Luigi Campanella, già Presidente SCI
Un paio di anni fa ho partecipato ad un progetto ASI che ha prodotto un microsatellite per misure sensoristiche nello spazio. E’stata per me una grande occasione per fare la conoscenza con un settore, quello dell’Aerospazio, che conoscevo poco e che ho invece avuto modo di apprezzare sia per le competenze e professionalità che è in grado di esprimere, sia per rappresentare un interessante sbocco per alcune ricerche chimiche in campo ambientale, biologico,alimentare.
Oggi il nostro Paese investe nel settore quasi 5 miliardi fra pubblico (circa 50%) e privato; il prodotto aerospaziale in termini di fattutrato corrisponde all’1% del PIL (13 miliardi) con circa 60000 dipendenti. La ricerca aerospaziale è oggi pervasa da una forte tendenza di spin out : trasferire le proprie competenze e tecnologie al di fuori dello specifico settore spaziale per proiettarsi verso un mercato industriale e commerciale rispettoso della sostenibilità e di una visione green dell’economia.
Lo Spazio è ormai affermata risorsa terrestre in grado di venire incontro ai nostri bisogni; si pensi alla geolocalizzazione ed alle telecomunicazioni, ma anche ai nostri smartphone, alle nostre maps, al monitoraggio delle grandi infrastrutture, alle applicazioni comuni di certi materiali ( il teflon (che esisteva già da vent’anni, applicato nel corso del progetto Mahnattan)) fu usato come film antiaderente durante i primi viaggi spaziali; all’elettronica: i sensori per la misura dell’ossigeno nell’aria utilizzati nelle astrostazioni e nelle astronavi sono oggi applicati alle mascherine per la misura dell’inalato e, rimanendo a questo aspetto sanitario, i tessuti a protezione degli astronauti trovano applicazioni terrestri, specialmente nell’era difficile che stiamo vivendo.
Il settore che si é più giovato di questa collaborazione con l’aerospazio è di certo quello medico con ricadute sugli strumenti per TAC, PET e Tomografia computerizzata. Ci sono poi le stampanti 3D usate nell’aerospazio per produrre propulsori che in ambito sanitario stampano adattarori per piccoli respiratori. Ed ancora l’automotive (supercar) i cui obbiettivi sono gli stessi dell’aerospazio e cioè ridurre il peso, migliorare le performaces, testare nuovi materiali. Anche la chimica, come dicevo, è legata all’aerospazio nella ricerca di materiali sempre più corrispondenti alle richieste di stabilità, resistenza, leggerezza.
La chimica è anche coinvolta per gli aspetti analitici: la conoscenza di un sistema in studio può essere di tipo elementale o composizionale; in questo secondo caso si determinano i composti costituenti ed i raggi X, supportati nel loro impiego dai sensori giroscopi di origine spaziale utilizzati per orientare le analisi con raggi X sono preziosa tecnologia. Questi intrecci ci fanno capire 2 cose importanti
-come l’articolazione in filiere industriali, se funziona sul piano organizzativo, non deve mai essere interpretata come un ostacolo alla fertilizzazione incrociata delle competenze ed un motivo di ritardo e di polemiche rispetto all’aumento dei finanziamenti: puntiamo al Piano Amaldi con la sua idea di portare gli investimenti per ricerca pubblica dallo 0,5 all’ 1,1% entro il 2026 e di innovare modelli di sviluppo e di mercato;
-come qualunque proprietà di conoscenza debba rispondere nel suo uso al criterio di sostenibilita: anche l’aerospazio é una proprietà per certi aspetti limitata e deve essere condivisa con rispetto delle differenze geografiche e di quelle generazionali.
Non voglio apparire polemico ma le risorse terrestri impiegate per produrre sonde spaziali, veicoli sonda, etc., finiscono al di fuori dell’ecosistema terrestre quindi non potranno essere riciclate,
questo è un aspetto che non è considerato in tutte le sue implicazioni.
Benedetto hai certamente ragione, ma la massa totale messa in orbita è del tutto ridicola rispetto a quella che usiamo per altri scopi; se parliamo poi di energia ed altre riosrse indirette, la questione è che ne recuperiamo anche da questa attività, pensa solo alle previsioni del tempo da satellite