Nell’ultimo numero di Journal of Archeological Science* un gruppo di ricercatori della University College di Londra, diretti dall’editor di JAS, Thilo Rehren, ha pubblicato un lavoro in cui dimostra che manufatti egiziani, presenti nel museo Petrie e databili al 3200 aC sono costituiti di ferro meteoritico.
La composizione del materiale è stata determinata mediante analisi ai raggi gamma, radiografia neutronica, diffrattometria delle polveri con rivelatore a tempo di volo (ToF-ND) e PIXE (emissione di raggi X a partire da bombardamento con protoni), ossia con le più moderne tecniche di analisi alcune non invasive.
La composizione dei manufatti, originariamente ritrovati a Gerzeh, nel basso Egitto, ricca di germanio, nichel e cobalto è la prova della sua origine meteoritica.
Questo ritrovamento dimostra che ci sono stati quasi duemila anni di tentativi di lavorazione metallurgica del ferro prima di arrivare alla lavorazione in senso moderno; la martellatura e la ricottura sono state le prime tecniche di lavorazione di un materiale che era considerato molto prezioso, alla stregua di pietre preziose vere e proprie.
*Rehren, Th., et al., 5,000 years old Egyptian iron beads made from hammered meteoritic iron, Journal of Archaeological Science (2013), http://dx.doi.org/10.1016/j.jas.2013.06.002