Campioni di scienza.

Il primo, in ordine alfabetico, è Lutz Ackerman (Institut fuer Organische und Biomolekulare Chemie, Georg-August-Universität Göttingen) mentre l’ultimo è Jeffrey I. Zink ( Department of Chemistry and Biochemistry, UCLA, U.S.A.). Stiamo parlando dell’elenco dei chimici più citati al mondo, comprendente circa 200 nomi e pubblicato il 18 giugno 2014 da Thomson Reuters IP & Science).  La scelta è basata sui dati di InCites eWeb of Science e l’articolo di presentazione è significativamente intitolato “The World’s Most Influential Scientific Minds: 2014” (http://thomsonreuters.com/articles/2014/worlds-most-influential-scientific-minds-2014). I nomi che compaiono nell’elenco (http://highlycited.com/) sono prevalentemente associati a istituzioni accademiche U.S.A., seguono : Canada, Cina, Germania, Giappone , Corea del Sud ed altri. Tra le nazioni europee, spuntano anche la Danimarca, l’Olanda e, almeno una volta, la Spagna. Da registrare il fatto che alle istituzioni americane sia legato un buon numero di scienziati di altri Paesi, tra cui spicca l’Arabia Saudita.  Nulla di strano, vista l’ospitalità e i mezzi che le Università statunitensi sono notoriamente  in grado di assicurare a chi lo merita.

Bisogna perdere un po’ di tempo e scorrere pazientemente la lunga lista per imbattersi in uno scienziato italiano che si è meritato l’alloro in Patria. Si tratta, manco a dirlo, di Maurizio Prato (Università di Trieste). A dire il vero ci sono altri nomi che indicano l’origine italiana ma si riferiscono a scienziati che lavorano altrove.

prato

Fatti i doverosi e sinceri complimenti al nostro unico portabandiera, non si può essere entusiasti del risultato. Lo dice chi, come storico della scienza (seppur dilettante), ha una certa allergia per le graduatorie di merito, soprattutto per quelle basate sulle citazioni. Come insegna il passato, le conquiste scientifiche importanti e durature  sono derivate da uno sforzo collettivo al quale hanno cooperato molte menti e molte competenze, in misura diversa. Qualcuno è emerso, per vari motivi e non sempre per meriti eccezionali, così ci ricordiamo di lui.

Sta di fatto, tornando alla citata graduatoria, che per quanto riguarda le scienze agrarie i nomi di scienziati italiani, che lavorano in Italia, sono almeno sei. Questo risultato, insieme a quello della medicina che ne ha addirittura quindici, della farmacologia e dell’astrofisica, è stato giustamente registrato anche da Simone Valesini per www.wired

(http://www.wired.it/scienza/2014/06/25/55-italiani-tra-ricercatori-piu-influenti-del-pianeta/ ),

(http://www.galileonet.it/articles/53abcc46a5717a4e3c000007).  Le citazioni si riferiscono al periodo 2002-2012 e gli scienziati in elenco sono 3200. Chi ha tempo potrà consultare l’intero elenco e magari scoprire qualche altro chimico, magari in un settore diverso dalla chimica, il cui nome è sfuggito involontariamente. Nella scienza dei materiali, ad esempio, c’è un altro nome italiano: si tratta del Prof. Bruno Scrosati.

Bruno_Scrosati

Anche a lui i più sinceri complimenti di chi scrive.

In conclusione, con tutti i limiti che hanno queste graduatorie e considerando che alcuni chimici danno eccellenti contributi anche al di fuori del loro specifico settore, questo è un segnale che forse non bisognerebbe trascurare con un’italica scrollata di spalle.

(mt)

5 pensieri su “Campioni di scienza.

  1. Come prevedevo, c’è qualche altro connazionale che pur essendo un chimico compare in area di ricerca diversa. Un esempio è quello delle “Geosciences” dove troviamo i bolognesi Sandro Fuzzi e Maria Cristina Facchini (CNR) hai quali rivolgo i miei rallegramenti.

  2. Sono d’accordo con il professor Taddia quando afferma che, al di là del sistema delle graduatorie poco realistico in taluni casi, il fatto che vi siano pochissimi connazionali nell’elenco è sintomatico di un problema di fondo del sistema accademico italiano di cui ormai tutti sono a conoscenza, chi in termini più specifici e chi in termini più generali. Questa nuova graduatoria funge da indicatore, anche se magari non troppo preciso, e dovrebbe servire come ennesima riprova della necessità di invertire il trend negativo ormai consolidato.
    Riccardo, studente di Chimica.

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