Due parole su COP27.

Luigi Campanella, già Presidente SCI

COP27 si è chiusa con risultati tutto sommato deludenti. Non sono riuscito a disporre del documento finale nella sua versione integrale e mi sono dovuto accontentare del sommario riportato da diversi giornali. Da questo emerge che qualche piccolo passo in avanti è stato conseguito su 4 punti: addio alle fonti fossili, un fondo per perdite e danni, riscaldamento globale entro 1,5 gradi, finanza climatica.

Sul primo punto gli impegni restano i soliti, ma con la brutta novità di un documento proposto dall’India volto a considerare nella riduzione d’uso non solo il carbone, ma anche petrolio e gas, e non accettato dell’Arabia Saudita, così compromettendo la richiesta unanimità. Sul secondo punto la diatriba ha riguardato il termine del fondo: aiuto, come vogliono USA ed Australia o risarcimento come richiesto dai Paesi del Sud del mondo, che hanno addirittura su questo punto creato un movimento e trovato un leader globale nel presidente brasiliano Lula.

L’Europa ha sostenuto la proposta con una buona dose di timidezza, criticando la posizione ambigua della Cina.

Sul terzo punto l’obiettivo è contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale, ma leggendo si capisce che più di una ribadita espressione di volontà si tratta di un dato di riferimento.

Infine per il quarto punto la promessa di 100 miliardi l’anno dal 2020 in finanza climatica è rimasta fino ad oggi lettera morta. In compenso sono comparsi. nuovi strumenti finanziari come i tassi di interesse per i Paesi in via di sviluppo cioè i prestiti costano molto di più e un maggiore impegno delle banche multilaterali. Questa incerta conclusione contrasta in effetti con l’inizio di COP27 che era sembrato piuttosto concreto nel definire responsabilità ed omissioni

COP27 era partito con la relazione di IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili) che ha subito posto sul terreno alcune domande precise condensabili in: quanto realmente facciamo nel campo delle rinnovabili rispetto alle loro potenzialitá? La relazione si dà anche una risposta che purtroppo è sconfortante. Dei 195 Paesi presenti12 nemmeno citano questo tipo di energia e degli altri solo 143 hanno prodotto piani di decarbonizzazione tramite obiettivi precisi e quantificabili e solo 12 riportano target rinnovabili a livello di mix energetico. La nuova analisi rileva che gli obbiettivi rinnovabili 2030 fissati attualmente porteranno ad una capacità verde installata di 5,4 TW a livello mondiale, la metà di quanto previsto dallo scenario predisposto dalla stessa IRENA per rispettare gli impegni di contenimento del riscaldamento del globo.

Il gap però non deve considerarsi incolmabile, richiederebbe per sanarlo un incremento di capacità installata da tutti Paesi di 259 GW l’anno per i prossimi 9 anni. L’Agenzia sottolinea come per riscaldamento, raffreddamento e trasporto che rappresentano l’80% della domanda globale di energia di fatto non siano stati fissati target. Nel frattempo dinnanzi a Bruxelles che chiede ai Paesi Eusopei che la percentuale di rifiuti conferiti in discarica non superi il 10% purtroppo il nostro Paese,che pure primeggia nel riciclo di vetro, carta e plastica, sta molto indietro. Mancano 30 impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti. Si assiste così al turismo dei rifiuti con 120 mila spedizioni medie annue. C’è poi la spaccatura fra Nord Italia, Centro e Mezzogiorno: al Nord c’è un numero congruo di impianti, ma al Centro si misura un Deficit di almeno 2,4 milioni di tonn. Senza impianti di digestione anaerobica e termovalorizzatori non è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare. La raccolta differenziata per il riciclo e gli impianti, per un certo tempo visti in contrapposizione sono invece alleati: se prevale uno dei 2 prevale anche l’altro. Un ulteriore vantaggio della installazione sarebbe la produzione di bioetanolo attraverso i rifiuti organici e di elettricità attraverso i termovalorizzatori, abbassando il fabbisogno nazionale di domanda energetica del 5% anno.

https://www.lifegate.it/cop27-reazioni-giudizio

https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=370719

(articolo dell’ormai 90enne GB Zorzoli, sempre chiarissimo, chi lo vuole per esteso contatti CDV)

Un pensiero su “Due parole su COP27.

  1. Non mi meraviglio che le proposte dell’Europa siano timide, abbiamo la guerra in casa e non è chiaro con quale energia e quali materie prime potremmo produrre gli impianti per la transizione verso le rinnovabili. dai semiconduttori agli acciai per l’edilizia, dai fertilizzanti alle terre rare, dipendiamo in tutto dall’estero Dove si estraggono e si riducono i minerali utilizzando ancora enormi quantità di carbone. non ci può essere trattativa o accordo sano finché tuonano i cannoni

I commenti sono chiusi.