Luigi Campanella, già Presidente SCI
La qualità alimentare dipende ovviamente dai prodotti a cui ci si riferisce, ma c’è poi una componente che gioca sempre un ruolo fondamentale, forse anche più importante di quanto si possa pensare. Intendo parlare degli imballaggi alimentari che proteggono l’alimento da contaminazioni e degrado, assicurando al tempo stesso il mantenimento delle caratteristiche di qualità. Inoltre con le etichette le confezioni forniscono preziose indicazioni ai consumatori circa proprietà ed uso dell’alimento confezionato. Si possono individuare 3 fasi nello sviluppo dell’imballaggio alimentare smart: una iniziale fino al 2000, una di sviluppo per altri 15 anni ed una terza esponenziale che arriva e si proietta oltre i tempi nostri.
La ricerca scientifica ha contribuito molto alla seconda fase moltissimo alla terza. In particolare la pandemia dovuta a covid 19 ha segnato un’accelerazione ed una intensificazione delle ricerche aventi per oggetto materiali sostenibili, sicuri, naturali. La maggior parte però dei prodotti delle ricerche non è ancora oggi commercializzata a causa degli elevati costi di produzione e la mancanza di codificati standard di qualità. La ricerca accademica, con le prove sui materiali e lo studio dei meccanismi di funzionamento, è davanti alla commercializzazione, come dimostrano le migliaia di lavori scientifici prodotti sul tema. È anche interessante rilevare la molteplicità delle discipline coinvolte, alternandosi atteggiamenti esclusivi monodisciplinari ad altri ben più aperti in favore di multi-pluri-inter-disciplinarietà.

Dettaglio di un convertitore analogico digitale stampato con materiali organici,
anziché con silicio, per il monitoraggio di alimenti nelle loro confezioni. Economico e veloce da realizzare. © Bart van Overbeeke
Quando i relativi risultati si trasferiranno alla produzione di imballaggi sicuri su larga scala saranno i consumatori ad usufruire di questi avanzamenti. Uno stadio intermedio nella fase di avanzamento con i nuovi materiali inseriti all’interno dei sistemi oggi operanti è probabilmente un saggio approccio metodologico.
Oggi vengono classificati 3 tipi di imballaggi avanzati: gli smart dotati di sensori, in genere Biosensori, per il controllo che il contenuto non subisca danni durante il tragitto; gli imballaggi attivi in cui il materiale del contenitore è additivato con composti che possono essere assorbiti o rilasciati nelle due direzioni contenuto/contenitore e viceversa; gli imballaggi intelligenti dotati di sensori di controllo del contenuto come negli smart, ma anche in questo caso dell’ambiente circostante per evitare che da esso derivino rischi per il contenuto ed anche per l’integrità dell’imballaggio. Sono numerosi i materiali degli imballaggi di nuova generazione, usati sia come base sia come additivi partire da biopolimeri, cellulosa, proteine, amidi, polisaccaridi formabili in 3D. Quando si utilizzano additivi questi vengono ricercati con attenzione a proprietà specifiche, antibatteriche, antiossidanti, passivanti
