Nucleare si, nucleare no.

Luigi Campanella, già Presidente SCI

La diatriba circa l’inserimento o meno del nucleare fra le energie green ha riportato al centro dell’attenzione gli annosi problemi della sicurezza e delle scorie. Con la tassonomia UE la Commissione Europea ritiene che gli investimenti privati nei settori del gas e del nucleare possano svolgere un ruolo nella transizione energetica, un contributo che Bruxelles ha quantificato in circa 350 miliardi l’anno.

Le nuovi centrali a gas dovranno avere emissioni di CO2 inferiori a 270 g per chilowattora e dovranno sostituire centrali già esistenti e più inquinanti ed essere predisposte per il passaggio a biogas ed idrogeno verde. Per il nucleare le raccomandazioni ai singoli stati riguardano gestione sicura e smaltimento di scorie.

Le nuove centrali dovranno essere costruite entro il 2045, mentre i permessi che estendono la vita degli impianti esistenti dovranno essere rilasciati al più tardi entro il 2040. Nessun limite per il nucleare di quarta generazione per stimolare ricerca ed innovazione. In tal senso una proposta interessante su entrambe le questioni  viene dalla start up Newcleo, fondata da Stefano Buono, lo stesso della rivoluzione nella radioterapia oncologica con l’introduzione del farmaco Fdg per la PET, aumentandone  le capacità esplorative e la precisione con il  passaggio ad una radioterapia metabolica.

Tale innovazione è stata mutuata da un brevetto del CERN e punta a sviluppare reattori nucleari di quarta generazione. 2 innovazioni garantiscono circa sicurezza e scorie. Per le scorie il processo base anziché prevedere la cattura dei neutroni lenti da parte degli atomi di uranio con produzione di scorie, si basa invece sulla rottura degli atomi di uranio da parte dei neutroni veloci con produzione di energia (manca dunque il moderatore). La sicurezza invece si affida all’utilizzo del piombo fuso come liquido refrigerante al posto della acqua o del sodio. Il piombo ha il vantaggio di una temperatura di fusione di 327 gradi e soprattutto di una di sublimazione di 1750 gradi col vantaggio che anche in caso di surriscaldamento per lo spegnimento del reattore non si formerebbe la pericolosa nube di idrogeno prodotto dall’acqua e non contenuta dalla struttura del reattore, come avvenuto a Chernobyl e Fukushima.

Di certo però investire sul nucleare impedisce di investire contemporaneamente sulle energie rinnovabili. La prova vivente è la Francia, che ha una penetrazione di produzione di energia da fonti rinnovabili tra le più basse al mondo. Mentre è vero che il costo del combustibile nucleare è piccola cosa rispetto al costo capitale dell’impianto stesso, il combustibile è ovviamente ancora necessario.

Per chiudere con un paragone qualcuno sorriderà nel sapere che c’è 634 volte meno Uranio235 che Litio sul nostro Pianeta. Tutti sembrano preoccupatissimi sui tempi nei quali si potrebbe esaurire il Litio in relazione al suo carattere di componente auto (circa 8 kg a vettura) mentre nessuno si preoccupa del fatto che potremmo esaurire l’Uranio in meno di cento anni!

8 pensieri su “Nucleare si, nucleare no.

  1. 1 kg di litio ti fa una batteria da 10kwh, un kg di uranio 235 ti dà qualcosa come 65 milioni di megajoule di energia, in confronto un kg di gas metano ne dà 44 di megajoule, qualche milione in meno XD

    Oltre al fatto che l’uranio 235 non è molto presente, è meno del 1% il resto è 238 che si arricchisce. E va detto che la Francia emette molto meno dei paesi “green” senza nucleare che si sono affidati al gas e adesso sono tornati al carbone.

    Se poi tocchiamo la quarta generazione che riusa le scorie il numero di anni cresce considerevolmente, e in aggiunta ci sono metodo per prendere l’uranio dall’oceano e dal mare

