Rinaldo Cervellati
Helen Porter è stata un biochimico inglese, prima donna professore ordinario all’Imperial College di Londra, una dei primi scienziati britannici a utilizzare le tecniche, allora innovative, della cromatografia e dei marcatori radioattivi.
Helen nacque il 10 novembre 1899 a Farnham, cittadina nel Surrey, circa 55 km a sud-ovest di Londra, da una famiglia della classe media. Il padre, George Kemp Archbold era direttore e comproprietario di una scuola privata, la madre, Caroline Emily Broughton Whitehead, cantante professionista, formatasi al Conservatorio di Bruxelles in Belgio.
Helen descrisse sua madre come persona energica che eccelleva nelle virtù domestiche con un profondo senso del dovere verso la famiglia. Il suo passatempo era la musica.
La prima infanzia di Helen fu felice, come si intende convenzionalmente la vita in una famiglia vittoriana conservatrice della classe media. Nel 1901 i suoi genitori si trasferirono da Farnham a Clifton, un sobborgo di Bristol. La prima educazione di Helen, come quella della sorella maggiore, avvenne in casa, la madre le insegnò a leggere e scrivere e le fornì una buona conoscenza della lingua francese. In casa c’erano molti libri da leggere per le bambine, ma nessun testo scientifico. Il momento clou dell’anno era la lunga vacanza estiva con i nonni materni a Torquay.
Nel 1906 Helen cominciò a frequentare la Clifton High School for Girls e, all’età di 13 anni, cominciò a interessarsi di scienze grazie anche all’influenza che su di lei ebbe Francis Jennet Clark, l’insegnante di scienze e matematica.
Fotografia delle ragazze della Clifton High School for Girls nel 1917. Helen Kemp è la prima a sinistra della Preside Miss Phillips nella fila di mezzo
L’adolescenza fu bruscamente interrotta dallo scoppio della I Guerra mondiale, la famiglia si separò: il padre si recò nello Yorkshire a lavorare in un’altra scuola, la madre andò a Londra per impiegarsi nelle Cucine Nazionali Governative, le figlie restarono a Clifton per continuare a frequentare la Clifton High School for Girls. Come Helen disse più tardi: la mia infanzia felice era finita.
Giocò a cricket, tennis e hockey nelle squadre della Clifton School, diventando poi capitano di queste ultime due. Nel 1917 superò gli esami finali con successo in tutte le materie e si preparò per l’esame di ammissione al Bedford College for Woman, che faceva parte della London University. Fu ammessa con distinzione nell’ottobre 1917, iscrivendosi a un corso di studi quadriennale in chimica, fisica e matematica pura e applicata, conseguendo nel 1921 i diplomi in chimica e fisica con lode. Durante il suo periodo da studente fece parte attiva dell’Unione Studentesca e per due anni fu rappresentante di Facoltà nel Comitato dell’Unione.
Helen Kemp continuò i suoi studi all’Imperial College di Londra come studente post-diploma; lavorò nel laboratorio di chimica organica diretto dal professor Jocelyn Thorpe sotto la supervisione del Dr. Martha Whiteley[1]. I suoi studi nel laboratorio di Thorpe riguardarono derivati di vari barbiturici.
Per perfezionarsi in biologia e biochimica, Helen Kemp frequentò il Birkbeck College e il Chelsea Polytechnical College.
Nel 1922, entrò a far parte di un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisiologia vegetale e Biochimica delle piante che collaborava con la Stazione di Ricerca Basse Temperature associata all’Università di Cambridge, per studiare il deterioramento delle mele nelle celle frigorifere, un problema che affliggeva gli importatori del frutto. Il gruppo di ricerca, in particolare Kemp, analizzò i composti organici contenuti nel frutto, zuccheri, acidi organici, ammidi, emicellulose e pectine. Lo studio di Kemp si estese dalla semplice analisi chimica all’esame del ruolo di queste sostanze chimiche nello sviluppo e nella maturazione del frutto, come pure nel loro trasporto, sintesi e metabolismo. Nel 1931, Helen Kemp e il suo team avevano capito con successo le reazioni chimiche che avvenivano nelle mele immagazzinate ma non ne avevano ancora accertato la causa; quell’anno il finanziamento dello studio fu purtroppo interrotto a causa della grande depressione e le ricerche considerate concluse. Queste ricerche le valsero il titolo di D.Sc. dall’Università di Londra.
