I chimici dell’Università di Padova

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo. 

a cura di Gianfranco Scorrano, ex Presidente SCI

Esiste un libro, scritto da Angelo Bassani (con un breve contributo di Virgilio Giormani) in due volumi di pagine 657 più 378, dal titolo La Chimica a Padova dalla caduta di Venezia alla seconda guerra mondiale (1797-1943). Sono,nei due libri, illustrati con dettaglio tutti gli eventi di interesse. Purtroppo la circolazione dei volumi è un po’ limitata ed è per questo che ho preparato un breve sommario, con riferimenti per favorire i lettori più veloci, per varie ragioni ed invitarli a leggere queste piccole storie di chimica. Si arriva al 1972: dopo di allora le scelte direzionali sono state fatte in termini generali e la gestione della direzione è divenuta più coordinata.

Vorrei ricordare che lavori analoghi sono stati fatti per varie sedi universitarie: Pisa, Firenze, Pavia etc.

Sarebbe forse opportuno collezionarle insieme. Che ne pensano gli autori?

(per contatti: Gianfranco Scorrano gianfranco.scorrano@unipd.it)

Marco Carburi

carburiFu il primo chimico nominato a Padova. Nato a Cefalonia nel 1731, nel 1740 fu portato dal fratello maggiore a Venezia e poi a Padova per completare i suoi studi e quindi a Bologna dove studiò medicina e dove divenne assistente di Bartolomeo Beccari, docente di chimica nella facoltà medica. Nel 1759, il Senato veneto istituì a Padova la prima cattedra di chimica e, sotto raccomandazione di Beccari, chiamò il Carburi a coprirla. Tuttavia, dopo la prima lezione, il Carburi fu subito incaricato di compiere, a spese del Senato, una lunga missione nell’Europa centrosettentrionale con lo scopo di studiare le tecniche estrattive e i processi di lavorazione nelle miniere. Nel dicembre 1767 ritornò a coprire la cattedra di chimica. Pur nelle difficoltà della sede (raccontò di non aver trovato a Padova una sia pur piccola sostanza alcalina pura o un acido concentrato) contribuì a risolvere alcuni problemi seri: per esempio creò una carta incombustibile (1772), importante per la preparazione dei cartocci delle cariche in artiglieria.

medagliacarburiL’altro grosso problema affrontato da Carburi è stato quello della costruzione di cannoni in fusione per i vascelli da guerra. Nel 1783 finalmente il Carburi indirizzò le sue indagini verso la ghisa e ottenne un metodo di fusione mortai che resero possibile a Angelo Emo, nel 1784, di bombardare Tunisi e Biserta compiendo l’ultima grande impresa della marineria veneta.

Da un punto di vista generale le idee scientifiche di Carburi rientravano nella tradizione flogistica. Anche quando le nuove idee di Lavoisier e dei suoi seguaci arrivarono nel veneto, Carburi rimase convinto della bontà del flogisto, arrivando a chiedere al suo assistente, G.Melandri, destinato a divenire il suo successore, di mai abbandonare le idee di Stahl e Priestley.

Il Carburi morì a Padova il 4 dicembre 1808.

NOTA.- Medaglia di benemerenza coniata presso la Zecca di Venezia nel 1772. Opus: Antonio Schabel. (AE – ÿ 51,1 mm – 72,2 g).

D/ RESPUBLICAVENETA – A(NTONIUS) SCHABEL FEC(IT). Il Leone di San Marco, accosciato e retrospiciente verso sinistra, con libro aperto e seduto su basamento.

R/ M(ARCO) COM(ITI) CARBURIO P(ROFESSORI) CHYMICAE ANTEC(ESSORI) MUNIFICENTIA SENATUS A(NNO) MDCCLXXII. Scritta in cinque righe; due fusti di cannone incrociati con relative palle, due fregi barocchi in alto e in basso.

Per saperne di più: Ugo Baldini http://www.treccani.it/macarburi_(Dizionario-Biografico)/                                                                                      Virgilio Giormani, in “Professori e scienziati a Padova nel settecento”,2002, AntiliA Ed., pag.125-131

                                                                                                                              

Girolamo Melandri Contessi

Nasce a Bagnocavallo, presso Ravenna, il 29 marzo 1784 da Giovanni Melandri e Ottavia Contessi.

girolamomelandricontessiPoiché la famiglia desiderava che diventasse farmacista, fece pratica a Ravenna, in una farmacia e in quella dell’ospedale. Nell’ottobre 1802 iniziò a frequentare l’Università a Bologna passando poi, nel 1803, a Pavia dove tra gli altri insegnava L.V.Brugnatelli. Si laureò in medicina nel 1806, divenne allievo di Brugnatelli, e fu chiamato nello stesso anno da P.Moscati, direttore della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia, presso il suo laboratorio chimico privato. Nel gennaio 1807 lo stesso Moscati lo nominò “dimostratore e operatore” di chimica generale all’Università di Padova, per coadiuvare M.Carburi. Melandri supplì Carburi fino alla morte (1808) subentrandogli prima come supplente con lo stipendio di ordinario (1809). Nell’aprile successivo ne sposò l’unica figlia, Vittoria.