      • Cerco di spiegare: di uranio 235 ce n’è lo 0.7% in natura sul totale dell’uranio e la stima è fatta sulla quantità naturale; il processo di preparazione del combustibile non CREA nuovo uranio 235 ma lo concentra e dunque la osservazione di Luigi è del tutto corretta; le quantità relative di energia convertite nei due casi non c’entrano una cippa lippa in quanto Luigi riporta la stima fatta anche da altri che la durata delle risorse di uranio estraibili con metodi già conosciuti e sviluppati è limitata ed è concentrata peraltro come detto da Pino in paesi che non sono l’Italia. L’estrazione dal mare costerebbe una quantità di energia superiore a quella che se ne produrrebbe; la stima fu fatta anni fa da Ugo Bardi dopo la scoperta di una spugna assorbente giapponese. La quarta generazione non esiste al momento è una ipotesi sperimentale, un piccolo reattore sperimentale da pochi megawatt (non gigawatt) è stato costruito in Cina; quelle di terza in Europa (da gigawatt) dunque con dati certi e conoscibili o sono ancora in costruzione (Flammanville) o sono appena finite ma non sono partite ancora per difettucci alle turbine (Olkiluoto), un groviglio insanabile di errori; in Francia metà delle centrali (che sono vecchie di 50-60 anni) è ferma da mesi per manutenzione ed infatti la Francia non ci venderà più energia elettrica perché a stento ne ha per se. PIno ha chiarito a sufficienza la situazione generale; certo può essere che fra qualche decennio ci saranno centrali sperimentali di IV generazione anche in Europa, ma che contributo daranno nel concreto? Invece il problema da risolvere veramente è l’accumulo dell’energia elettrica da rinnovabili che è ancora un problema tecnologico significativo. Il nucleare al momento non può dare contributi di energia ma contributi finanziari ai soliti furbacchioni; a parte la inesistenza di depositi sicuri di scorie per il tempo necessario; il deposito tedesco è stato uno dei più grandi buchi nell’acqua (meglio nel sale) mai fatto, un costo di decine di miliardi e al momento occorre riestrarre quel materiale e spostarlo altrove; decine di miliardi in fumo (o in acqua e sale se volete)

  2. Non ho sufficienti informazioni per dare un giudizio definitivo sul nucleare di IV generazione, ma ci sono alcuni punti che vorrei mettere in evidenza:

    1. Che io sappia non esistono ancora prototipi funzionanti di tali reattori, ma vi sono diverse imprese private che stanno lavorando a progetti esecutivi. Forse tra qualche anno avremo i primi prototipi, poi bisognerà rivedere la normativa (e in Italia anche trovare il modo di rinnegare il referendum). In conclusione, ci vorranno almeno 10-15 anni prima di vedere un reattore in funzione. Il nucleare di IV generazione non può
    quindi essere una soluzione per mitigare l’attuale combiamento climatico, al massimo servirà dopo il 2050 per fornire energia relativamente pulita, amesso che nel frattempo non sia divenuta operativa la fuisione nucleare, sicuramente preferibile alla fissione.

    2. Come giustamente ricordato da Luigi gli impianti nucleari richiedono investimenti di miliardi di Euro, che sarebbero sottratti all’urgentissima transizione ecologica, per la quale gli investimenti sono a breve termine.

    3. Con buona pace dei nostri sostenitori politici nostrani sovranisti, l’uranio dovremmo importarlo da paesi in gran parte politicamente instabili o poco affidabili (vedi Russia). La Francia anche per assicurarsi l’uranio proveniente dal Mali e zone limitrofe, peraltro sue ex-colonie, ha dovuto impegnare enormi risorse finanziarie e militari, mentre noi dovremmo andare col cappello in mano a cercare il miglior prezzo in giro per il mondo, quando abbiamo in casa sole, vento, maree e geotermico gratis! Estrarre l’uranio dal mare è costosissimo in termini di energia, tanto vale usarla direttamente per scopi più utili.

    4. Per quanto riutilizzate le scorie alla fine restano, e il problema non è stato mai risolto.

  3. Sottoscrivo in toto il commento di Suffritti.

    Non riconosco il fine Riccardo. Chi è?

    • Boh ragazzi facciamoci due conti in tasca. Andate su electricity map e fate le vostre considerazioni sul Belgio e la chiusura della centrale nucleare che ha portato a un investimento del gas. Ora tolto che bisogna ricoprire sui 4200 kmq di territorio a pannelli, (ed è inquinamento, si tratta solo del molise ad estensione) tolto che si buttano ogni 25 anni, dai sono buono, quelli nuovi ogni trenta.
      Tolto che perdono prestazioni col calore, che ogni anno si ossidano e perdono sul 0.5 0.8 di percentuale di rendimento, tolto che quando fanno troppa energia la si butta, il carico massimo non è simultaneo a praticamente nessuno dei picchi di richiesta, e non parliamo del mercato. Tolto che le turbine eoliche a taranto c’hanno messo 14 anni a farle per 100 mw del cavolo, e sono un pugno nell’occhio, quindi parliamo anche dei tempi, dobbiamo fare 70gw per il 2030 ne abbiamo fatto 1.5 per il 2021. Le persone in Sardegna si ribellano alle turbine in mare, le uniche sensate per CF, e si Stima! Un 7 miliardi per un parco da 600mw, alla faccia dell’economico!! Vorrei ricordare che solo i cavi per l’eolico offshore in inghliterra stanno costando sui 30 miliardi di sterline. E quelli li paga Terna, cioè noi. Oltre ai cavi,allacci, e capacity market sempre sulle nostre spalle. Nel frattempo il tutto nel nucleare è preventivato.

