PRESCINDERE”, come taluno immagina.
«O natura, o natura, / perchè non rendi poi / quel che prometti allor? perchè di tanto / inganni i figli tuoi?» (G. Leopardi, A Silvia, 1828)
L’italia è stata messa in mora ripetutamente per la difficoltà che ha avuto nel ridurre i valori di As in alcuni dei suoi acquedotti; ci sono zone del paese, come il centro Italia, l’alto Lazio, Viterbo, ma anche Latina, per esempio dove le sorgenti arseniacali sono frequenti; d’altronde l’Italia è terra vulcanica, recente, spinta dal profondo dalla zolla africana; se si eccettua la Sardegna tutto il territorio italiano è zolla africana; anche il Trentino dove vivo io è geologicamente zolla africana, terra di movimenti tellurici profondi e duraturi; tutta la terra italica sotto la geosutura della linea Insubrica è zolla africana, soggetta alla spinta verso Nord; le rocce che emergono contengono arsenico, le Alpi come l’Himalaia sono una catena montuosa sorta dallo scontro fra due placche tettoniche che hanno portato allo scoperto zone profonde. In un bel lavoro del 2005[Atti Acc. Rov. Agiati, a. 255, 2005, ser VIII, vol V, B: 59-94] il collega Fuganti del mio Dipartimento ha analizzato la composizione delle rocce della Val d’Adige
concludendo che quantità significative di arsenico sono presenti nelle rocce della val d’Adige e sono rilasciate nelle acque in alcuni casi ai limiti o sopra i valori oggi ritenuti sicuri.
Analisi di questo tipo consentono poi di intervenire attivamente per la salvaguardia della qualità delle acque potabili.
Luca Lucentini, 3 corso regionale sui prodotti Fitosanitari, nov. 2017
In questa slide Lucentini che è Direttore del Reparto di Igiene delle Acque Interne dell’Istituto Superiore di Sanità, è coautore di Linee Guida sulla qualità delle acque potabili dell’Organizzazione mondiale della Sanità ci mette in guardia dal considerare come scontati certi fatti: la tossicità dell’arsenico e la necessità di controllarne la concentrazione è stata maturata tutto sommato lentamente e recentemente. Quando sono nato io (1950) questa coscienza non c’era.
Esistono casi in cui l’intervento umano si è risolto in un enorme problema; consideriamo la questione acque potabili in Bangladesh; si stima che decine di milioni di persone (da 20 a 35) siano esposte all’intossicazione da arsenico di falda in quel territorio; come si è arrivati a questo risultato drammatico? (fra l’altro quando vedrete la prossima volta qualcheduno del Bangladesh che scappa verso l’Europa, casomai dalle nostre parti, potreste immaginarvi perchè lo fa). Come forse ricorderete il Bangladesh si separò dal Pakistan a maggioranza islamica nel 1971, e questo evento spostò milioni di persone di religione induista dall’attuale Pakistan al Bangladesh. La pressione sulle povere risorse del paese si accrebbe.
La storia è raccontata in questo articolo di Human Rights Watch (https://www.hrw.org/report/2016/04/06/nepotism-and-neglect/failing-response-arsenic-drinking-water-bangladeshs-rural).
Fino ad allora l’agricoltura si era basata su una irrigazione che usava le acque superficiali, fortemente inquinate; la nuova situazione peggiorò le cose incrementando problemi di acque inquinate da scarichi fecali.water research 44 (2010) 5789e5802
Per risolvere il problema le organizzazioni internazionali spinsero verso l’uso di acqua estratta da pozzi non dai fiumi; tuttavia nessuno si rese conto che le acque estratte dai primi 10-20 metri erano fortemente inquinate da arsenico per motivi naturali. O meglio nei primi 10-20 metri l’arsenico era molto più disponibile; d’altronde per motivi di costo la maggior parte dei pozzi si fermava a quella profondità.water research 44 (2010) 5789e5802
Racconta The Guardian, 23/5/2006
In 1990 the BGS obtained a commission from the UK government’s aid agency, then known as the Overseas Development Agency , to survey deep wells dug in the previous decade. Samples from the wells were taken to BGS laboratories to test for toxic elements. BGS argues that its report did not give the water a clean bill of health for drinking, but the report’s author indicated in a published paper in 1994: “The groundwaters are … suitable for crop irrigation and domestic usage.”
BGS è il British Geological Survey, una organizzazione governativa inglese, la quale NON condusse un test per l’arsenico.
In quel medesimo 1994 cominciava a venir fuori il problema
Questo scatenò una causa da parte di una ONG bengalese contro il governo di sua maestà; la risposta tardò ad arrivare e quando arrivò fu molto deludente:
Lord Hoffman’s ruling at the time was that the relevant agencies, such as the BGS, in cases like this were ‘liable only for the things they did and the statements they made, not for what they did not do‘. (trovate i dettagli di questa storia qui)
La conclusione della BBC:
Correspondents say that if successful the legal action could have cost the British taxpayer millions of dollars in compensation.water research 44 (2010) 5789e5802
water research 44 (2010) 5789e5802
Nel frattempo milioni di pozzi entrarono in funzione, distribuendo acqua con tassi di arsenico da decine a centinaia di volte superiori alla norma OMS; ancora oggi in Bangladesh è legale acqua con 50 microgrammi di arsenico per litro; e ancora oggi decine o centinaia di migliaia di pozzi pompano acqua da bassa profondità con tassi altissimi di arsenico.
L’OMS parla di un caso di avvelenamento di massa, il maggiore mai visto nella storia umana recente e forse in tutta la storia, che ha come condizione base la Natura, come condizione storica interventi umanitari poco accorti ed è aggravato dalla sovrappopolazione, dalla povertà, dalla lotta politica e religiosa in un paese che è da sempre ultimo in tutte le graduatorie del mondo.
La chimica si intreccia così drammaticamente con la salute e la vita di decine di milioni di uomini.
Altri riferimenti.
http://www.enkiwater.it/valori-di-arsenico-nelle-acque-minerali/
Gentile devoldev,
sperando che possa integrare, anche con con un briciolo di ironia, quanto da lei esposto in maniera esauriente sulla questione arsenico, mi permetto di proporre il link ad un articoletto che avevo scritto sullo stesso tema qualche tempo fa: https://raffrag.wordpress.com/2010/12/03/arsenico-e-vecchi-rimedi/.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro.
RaffRag
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