Pubblicò lavori su nichel, numerosi lavori sulle acque minerali, si interessò di migliorare gli studi universitari, pubblicò libri su chimica generale, teorica e pratica. Tra i moltissimi incarichi governativi è da citare il modo di preservare dalla corrosione le fodere di rame che proteggevanole navi dall’attacco degli organismi marini.

Avendo ereditato le cospique fortune degli zii materni Contessi, cambiò il cognome in Melandri Contessi.

Morì improvvisamente a Padova il 24 febbraio 1833.

Per saperne di più

Virgilio Giormani in

http://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-melandri.contessi_(Dizionario-Biograficao)/

Francesco Ragazzini

ragazziniNasce a Bagnacavallo il 10 gennaio 1799 e arriva a Padova nel 1817. Dopo tre anni di studi filosofici e poi 5 anni di quelli medici, si laureò in medicina il 28 agosto 1825. Fu immediatamente assunto come assistente supplente: tuttavia il seguente concorso fu vinto da Menis, friulano, che aveva,a differenza di Ragazzini, il requisito della cittadinanza. Tuttavia, Menis non fu approvato da Melandri per cui, scaduto nel 1828 l’incarico a Menis, Melandri ripropose Ragazzini, testimoniando che la residenza di Ragazzini durava da più di dieci anni e così ne permise la nomina (22 febbraio 1828).

Nel 1833, morto Melandri, Ragazzini partecipò al concorso per la sua sostituzione e diventò professore di chimica generale, cattedra che tenne fino al congedo (1864).

Morì a Padova il 17 agosto 1873.

Pubblicò in particolare sull’analisi delle acque nel veneto.

Francesco Filippuzzi

Nato a San Daniele del Friuli l’8 settembre 1824 da Antonio e Caterina Comessati, si laurea in chimica presso l’Università di Padova l’11 agosto 1852. Ricevette sussidi dalla autorità austriaca del Lombardo-Veneto per recarsi nel laboratorio dell’Università di Vienna (direttore Redtenbacher) dall’ottobre 1853 all’agosto 1856. L’anno successivo ebbe un altro finanziamento per visitare vari laboratori in Germania e anche in Alsazia e a Parigi.

Al ritorno a Padova fu nel 1858 nominato straordinario di Chimica Generale e successivamente, dal 1864, ordinario della stessa disciplina. Nello stesso anno 1858 si acquistò, per l’Istituto di chimica, un palazzo di via dei Portici Alti (ora via San Francesco) allora attiguo, poi annesso, al fabbricato centrale universitario. Adattato nel 1864, e fino al 1919, l’Istituto di Chimica Generale fu poi trasferito in Via Loredan, nel nuovo quartiere universitario.

Nell’anno accademico 1980/81 profonde manifestazioni da parte degli studenti iniziarono ad impedire al Filippuzzi di proseguire il corso di lezioni: gli studenti contestavano il metodo di insegnamento, la sovrabbondanza della materia insegnata, la scarsezza delle pubblicazioni e la difficoltà degli esami. Il Filippuzzi si ritirò per alcuni mesi dall’insegnamento, lasciando al Brugnatelli il compito di presiedere la sessione estiva di esami, e poi anche quella di ottobre, mentre il corso continuava a opera degli assistenti Anderlini e Martini. Nell’anno accademico successivo, Filippuzzi riprese il corso, ma continuarono le proteste degli studenti. Il 7 giugno 1882 il ministro Baccelli nominò una commissione, costituita da Michele Lessono, Francesco Magni e Paolo Tassinari per risolvere la questione. Le decisioni della commissione (21/6/1982) furono pesanti per gli studenti con la perdita della sessione estiva di esame e con la precisazione che la sessione autunnale sarebbe stata tenuta dal titolare della cattedra e con l’aggiunta di una ammonizione severa e nella forma più solenne. I provvedimenti per il docente arrivarono più tardi quando il ministro decise di conferire a l Prof. Spica Marcatajo Pietro l’insegnamento di Chimica Generale per medici e farmacisti, lasciando a Filippuzzi quello per la Facoltà di Scienze. Anche la Chimica Docimastica veniva tolta a Filippuzzi e spostata a Spica e Ciotto.