Helen Kemp fu definitivamente trasferita al Dipartimento di Fisiologia Vegetale dell’Imperial College, diretto dal Prof. F.G. Gregory[2], collaborando anche con i Laboratori sperimentali Rothamstead. La sua ricerca comprendeva la relazione fra la nutrizione minerale e il metabolismo dei carboidrati nelle monocotiledoni, in particolare nell’orzo. Allo stesso tempo Kemp divenne Visiting Lecturer in Biochemistry presso lo Swanley Horticultural College.
I suoi studi sull’orzo riguardavano l’origine dell’amido nelle granaglie. Si riteneva comunemente che provenisse dallo zucchero conservato nello stelo trasferitosi nel seme e convertito in amido durante la sua maturazione. Helen Kemp e i suoi colleghi dimostrarono, con analisi accurate e dettagliate, che l’amido si formava direttamente dal biossido di carbonio appena fissato e che lo zucchero nel gambo era usato per la respirazione durante la sua senescenza.
Nel 1937 sposò il medico William George Porter, che morì tragicamente solo pochi anni dopo. Helen Kemp mantenne il cognome Porter per il resto della sua vita.
Allo scoppio della II guerra mondiale l’Imperial College fu requisito per scopi militari, Porter e colleghi furono trasferiti al Centro Sperimentale Agrario Rothamstead nella cittadina di Harpenden. Ancora una volta la sua vita e la sua casa furono sconvolte dalla guerra.
Tuttavia Porter continuò il lavoro di ricerca durante il conflitto, gettando le basi per i suoi futuri studi sulla sintesi dei polisaccaridi, specialmente quella dell’amido delle granaglie e i fruttosi.
Il lavoro sull’orzo la condusse a un interesse duraturo sugli enzimi responsabili della formazione e del degrado dell’amido. Nel 1947 alla fine della guerra andò per un anno al Laboratorio Coris a St Louis, Stati Uniti. Proprio in quell’anno i coniugi Cori (Gerthy Theresa e Carl Ferdinand) avevano vinto il premio Nobel per la medicina e la fisiologia per la scoperta dei meccanismi di conversione catalitica del glicogeno. Di conseguenza questa visita fu molto stimolante per Helen Porter.
Al suo ritorno all’Imperial College, continuò a lavorare sul metabolismo dell’amido e nel 1949 fu invitata a trascorrere sei mesi a Bangor nel laboratorio della Prof. Peat. Durante questo periodo è stata in grado di dimostrare la presenza di amido fosforilasi nell’orzo.
Come risultato della sua crescente reputazione scientifica, nel 1953 ebbe una generosa sovvenzione dalla Fondazione Nuffield. Questo è stato un punto fondamentale nella sua carriera di ricercatrice perché questa sovvenzione comprendeva sia personale che apparecchiature, e lei fu in grado di formare un gruppo di ricerca e dotare di adeguata strumentazione un laboratorio dell’Imperial College. L’intenzione iniziale era far partire un progetto di studio dei sistemi enzimatici interessati al metabolismo dei polisaccaridi dai metodi convenzionali disponibili al momento.
Tuttavia negli anni ’50 si stavano sviluppando due nuove tecniche importanti per la ricerca biochimica: la cromatografia e l’impiego di marcatori radioattivi. Porter divenne uno dei primi ricercatori ad applicare questi metodi per preparare prodotti chimici radioattivi e usarli per studiare il metabolismo intermedio delle piante.
