Rinaldo Cervellati
Il 16 dicembre dell’anno scorso si è tenuto a Como un evento teatrale dal titolo “Un cuore puro”, una rivisitazione delle lettere di Clara Immerwahr. L’evento, organizzato dal Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria su proposta didattica del prof. Maurizio Martellini ha inteso ricordare la figura di Clara Immerwahr prima donna a ottenere un dottorato in chimica nel 1900. Questo lungo post intende raccontare la vicenda scientifica e personale di Clara Immerwahr.
Clara Immerwahr è stata un chimico tedesco di origine ebraica. Prima donna a ottenere un dottorato in chimica in Germania, è accreditata pacifista e attivista per i diritti delle donne.
Il matrimonio con Fritz Haber, noto chimico tedesco, è enfatizzato nel titolo perché fu determinante nella successiva vita di Immerwahr e nella sua tragica scomparsa, come riportato anche in un recente dettagliato lavoro di B. Friedrich e D. Hoffmann [1].
Clara Immerwahr nacque il 15 giugno 1870 nella ricca fattoria paterna di Polkendorff vicino a Breslau (oggi Wroclaw, in Polonia). Era la figlia più giovane di genitori ebrei, il chimico Philipp Immerwahr e sua moglie Anna (nata Krohn). Crebbe nella fattoria con i suoi tre fratelli maggiori, Elli, Rose e Paul. Nel 1890, quando sua madre morì di cancro, Clara si trasferì a Breslau, dove il padre aveva avviato un negozio di tessuti e tappeti di lusso.
All’epoca, a Breslau vi era una vasta comunità di origine ebraica, che rappresentava in gran parte l’”aristocrazia intellettuale” della città, cui gli Immerwahr appartenevano. In queste famiglie “aristocratiche” non c’era spazio per religione, costumi e pratiche ebraiche, e raramente o mai si frequentava la sinagoga. Gli atteggiamenti politici della famiglia Immerwahr erano liberali, con qualche comportamento tipico del patriottismo nazionale prussiano-tedesco, tipo modestia e semplice stile di vita. Quindi, nonostante la ricchezza di famiglia, Clara e i suoi fratelli crebbero senza ostentazioni [1].
In Germania le scuole superiori (Gymnasium) erano precluse alle donne. Era possibile per loro assistere alle lezioni universitarie come uditrici ospiti solo se in possesso di speciali permessi.
Il percorso educativo di Clara e la sua successiva esistenza sono stati condizionati da questi vincoli. Iniziò i suoi studi in una Höhere Töchterschule (“Scuola per Donne”) a Breslau, studi integrati durante i mesi estivi trascorsi presso la tenuta di Polkendorf, da lezioni impartite da un tutor privato.
La scuola doveva fornire un’educazione di base per le giovani donne compatibile con il loro status sociale e prepararle per il loro “scopo naturale” cioè compagne dei loro mariti, casalinghe, e madri.
Clara si diplomò alla Töchterschule all’età di 22 anni. Si iscrisse al Teacher’s Seminary, l’unico tipo di istituzione che offriva un’istruzione professionale superiore alle donne. Tuttavia, i diplomati del Seminario erano qualificati solo per insegnare alle scuole femminili, rimanendo inammissibile l’ingresso all’università per studiare, ad esempio, le scienze, che era ciò che Clara voleva fare. Per realizzare questa aspirazione Clara dovette prendere lezioni private intensive e superare un esame equivalente all’Abitur (Esame di Maturità).
Questo esame si svolse davanti a una commissione speciale del Realgymnasium di Breslau e fu superato con successo da Clara Immerwahr nel 1896, all’età di 26 anni.
Successivamente, iniziò i suoi studi all’Università di Breslau, solo come uditore ospite e con una serie di permessi (professori, facoltà, ministero)[1].
Oggi è difficile immaginare cosa significasse per le donne entrare in un dominio maschile e che tipo di discriminazione e umiliazione erano costrette a subire.
Clara fece le necessarie domande per ottenere il permesso di frequentare le lezioni di fisica sperimentale come uditrice, e dovette procedere alla stessa snervante trafila per tutti gli altri corsi che intendeva seguire.
