In memoria di Will Steffen.

Claudio Della Volpe

Will Steffen, nato in USA ma professore di chimica per anni in Australia è stato con Paul Krutzen l’inventore del concetto dell’Antropocene e con Johan Rockström ha iniziato il dibattito mondiale sui limiti planetari e sul concetto di spazio operativo sicuro per l’Umanità.

E’ morto a 75 anni nello scorso gennaio per una grave forma di tumore del pancreas.

Era nato a Norfolk nel 1947 completando gli studi di Chimica prima nel Missouri e poi in Florida con un PhD ottenuto nel 1975.

Si era poi trasferito in Australia dove aveva iniziato ad interessarsi ai problemi ambientali; aveva accettato fra i primi l’idea della cosiddetta “grande accelerazione”, ossia il fatto che l’impatto umano sul pianeta era entrato in una fase quantitativamente nuova dopo la seconda guerra mondiale con la rottura di parecchi fra i precedenti equilibri ecologici.

In Australia aveva collaborato a tutte le iniziative riguardanti le nuove idee che si stavano sviluppando all’epoca e che trovavano ancora parecchia resistenza sia nell’ambiente scientifico che fuori, in particolare due idee base erano l’Antropocene, ossia il fatto che l’Umanità stava cambiando le condizioni geologiche del pianeta in un modo che sarebbe rimasto documentato per millenni a venire e che per questo era giusto introdurre una nuova epoca geologica e l’altro concetto che la Terra è una ecosfera limitata, non infinita e che dunque possiede dei limiti intrinseci che non possono essere violati a pena di distruggerli.

Nel 1988 ha fatto parte della spedizione ANU che ha scalato il Monte Baruntse, alto 7.162 metri in Nepal, una guglia ghiacciata a est dell’Everest. Della sua scalata, Will una volta disse: L’arrampicata è come la scienza. Per salire su una roccia dura o una scalata su ghiaccio, proprio come quando stai risolvendo un problema nel ciclo del carbonio, devi essere ultra-concentrato, devi prendere decisioni olistiche e devi essere assolutamente consapevole di ciò che ti circonda. Quando scendi da una grande salita, apprezzi davvero la bellezza di ciò che ti circonda. Questa è la sensazione che si ottiene nella scienza quando si risolve un grosso problema e improvvisamente si vede come tutto si incastra.

(https://theconversation.com/weve-lost-a-giant-vale-professor-will-steffen-climate-science-pioneer-198873)

Quando il governo Abbott chiuse la Commissione sul clima nel 2013, Will e i suoi colleghi – Tim Flannery, Lesley Hughes e Amanda McKenzie – non si dimisero semplicemente. Al contrario raccolsero 1 milione di dollari australiani in una settimana e fondarono il Climate Council, che è ora una delle principali fonti indipendenti di consulenza sul clima in Australia.

(https://theconversation.com/weve-lost-a-giant-vale-professor-will-steffen-climate-science-pioneer-198873)

Ha pubblicato molti lavori per dare una veste concreta sia all’idea di Antropocene che a quella dei limiti planetari, divenuti entrambi, anche grazie al suo lavoro certosino, dei “memi” sempre più pervasivi, che oggi sono conosciuti a livello mondiale nonostante la lotta spasmodica dei gruppi culturali negazionisti, molto forti in ambito anglosassone ed americano (anche grazie agli enormi finanziamenti ricevuti dal mondo petrolifero, carbonifero e gasiero).

Una lista di questi lavori potete trovarla per esempio qui.

Forse il migliore ricordo è quello di ripubblicare uno dei suoi più noti grafici come ha fatto Nature physics di recente (Volume 19 | March 2023 | 301 ):

Un grafico in cui si riassumono i trend storici dei più importanti parametri ambientali e climatici ma anche legati ai limiti di risorse del pianeta, argomenti che sono tutti connessi fra di loro come è chiaro a qualunque chimico, gli argomenti di cui si era occupato tutta la vita.

Nel 2020 Will scrisse in una lettera ad alcuni suoi colleghi:

Sono arrabbiato perché la mancanza di un’azione efficace sui cambiamenti climatici, nonostante la ricchezza non solo di informazioni scientifiche ma anche di soluzioni per ridurre le emissioni, ha ora creato un’emergenza climatica”. “Gli studenti hanno ragione. Il loro futuro è ora minacciato dall’avidità della ricca élite dei combustibili fossili, dalle bugie della stampa di Murdoch e dalla debolezza dei nostri leader politici. Queste persone non hanno il diritto di distruggere il futuro di mia figlia e quello della sua generazione.

Si, dopo tutto aveva 75 anni, ma molto ben portati.

Da leggere o (ri) leggere.

https://royalsocietypublishing.org/doi/abs/10.1098/rsta.2010.0327