Giorgio Nebbia è una figura nota a chi si occupa di ambiente e di chimica, ha contribuito alla nascita e poi allo sviluppo dell’ambientalismo in Italia, ma non solo.
Oggi compie 90 anni e (anche a nome della redazione del blog) gliene auguro altri 100.
Giorgio Nebbia è nato il 23 aprile 1926 a Bologna (che si conferma ancora una volta “la dotta”) e si è laureato in chimica nel 1949. Dal 1959 al 1995 ha insegnato Merceologia presso l’Università di Bari, di cui è oggi professore emerito. Ha ricevuto varie lauree honoris causa in altri atenei italiani, in scienze economiche. Da qualche anno è socio onorario della SCI.
Come merceologo si è occupato soprattutto del ciclo delle merci, ma anche di energia solare, uno dei pionieri in questo settore, di dissalazione dell’acqua e di acqua in genere.
Eletto Deputato nella IX legislatura e Senatore nella X, sempre nell’ambito della sinistra, si è battuto contro l’energia nucleare.
La sua attività non si è affatto conclusa con la pensione, anzi, si è incrementata non solo in campo pubblicistico, ma con la costituzione dell’Archivio Giorgio e Gabriella Nebbia, presso il centro di storia dell’Ambiente della Fondazione Luigi Micheletti
I lettori del blog lo conoscono per i molti articoli dedicati alla storia della Chimica e delle merci in genere, che sono una piccola parte della sua attività pubblicistica.
Non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, anche se ho letto molti dei suoi libri ed articoli (tutti sarebbe difficile vista la mole, ma se arrivo anche io a 90….) e ho imparato da lui fin da studente; mai avrei pensato poi di collaborare con lui , e invece, da quando esiste questo blog, quindi da oltre tre anni, questo sogno mi si è avverato.
Giorgio è una persona di una energia incredibile, che trovate aver già esplorato cose che a voi vengono in testa solo adesso; lui di solito ci ha già pensato, si è documentato e ci ha scritto qualcosa già da qualche anno. E lo scoprite di solito quando cercate di documentarvi anche voi, oppure quando chiedete o ponete un problema; allora lui di solito, in silenzio quasi, umilmente e scusandosi, vi manda un file che vi risolve il problema; e casomai vi apre altri scenari.
Me lo immagino a tavolino a leggere, scrivere, con quei suoi occhietti acuti; la voce non la conosco, ma posso immaginarmela e potete anche voi da questa conferenza in rete:
https://www.youtube.com/watch?v=hFxKMUEduew
A Napoli, non so se Giorgio ci è mai stato, si direbbe “Giorgio è un signore”; non so se ad uno con le sue idee da “comunista” farebbe piacere un complimento del genere, ma a me è venuto in testa più volte e adesso glielo faccio.
Molti colleghi chimici ho incontrato che sono stati importanti nella mia vita, ma Giorgio ha svolto un ruolo particolare e crescente, che mai avrei immaginato.
Fra qualche giorno Giorgio sarà ufficialmente festeggiato in Parlamento e direi che non solo se lo merita, ma nella temperie negativa, che spesso la politica vive, queste iniziative sono un faro: qualcuno di onesto, di corretto, di competente esiste.
Giorgio grazie e ancora 100 di questi giorni, con tutto il cuore.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Nebbia
http://www.fondazionemicheletti.it/nebbia/
(cdv)
Ho avuto la possibilità di corrispondere, per il momento in una sola occasione, via mail con Giorgio Nebbia. E di leggere, per il momento, solo un suo libro, breve ma densissimo, come da tempo non ne trovavo. Uno di quei libri che, pur mostrando l’implicita vastissima cultura dell’autore, accompagnano il lettore in mondi diversi con grande naturalezza. E “l’arte” del Nebbia scrittore è stata proprio in questo farsi veicolo verso il lettore della complessità del mondo in cui viviamo.
“Ambientiamoci” è una raccolta di brevi saggi e articoli di ecologia che mi ha riportato alla mente i miei (antichi) studi filosofici, in cui l’Heidegger “minore” (non quello di “Essere e tempo”, ma quello di “In cammino verso il linguaggio”) compie sua la potente metafora della natura, secondo una etimologia dal tedesco a tratti suggestiva: si è immersi nel linguaggio allo stesso modo in cui lo si è in una foresta; la discussione (Erörterung) è un “condurre a (verso un) luogo” (Ort – “contenuto” nella parte centrale della parola precedente) lungo sentieri (Weg) che si perdono (Irrwege) o portano da qualche parte (Holzweg, magari a una radura (Lichtung) dove le idee si fanno più chiare (Licht è luce, chiarore).
Ecco, leggere questo libriccino è fare un viaggio attraverso la storia dell’ecologia, che parte dall’opera di Vladimir Ivanovich Vernadskij (1863-1945) autore de La biosfera e la noosfera e successivamente de La Geochimica e La biosfera, opere comparse in russo e in francese (perché l’autore insegnò per un periodo anche a Parigi). Parlando della Geochimica Nebbia ci dice che “non è mai stato tradotto in italiano, pur essendo un libro ricco di informazioni e di intuizioni“. Al punto che parlando delle interazioni tra le sostanze prodotte dall’uomo e l’atmosfera Vernadskij parla chiaramente delle alterazioni del clima dovute alla composizione chimica dell’atmosfera.
Ancora citando Nebbia: “La biosfera ha avuto solo di recente una traduzione parziale in inglese, da cui è stata realizzata una traduzione, parziale anch’essa, in italiano, pubblicata dall’editore “red” di Como con una buona introduzione di Jacques Grinevald“. Quindi: non solo storia dell’ecologia, ma anche delle vicende editoriali dei libri in cui è raccontata.
La storia va avanti per arrivare ai giorni nostri, con grande ricchezza di informazioni e dovizia di dettagli. Al punto che, lo confesso, sono andato a cercare – e ho trovato su internet in una libreria antiquaria di Trieste – quel Vito Volterra (1860-1940) primo presidente del Cnr e uno dei pochi docenti universitari a non aver giurato fedeltà al fascismo, i cui scritti sono stati curati dal genero Umberto D’Ancona che nel 1942 fece uscire presso Einaudi La lotta per l’esistenza. E l’ho comprato anche perché Nebbia dice: “opera ormai rara, ma fondamentale per la comprensione dell’ecologia. […] Proprio la teoria di Volterra spiega che quando gli esseri viventi occupano uno spazio inquinato dai propri detriti il loro numero diminuisce, oppure essi si ammalano, proprio come accade a noi nell’aria inquinata delle città. Del resto, gli scritti sui “limiti della crescita”, iniziati con un celebre libro del Club di Roma nel 1972, erano proprio basati su una estensione delle leggi ecologiche della lotta per la vita“.
Come non accettare un consiglio di lettura come questo? E si potrebbe andare avanti ancora molto, in una narrazione avvincente che da sola, nelle 230 pagine in piccolo formato, fa da guida e orientamento all’esplorazioni di regioni che dovrebbero diventare patrimonio di tutti i cittadini: l’ecologia e l’economia ambientale.
Buon compleanno professor Nebbia!
E’ davvero un onore, e un grande stimolo collaborare a questo blog e quindi in ultima analisi con Giorgio Nebbia. Ed è bello che sia festeggiato con un convegno che ne celebri e riconosca il grande lavoro fatto. tanti auguri Giorgio!