La attrassero in particolare le lezioni di Richard Abegg[2], professore di chimica impegnato in ricerche nell’allora nuovo campo della chimica fisica. Richard Abegg svolse un ruolo chiave nel favorire l’interesse di Clara per la chimica fisica, senza tanto badare al suo status di uditrice.
Richard Abegg
Fu proprio Abegg a supervisionare il lavoro per la tesi di dottorato di Clara. La tesi, intitolata Beiträge zur Löslichkeitsbestimmung schwerlöslicher Salze des Quecksilbers, Kupfers, Bleis, Cadmiums und Zinks (Contribution to the Solubility of Slightly Soluble Salts of Mercury, Copper, Lead, Cadmium, and Zinc) fu discussa presso l’auditorium dell’Università il 22 dicembre 1900, approvata magna cum laude. Clara Immerwahr ottenne così il dottorato in chimica, prima donna a ricevere questo titolo in Germania.
Clara Immerwahr nel 1900
Si può tranquillamente affermare che Abegg fu non solo mentore ma anche confidente di Immerwahr. In effetti Abegg e Immerwahr pubblicarono in collaborazione un articolo tratto dalla tesi di dottorato [2]. L’articolo, pubblicato nel 1900, oltre a fornire tabelle di quantità sperimentalmente determinate come le concentrazioni di equilibrio e i relativi potenziali elettrodici, affronta il problema delle elettroaffinità come quantità additive. Questa potrebbe essere la ragione per il numero relativamente elevato di citazioni ricevute da questo articolo. Esso fu percepito dal giovane pubblico femminile come prova di successo e riconoscimento per una donna scienziata.
L’intenzione di proseguire la carriera di ricercatrice è evidente dalla successiva ricerca di Immerwahr, approfondimento ed estensione del lavoro di tesi concretizzatasi in due articoli, pubblicati con il suo solo nome [3,4]. Il secondo lavoro di Clara aveva lo scopo di espandere il lavoro sulla solubilità includendo sali di rame e utilizzando idee e metodi sviluppati da Walther Nernst, Wilhelm Ostwald e Friedrich Wilhelm Küster[3]. La parte sperimentale di questa ricerca fu svolta nel laboratorio di Küster, nella Bergakademie di Clausthal in Bassa Sassonia, dove Immerwahl si era recata come visting researcher.
Il 3 agosto 1901 Clara Immerwahr si unì in matrimonio con Fritz Haber, al tempo ambizioso giovane chimico all’università di Karlsruhe. I due si erano conosciuti qualche anno prima, nel 1895, in una scuola o in un locale di ballo, ma poco si sa su questo primo incontro. Pare che Haber abbia ammesso “che si era innamorato [della sua futura sposa] come uno studente delle scuole superiori” e che “negli anni successivi avesse cercato di dimenticarla senza successo”. Quando nel marzo 1901 in occasione dell’annuale Conferenza della Società Tedesca di Elettrochimica, i due si incontrarono di nuovo, lui sempre più in carriera, lei fresca di dottorato e unica donna partecipante, la relazione si riaccese tanto che Clara si persuase a sposarlo[4].
Fritz Haber
Come sostiene Margit Szöllösi-Janze, biografa di entrambi, il matrimonio segnò la fine dell’attività scientifica di Clara Immerwahr, certamente non senza effetti sulla sua personalità. Probabilmente all’inizio Clara sperò di poter riprendere il suo lavoro di ricerca ma a lungo questa speranza dovette ridursi sempre di più [1].
In effetti, appena sposata, Clara scrive in una lettera ad Abegg:
“… una volta diventati milionari potremo permetterci servitori. Perché non posso nemmeno pensare di rinunciare al mio lavoro scientifico.”
Durante il primo anno di matrimonio Clara partecipò alle conferenze del marito e apparve spesso nei laboratori della Technische Hochschule a Karlsruhe, dove Haber sarebbe presto diventato il direttore dell’istituto di chimica fisica. Nella dedica alla moglie del libro Thermodynamics of technical gas-reactions, Haber scrive:
“Alla mia cara moglie Clara Haber, Ph.D., in segno di gratitudine per la sua cooperazione silenziosa”
Tuttavia, il coinvolgimento di Clara in questo libro di testo e di ricerca deve aver comportato qualcosa in più di una collaborazione silenziosa se Clara nella sua corrispondenza con Abegg, riferisce e discute i progressi di Haber nella stesura del libro e sollecita consigli.
