Mauro Icardi
Nonostante negli ultimi anni siano stati immessi sul mercato sistemi di analisi automatici in continuo, il laboratorio rimane il luogo deputato e fondamentale per l’esecuzione delle analisi dei campioni di acque reflue.
Il campionamento costituisce di fatto la prima parte dell’analisi di laboratorio. Questa fase è estremamente importante e delicata. Dalla sua corretta esecuzione dipendono i risultati di tutte le determinazioni analitiche successive.
Un campione deve essere rappresentativo delle condizioni quali-quantitative che si desiderano conoscere.
Questa rappresentatività è importante per diverse ragioni e tra queste principalmente:
- controllo dei limiti di accettabilità previsti da leggi e regolamenti
- valutazione del contributo all’inquinamento nel corpo idrico ricettore
- controllo dell’efficienza del trattamento di depurazione nelle sue diverse fasi
- verifica dell’escursione della concentrazione di parametri significativi, legati a particolari cicli produttivi che intervengono nella caratterizzazione dello scarico in ingresso al depuratore.
Gli scarichi che pervengono agli impianti di depurazione sono normalmente scarichi continui, con fluttuazioni della portata influente nelle diverse ore del giorno. Per quanto riguarda invece gli scarichi di insediamenti produttivi si possono fare delle distinzioni. Uno scarico può essere discontinuo, ma avere una periodicità nota e definita, per esempio legata a particolari processi e cicli di lavorazione.
Esistono poi gli scarichi accidentali, quelli il cui sversamento avviene per casi di forza maggiore. In quel caso può essere importante un sistema di allerta. Utilizzando per esempio sensori di conducibilità che attivino un prelievo da campionatore automatico, quando rilevino il superamento di una soglia prefissata ed impostata. In alternativa si potrà effettuare un prelievo istantaneo, per esempio dopo aver ricevuto la segnalazione da parte di personale di impianto, oppure di chi stia rilevando anomalie, per esempio su un corso d’acqua.
In questo caso si tratta di un campionamento che avviene in un tempo molto breve, e che è rappresentativo delle sole condizioni rilevate al momento del prelievo. Il prelievo istantaneo può essere utilizzato anche per la determinazione di parametri quali temperatura, ossigeno disciolto, pH. I prelievi possono essere ripetuti ad intervalli di tempo prestabiliti in maniera da ottenere una media di valori. Negli impianti di depurazione questi parametri normalmente sono letti e registrati da apposite sonde, e mostrano quindi grafici relativi alle variazioni nell’arco dell’intera giornata. Non essendo sempre possibile installare sonde di misura in continuo sui corpi idrici, la tecnica di prelievi o di determinazioni istantanee con apposite sonde ad intervalli regolari, viene comunemente utilizzata.
Il campionamento medio composito che di solito si effettua con l’ausilio di campionatori programmabili, può essere proporzionale o non proporzionale alla portata. Di solito le autorità di controllo richiedono l’utilizzo di campionatori che siano programmati in maniera proporzionale alla portata influente, collegati quindi al misuratore di portata, e tenuti sempre a disposizione per gli eventuali prelievi che si potessero rendere necessari, oltre a quelli legati all’ ordinaria gestione impiantistica. Il campionatore programmabile è anche fornito di circuito frigorifero per il raffreddamento del volume di campione prelevato. Normalmente questo non deve essere inferiore ai dieci litri, soprattutto quando si tratta di campioni destinati al controllo periodico effettuato da enti di controllo. In caso di impianti di elevata potenzialità si possono avere fino a sei controlli all’anno.
La scelta dell’ubicazione del punto di campionamento è guidata non solo da considerazioni di carattere tecnico, ma anche di carattere pratico e normativo. In particolare per gli scarichi degli impianti di depurazione, il campionamento delle acque depurate deve avvenire immediatamente a monte dell’immissione nel corpo idrico ricettore. Per le altre sezioni dell’impianto, normalmente il campionatore di ingresso può essere posizionato allo sbocco del collettore fognario che perviene al depuratore. Oppure immediatamente a valle della zona di grigliatura, nel caso di acque reflue molto cariche di residui solidi che potrebbero renderne difficoltoso il funzionamento a causa di ostruzioni del tubo pescante. In ogni caso deve essere sempre valutata la rappresentatività del campione. Nel caso dello scarico finale, sia per la valutazione del rispetto dei limiti normativi, che dell’impatto sul corpo idrico. Nel caso dell’ingresso per definire con esattezza il valore del carico inquinante, e di conseguenza valutare costantemente la regolazione dei parametri di processo dell’impianto. Per esempio il dosaggio di reagenti, o la variazione della quantità di aria immessa nella vasca di ossidazione biologica. Quest’ultima operazione è importante per razionalizzare e diminuire i consumi energetici dell’impianto.
La facile accessibilità alla zona di ubicazione del campionatore deve essere garantita sia al personale di gestione che a quello degli enti di controllo, ed allo stesso tempo devono essere garantite tutte le misure di sicurezza adottabili per prevenire infortuni o incidenti.
Per quanto riguarda la conservazione del campione, oltre alla refrigerazione è opportuno adottare accorgimenti che permettano di ridurre al minimo le alterazioni del campione. Queste possono essere dovute a vari fattori, tra i quali il deposito di sostanze sulle pareti del contenitore, e alterazioni della composizione conseguenti ad attività microbiologica nelle acque reflue, principalmente nei campioni di acqua reflua in ingresso.
Per ovviare a questi inconvenienti e per ridurre entro limiti accettabili queste variazioni, si potranno utilizzare appositi stabilizzanti chimici, ricordando sempre che la refrigerazione a 4°C rappresenta una delle migliori garanzie per la stabilizzazione dei medesimi.
Come si vede da questa breve descrizione, il campionamento deve essere effettuato con molta attenzione. Per quanto riguarda i campionatori automatici, è necessaria la pulizia frequente dei contenitori di raccolta dei campioni, la verifica e la sostituzione periodica dei tubi di prelievo, e di quelli interni nel caso siano campionatori che utilizzino una pompa peristaltica per l’aspirazione del campione. Tutte queste operazioni servono ad evitare il fenomeno di “cross-contamination”. Con tale termine si intende il potenziale trasferimento di parte del materiale prelevato da un punto di campionamento ad un altro, nel caso in cui non venga accuratamente pulita l’apparecchiatura di campionamento tra un prelievo ed il successivo.
Per tutte queste ragioni ho sempre ritenuto opportuno che il personale che effettua materialmente questa operazione debba essere adeguatamente istruito e formato. E questo vale sia per i non chimici, che per i chimici. Questi ultimi però dovrebbero già essere in grado di valutare l’importanza di effettuare un campionamento corretto. Ma ritengo molto importante non interrompere un percorso di formazione continua.