Filippuzzi continuò ad insegnare per alcuni anni, poi, nel 1886 chiese un congedo per una grave malattia, dalla quale non si riprese, e si spense a Padova il 22 luglio 1886.

Di Filippuzzi appaiono elencati sugli annuari dell’università solo 4 lavori, apparsi dal 1852 al1856. Nulla da quando fu nominato professore alla pensione.

Dopo il pensionamento di Filippuzzi, la chimica padovana iniziò una serie di docenti professori le cui brevi biografie sono state reperite in documenti, in particolare commemorazioni su riviste chimiche, per le quali si rimanda ove possibile a queste collezioni facilmente accessibili. Si riporta quindi il nome e il periodo di docenza del professore, con brevi note biografiche solo quando non facilmente accessibili.

E’ una raccolta di piccole biografie, o meglio di lunghi necrologi, riguardante circa 700 chimici italiani. In maggioranza dagli anni 20 agli anni 90, con alcune escursioni prima e dopo

E’ una raccolta di piccole biografie, o meglio di lunghi necrologi, riguardante circa 700 chimici italiani. In maggioranza dagli anni 20 agli anni 90, con alcune escursioni prima e dopo
http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

!886-87. Francesco Anderlini, incaricato,notizie a pag 140 di LA CHIMICA ITALIANA  http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1887-89. Giacomo Ciamician, notizie a pag 40 di LA CHIMICA ITALIANA  http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1889-91. Francesco Anderlini, incaricato, notizie a pag 140 di LA CHIMICA ITALIANA   http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1891-1906. Raffaello Nasini, notizie a pag.122 di LA CHIMICA ITALIANA   http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1906-17. Giuseppe Bruni, notizie a pag.287 di LA CHIMICA ITALIANA
http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1917-32. Arturo Miolati, notizie a pag 451 di LA CHIMICA ITALIANA
http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

Nota che nel 1932 venne fondato l’Istituto di Chimica Fisica di cui Miolati fu direttore fino al 1937, vedi in fondo

1932-1954. Carlo Sandonnini.

sandoniniNato a Modena, il 23 ottobre 1884, aveva lì iniziato nel 1902 gli studi di chimica con Gaetano Magnanini, laureato e collaboratore di Ciamician a Padova. Nel 1906, essendo stato distrutto da un incendio l’Istituto di Chimica, Sandonnini decise di continuare i suoi studi nell’Università di Padova dove seguì gli ultimi corsi con Nasini e si laureò nel 1907 con il suo successore Giuseppe Bruni.

A Padova iniziò la sua carriera come preparatore divenendo aiuto nel 1912, anno in cui conseguì la libera docenza in chimica generale.

Dopo la guerra, riprese il posto di aiuto, sotto Miolati, e cooperò alla sistemazione dell’Istituto che aveva subito gravi danni in seguito all’occupazione militare. Coprì per alcuni anni l’incarico di chimica fisica e di chimica organica e nel 1927 vinse il concorso per il posto di professore non stabile di chimica generale inorganica e organica all’Università di Ferrara.

Prese possesso della cattedra a Ferrara, senza però lasciare l’insegnamento di Chimica Organica a Padova, tanto che nel 1929 fu trasferito alla cattedra di Chimica Organica della Facoltà di Farmacia a Padova, in sostituzione della cattedra di chimica farmaceutica lasciata libera per pensionamento da Pietro Spica Marcatajo. Dal 1933 tenne, fino al 1954, la cattedra di Chimica Generale.

La sua opera, protesa verso l’innalzamento del livello degli studi, portò alla istituzione del corso di laurea in Chimica industriale e alla riforma degli studi di Farmacia, con la creazione dell’attuale laurea in Farmacia in sostituzione del Diploma e della laurea mista in Chimica e Farmacia.

Fu orgoglioso di aver potuto affidare la continuazione della sua opera a Padova a tre suoi allievi (Bezzi, Croatto e Riccoboni). Passò gli ultimi anni in non buone condizioni di salute e si spense nel 1961.

1954-69. Ugo Croatto

1969-72. Aldo Turco notizie a pag 732 di LA CHIMICA ITALIANA http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

Cattedra e Istituto di Chimica Fisica

1932-37. Arturo Miolati notizie a pag 451 di LA CHIMICA ITALIANA http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1938-61. Giovanni Semerano notizie su http://www.istitutoveneto.it/flex/FixedPages/Common/accademici_deceduti.php/L/IT/UT/systemPrint/IDS/139

1961-72. Giovanni Giacometti

Cattedra e Istituto di Chimica Organica

1949-64. Silvio Bezzi notizie a pag 573 su http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1964-70. Ernesto Scoffone notizie a pag 643 su http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf

1970-72. Giorgio Modena notizie su http://www.soc.chim.it/it/commemorazioni