Un importante punto di svolta nella vita di Immerwahr è certamente la nascita, nel 1902, del figlio Hermann, un bambino di scarsa salute, che reclamò gran parte dell’attenzione della sua madre.
Nel poco tempo rimasto dal lavoro di casalinga, Clara organizzò una serie di conferenze pubbliche su: “La chimica in cucina e nei lavori domestici”, destinate soprattutto a istruire le donne sull’uso dei prodotti chimici di uso comune nelle abitazioni.
Gli Haber divennero effettivamente ricchi, specialmente in seguito all’applicazione industriale della sintesi dell’ammoniaca da idrogeno e azoto atmosferico, effettuata da Haber e resa industriale da Carl Bosch. Il processo Haber-Bosch permise a sua volta la produzione quasi illimitata di fertilizzanti azotati, ciò che fece considerare Haber come uno dei grandi benefattori dell’umanità. Tuttavia Clara non ritornò mai più in laboratorio.
Nel 1911 Haber venne nominato direttore dell’Istituto di Chimica Fisica al Kaiser Wilhelm Institute di Berlino, città dove si trasferì con tutta la famiglia.
Con il passare degli anni dovette calarsi sempre più nel ruolo tradizionale di moglie di un grande scienziato, casalinga preoccupata del benessere della famiglia e madre premurosa. Anche a Berlino organizzò conferenze pubbliche di chimica a carattere divulgativo.
Con grande lucidità Clara Immerwahr descrive il suo stato d’animo e insoddisfazione nel 1909 in una lettera ad Abegg:
È sempre stato il mio modo di pensare che una vita valga la pena di essere vissuta solo se si è fatto pieno uso di tutte le proprie abilità e si è cercato di vivere ogni tipo di esperienza che la vita umana ha da offrire. È stato sotto questo impulso, tra le altre cose, che ho deciso di sposarmi in quel momento … la vita che ho avuto è stata molto breve … e le ragioni principali sono il modo oppressivo di Fritz di mettersi al primo posto in tutto…, così che una personalità meno spietatamente auto-assertiva è stata semplicemente distrutta.
Le tensioni e i conflitti tra Clara Immerwahr e Fritz Haber si aggravarono ulteriormente dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. In accordo con la sua massima “in pace per l’umanità, in guerra per la patria”, Fritz Haber si applicò in modo maniacal patriottico allo sforzo bellico tedesco. In particolare sintetizzò diversi gas a base di cloro, il più tristemente famoso è il cosiddetto gas mostarda (il tioetere del cloroetano) usato nella seconda battaglia di Yprès dai tedeschi sotto la supervisione di Haber il 22 aprile 1915, causando 5000 morti nei primi dieci minuti.
Si può affermare che in questa battaglia fu usata per la prima volta un’arma di distruzione di massa e Haber divenne noto nei Paesi dell’Intesa come “padre della guerra chimica”.
Haber celebrò il “successo” della battaglia di Yprès e la sua promozione al grado di capitano durante un raduno nella sua villa di Berlino-Dahlem il 1 maggio 1915. Durante la notte dal 1 al 2 maggio, Clara Haber Immerwahr si suicidò sparandosi con la pistola di ordinanza del marito nel giardino della villa. A Fritz Haber fu negato dall’autorità militare un qualsiasi permesso per i funerali, fu fatto partire per il fronte orientale il giorno successivo [1].
All’epoca, il suicidio di Clara rimase in gran parte nell’ombra. Sei giorni dopo la sua morte, solo il giornale locale Grunewald-Zeitung riferì che “la moglie del Dr. H. dei Servizi Segreti, che è attualmente al fronte, ha messo fine alla sua vita sparandosi. Le ragioni del gesto infelice della donna sono sconosciute.”[5]. Non ci sono prove che vi sia stata un’autopsia.