      Quindi… Che si fà? Si cercano soluzione con la calce e lo sputo o si fa un lavoro serio sul nostro futuro?
      Ah mi tento un link
      https://www.startmag.it/energia/francia-nucleare-rinnovabili-macron/

      Macron punta a 100 gw di solare, e se non sbaglio 60 di eolico con 5/6 reattori belli belli

      E le centrali di 4rta generazione esistono da un po’ cercatevi il BN800 o il superphenix.
      Sono prototipi, ma mi sembrano molto più vicine dei mitici metodi per il riciclaggio qui non proposti, o le fantomatiche batterie magiche che nel futuro saranno ottenibili con la magia

      E ultimo punto, le rinnovabili sono in mano cinese. L’uranio esiste in Canada e Australia.
      E c’è anche il torio

      • cominciamo dalla fine; il BN-800 è in Russia e fu costruito con un accordo Usa Urss per distruggere il plutonio delle bombe; ci han messo oltre trent’anni a metterla in rete (dal 2016 è in rete ma l’accordo è del 1983); è praticamente l’unica centrale di quasi 4 generazione, quasi perché è al sodio non al piombo e non ha gli stessi vantaggi e la stessa sicurezza del reattore piccolo di cui parla Luigi (che poi è in Russia dove non è che se ne sappia molto, ma si sa la Russia diventa un modello quando fa comodo e un nemico del mondo negli altri casi) ; SuperPhenix invece non esiste più troppo complicato e praticamente fu fermato dopo qualche anno; i piani di Macron fanno ridere; al momento la Francia ha metà delle centrali ferme e una di terza in costruzione non di quarta; quel che dice Macron sono parole non sono fatti; Quelle scritte da Riccardo (/che non conosco e che ho bloccato perché continua ad offendere) sulle rinnovabili sono le solite boiatine confusionarie di chi non legge bene i testi; né il FV né l’eolico hanno problemi di riciclo; il FV è fatto in gran parte di metallo e plastica entrambi riciclabili e dura almeno 25-30 anni ma è costruibile subito in tempi brevissimi, ci sono decine di miliardi di GW in attesa di permesso, questo è il tallone di achille in Italia i permessi burocratici; il problema vero e lo ripeto qua è l’accumulo ma se ci fossero grandi quantità di FV ed eolico la cosa si potrebbe gestire con reti europee o perfino mondiali che sappiamo già costruire senza difficoltà e che usiamo già, sono un problema politico; l’uranio è limitato, il torio nessuno lo usa se non gli indiani e comunque entrambi noi italiani non li abbiamo e dunque non avremmo alcuna indipendenza energetica; i problemi di carico massimo si risolvono usando diversamente l’energia, non quando vogliamo noi ma quando c’è quando è disponibile; oltre ovviamente a sistemi di accumulo che dico per la terza volta sono il vero problema delle rinnovabili, ma un problema risolvibile con accordi internazionali (il vento c’è anche di notte) e con reti che in parte esistono già: Taranto ci ha messo tanti anni non per problemi tecnologici ma perché ci sono state assurde opposizioni burocratiche, gli stessi che a dire il vero si oppongono al colore delle navi gasiere si oppongono alla forma delle pale ed entrambe sono delle cretinate. L’opposizione alla gasiere dovrebbe venire prima di tutto dalla considerazione che l’energia netta disponibile se si liquefa trasporta e rigassifica il metano si riduce di parecchio è una cosina che si chiama energia netta o EROEI e che per il nucleare se si introduce il costo energetico dello stoccaggio residui e i costi ambientali dell’estrazione (compresi quelli politico-militari di dover dominare i territori che producono uranio) diventano bassissimi (EROEI basso è la negazione del tipo di società moderna che conosciamo).

  4. Trovo spiacevole il ricorso a certe espressioni, fuori da questo contesto ormai abituali, anche in bocca a personaggi pubblici e politici.
    Sul ruolo del nucleare nel ns (vostro direi vista la mia eta) futuro, ho già detto come la penso (Claudio perdonami, ma leggi il seguito).
    E’ certo che in questo contesto storico, sarebbe la cosa da fare accelerare “a tavoletta” sul rinnovabile fotovoltaico e termico (ci stanno pure i pannelli per l’acqua calda), fa tristezza a noi abitanti in condominio ripensare (come fa Parisi in una intervista a Repubblica) a quando abbiamo proposto il solare in condominio per scontrarci con invalicabili ostacoli burocratici, oppure all’opposizione a mettere il “cappotto” (anche col 110% !) o a cambiare calderine vecchie con quelle a condensazione per “risparmiare”.
    Invidio chi sta in singolo per la libertà che ha in certe scelte.
    Qui da me le case con tetti solari stanno diventando veramente molte, ma c’è un poroblema : impianti pronti da mesi sono fermi da mesi in attesa non solo degli allacciamenti alla rete Enel ma anche (e questo brucia veramente) per i ritardi dell’ Agenzia delle Dogane per la loro registrazione e classificazione in vista della loro futura potenziale tassazione (presto tardi arriverà, ne siamo sicuri). E qui Totò direbbe “e poi si lamentano se uno si butta a sinistra…” : e qui invece si son buttati a destra…
    Che Dio ci aiuti …

    PS : le più grandi riserve di U235 stanno nelle testate atomiche e nelle riserve militari delle “Grandi Potenze” : e se risolvessimo insieme problemi di energia e disarmo ?

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