Helen Porter nel suo laboratorio
Con l’aiuto del Dr G. Popjak a Mill Hill e del Dr. J.R. Catch ad Amersham, fu costruito un apparecchio mediante il quale fu preparato amido radioattivo partendo dalla fotosintesi di grandi foglie di tabacco in presenza di 14CO2 marcata con C-14. Questo polisaccaride è stato utilizzato per la prima volta per preparare il glucosio radioattivo a scopo di ricerca medica ma poi sia l’apparato sia le sostanze radioattive prodotte da esso furono usate per gli studi di Helen Porter sul metabolismo delle piante. In particolare lo studio della formazione dell’amido da zuccheri contenuti nel tessuto fogliare e il movimento del materiale fotosintetico nelle piante seguito mediante autoradiografia e tecniche di conteggio portarono a una serie di ricerche innovative descritte in altrettanti importanti articoli scientifici.
La crescente reputazione scientifica di Helen Porter fu tale da meritare la sua elezione a Fellow della Royal Society nel 1956, e nel 1957 fu nominata Lettrice in Enzimologia nel Dipartimento di Botanica dell’Imperial College. Fu anche incaricata Responsabile scientifico principale dell’Istituto di Ricerca in Fisiologia Vegetale nello stesso College. Nel 1959 divenne la prima donna professore ordinario nella storia dell’Imperial College e succedette al suo collega e mentore, il professor Gregory, come capo del Dipartimento di Fisiologia vegetale. Helen Porter si ritirò nel 1964 con all’attivo ben 36 pubblicazioni scientifiche.
Nel 1962 si unì in secondo matrimonio con Arthur St George Huggett, professore di fisiologia vedovo con due figlie. Sfortunatamente anche il secondo marito morì sei anni dopo, così, anche se non aveva figli suoi, acquisì le due figlie adolescenti del suo secondo marito e, infine, un notevole numero di nipoti. Agì come amica e saggia consigliere della sua famiglia adottiva, aiutandoli tutti finanziariamente e professionalmente.
Porter possedeva anche eccellenti doti amministrative prendendo decisioni senza suscitare troppo risentimento e antagonismo. Quando lasciò la cattedra all’Imperial College fu secondo segretario al Consiglio di Ricerche Agrarie diventando un funzionario pubblico molto efficace. Nel 1972 divenne consigliere del Primo Segretario.
Curiosamente Helen aveva coltivato fin dall’infanzia un interesse che aveva progressivamente maturato. Nel ricamo era insolitamente abile e mantenne questa passione fino alla morte, avvenuta il 7 dicembre 1987, all’età di 88 anni. Gli arazzi che lei ricamava erano artistici e fantasiosi e in molti casi le immagini erano ispirate da fotografie scientifiche che avevano particolarmente attirato la sua attenzione.
Opere consultate
D.H. Northcote, Helen Kemp Porter, Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society, 1991, 37, 400–409.
Catharine M.C. Haines, International Women in Science, ABC CLIO, Santa Barbara, 2001
- B. Ogilvie, J. D. Harvey, eds, The biographical dictionary of women in science: pioneering lives from ancient times to the mid-20th century. Vol.2, L-Z., Routledge. New York, 2000.
[1] Vedi https://ilblogdellasci.wordpress.com/2018/08/24/scienziate-che-avrebbero-potuto-aspirare-al-premio-nobel-martha-annie-whiteley-1866-1956/
[2] Frederick Gugenheim Gregory (1893−1961) britannico, botanico e fisiologo vegetale noto per le sue ricerche sul fotoperiodismo, traspirazione e metabolismo dei carboidrati. Fu direttore del Laboratorio di Fisiologia Vegetale dell’Imperial College nel 1937 e nel 1947 fu nominato Direttore del Dipartimento contribuendo a ricostruirlo dopo i danni subiti nella 2a guerra mondiale. Eletto Fellow della Royal Society (FRS) nel 1940 e insignito della Royal Medal nel 1957 per I suoi importanti studi di fisiologia vegetale.