Ma, dopo circa vent’anni, le circostanze scarsamente documentate della sua morte hanno provocato notevoli discussioni e controversie sulle sue ragioni.
Poiché a detta di molte persone Clara aveva criticato la ricerca del marito bollandola come una “perversione degli ideali della scienza” e “un segno di barbarie, corrompendo la disciplina stessa che dovrebbe portare nuovi benefici all’umanità”, il suicidio di Clara viene da alcuni biografi visto in quest’ottica [6]. Scrive ad esempio Gerit von Leitner: “Durante la guerra la sua presa di posizione chiara e univoca è malvista e ostacolata. Le rimane un’unica possibilità per non diventare complice. Quando la casa è vuota…Clara scrive per ore lettere di commiato in cui spiega- a chi leggerà- il significato del suo gesto…I domestici hanno visto le lettere. Chi le ha distrutte?” [7].
Tuttavia Friedrich e Hoffmann affermano che non ci sono conferme a quanto riportato da Goran e von Leitner. Ci sarebbero invece testimonianze che fanno pensare a motivazioni più complesse per il suicidio di Immerwahr.
Il ruolo della guerra chimica nel suicidio di Clara è stato riportato da suo cugino Paul Krassa nel 1957, secondo cui Clara fece visita a sua moglie poco prima del suicidio per confidarle i “macabri effetti” della guerra chimica e di aver assistito, in particolare al “test sugli animali”. Krassa, tuttavia, ha aggiunto che altri fattori potrebbero avere anche giocato.
Allo stesso modo, James Franck[5] ha dichiarato nella sua testimonianza del 1958:
“… che il coinvolgimento del marito nella guerra chimica aveva avuto sicuramente un effetto nel suo suicidio. ” Tuttavia, Franck ha aggiunto che Fritz Haber: “… fece un grande sforzo per riconciliare i suoi punti di vista con quelli politici e umani di Clara.
Secondo Friedrich e Hoffmann [1], la conclusione di Von Leitner si riferisce solo alle prime parti di queste due testimonianze e ignora altre fonti che suggeriscono che le ragioni del suicidio di Clara potrebbero aver avuto a che fare con la sua vita privata . Parte delle fonti disponibili suggerisce che Clara fosse davvero depressa e che questa depressione aveva a che fare con la sua vita matrimoniale infelice e insoddisfacente.
Anche il pacifismo e la contrarietà di Clara alla guerra sono state messe in dubbio, in particolare dalla risposta a una lettera del Dr. Setsuro Tamaru, collaboratore di Fritz Haber, costretto a lasciare la Germania in seguito all’entrata in guerra del Giappone a fianco della Triplice Intesa. La lettera di Tamaru, molto amara, è una critica feroce alla politica di guerra della Germania e dei suoi alleati.
Nella lettera di risposta, pubblicata nel lavoro di Friedrich e Hoffmann, Clara descrive il suo atteggiamento “utile e di aiuto alla patria”, afferma che il marito sta lavorando 18 ore al giorno e infine descrive se stessa come “… troppo ignorante in materia di affari esteri per essere in grado di rispondere correttamente … ” alle critiche di Tamaru.
Secondo Friedrich e Hoffman la lettera di Clara a Tamaru è difficile da conciliare con la sua immagine di pacifista i cui disaccordi col marito riguardo alla condotta della guerra l‘avrebbero portata al suicidio [1]. Personalmente ci vedo solo una sorta di obbligo verso il suo paese in risposta alle accuse dell’amareggiato Tamaru. Casomai dalla lettera ciò che traspare sono le sue preoccupazioni per come la guerra abbia influenzato in peggio i suoi problemi personali. Peccato che sia rimasta solo la risposta e non la lettera originale di Tamaru.
Quindi Friedrich e Hoffmann propendono per complesse ragioni personali.
Ma i motivi profondi di un gesto di rifiuto estremo, come il suicidio sono a mio avviso noti (forse) solo a chi lo commette (anche in presenza di lettere o biglietti), parenti, biografi, storici, ecc. possono solo fare congetture più o meno verosimili.
Infine, cosa successe a Fritz Haber?
Ottenne il Premio Nobel per la Chimica 1918 (ma lo ricevette effettivamente nel 1919) per la sintesi dell’ammoniaca. Continuò a lavorare all’Istituto di Chimica Fisica della Kaiser Wilhelm Gesellshaft fino al 1933 quando, essendo di origine ebraica fu destituito in seguito alle prime leggi razziali promulgate dal regime della Germania nazista. Emigrò in Gran Bretagna, dove trovò un posto all’Università di Cambridge. Nel 1934 decise di recarsi in Palestina, nella città di Reovhot, ma morì durante il viaggio di attacco cardiaco, in un albergo di Basilea in Svizzera. Nel testamento chiese che le sue ceneri fossero inumate insieme a quelle di Clara, cosa che effettivamente avvenne.
Opere consultate
Oltre al lavoro di Friedrich e Hoffmann, citato in [1]:
- Offereins, Clara Immerwahr (1870-1915). In: J. Apotheker and L.S. Sarkadi, European Women in Chemistry, Wiley-VCh verlag GmbH & Co. Weinheim, Germany, 2011, pp. 47-50.
Bibliografia
[1] B. Friedrich, D. Hoffmann, Clara Haber, nee Immerwahr (1870–1915): Life, Work and Legacy Z. Anorg. Allg. Chem. 2016, 642, 437–448.
[2] R. Abegg, C. Immerwahr, Notes on the electrochemical behavior of silver and zinc fluorides, Z. Phys. Chem., 1900, 32, 142-144. (in German)
[3] C. Immerwahr, Potentials of Cu electrodes in solutions of analytically important Cu precipitates. Z. Anorg. Chem. 1900, 24, 269–278. (in German)
[4] C. Immerwahr, On the solubility of heavy metal precipitates determined by electrochemical means. Z. Elektrochem. 1901, 7, 477–483. (in German)
[5] J. Dick, Clara Immerwahr 1870-1915., Jewish Women: A Comprehensive Historical Encyclopedia, (On-line Ed.), marzo 2009.
https://jwa.org/encyclopedia/article/immerwahr-clara
[6 ] M. Goran, The Story of Fritz Haber, University of Oklahoma Press, Norman, 1967
[7] Gerit von Leitner, Der Fall Clara Immerwahr: Leben für eine humane Wissenschaft, G.H. Beck, Munchen, 1993.
[1] In Prussia le donne diventarono legalmente ammissibili come studenti universitari solo dal 1908. Prima, a partire dal 1895, le donne erano autorizzate a frequentare le lezioni solo come uditori ospiti, e anche questo era subordinato al sostegno del professore e della facoltà e a un permesso del Ministero.
[2]Richard Wilhelm Heinrich Abegg (1869 – 1910), chimico fisico tedesco, pioniere della teoria della valenza. Notò che la differenza fra la valenza massima positiva e negativa di un elemento era otto (regola di Abegg), anticipando la regola dell’ottetto di Gilbert Lewis. Ha svolto ricerche su molti argomenti chimico fisici, compresi i punti di congelamento, la costante dielettrica del ghiaccio, la pressione osmotica, i potenziali di ossidazione e gli ioni complessi. Appassionato di volo morì in un incidente con la sua mongolfiera a soli 41 anni.
[3] Friedrich Wilhelm Albert Küster (1861-1917), chimico tedesco si è occupato di chimica fisica e analitica, noto per il famoso manuale di tabelle e calcoli chimici.
[4] Letteralmente: “Ci siamo visti, abbiamo parlato e alla fine Clara si lasciò persuadere a provarci con me. “, da una lettera di Fritz Haber citata dalla storica M. Szöllösi-Janze in:, Fritz Haber (1868–1934). Eine Biographie, 1998, C. H. Beck, München.
[5] James Franck (1882-1964) fisico tedesco, vinse il Premio Nobel per la fisica 1925 con Gustav Hertz “per la scoperta delle leggi che governano l’impatto di un elettrone su un atomo”. Esule negli USA partecipò al progetto Manhattan. Nel suo Franck report raccomandò che i giapponesi fossero avvertiti prima dello sgancio delle bombe atomiche sulle loro città ma non fu ascoltato.