Claudio Della Volpe
Recensione di Emergenza Energia- Non abbiamo più tempo
Nicola Armaroli Ed. Dedalo-Le grandi Voci Pag 96 luglio 2020
Sono ben contento di fare questa recensione, perché pare che il Covid ci abbia tolto dalla testa tutte le altre preoccupazioni eccetto quella biologica e quella economica; ma non è così.
Come ironicamente mostrato nella vignetta che riprende la “grande onda” di Hokusai, ci sono una serie di grandi onde che ci aspettano e il libretto di Nicola Armaroli ci aiuta a rimettere le cose in prospettiva. La vignetta che cito è ironica fino ad un certo punto, in realtà è abbastanza ben fatta.
Come potete vedere è rovesciata rispetto all’originale di Hokusai; ma c’è una ragione; nella cultura giapponese le opere si guardano da destra a sinistra e dunque si vede prima l’uomo, le barche di pescatori in lotta contro il mare per sopravvivere, e solo dopo la grande onda; così nella vignetta, che si rivolge ad un lettore occidentale che legge da sinistra a destra, si rovescia il tutto, e rimane prima il genitore (o forse un messaggio politico-pubblicitario) che dice di lavarsi le mani e poi tutto andrà bene e subito dopo a destra un gruppo di mostruose onde di dimensione crescente che invaderanno la realtà umana di lì a poco.
Attenzione però, per molti aspetti il messaggio che ci arriva da Nicola Armaroli è diverso da quello della vignetta; Nicola ci dice con chiarezza che non abbiamo più tempo, e dunque sottintende che possiamo e dobbiamo agire per affrontare la questione energetica ed ambientale che ne consegue.
Dunque le onde gigantesche potrebbero smorzarsi e di parecchio, a patto però di prendere decisioni gravi, importanti, come abbiamo fatto e stiamo facendo per affrontare il virus. La domanda dunque a cui Nicola cerca di rispondere, proprio a partire dal sottotitolo, è: cosa è l’equivalente del distanziamento e delle mascherine e del vaccino nel caso della questione energetica?
In questo blog abbiamo scritto più volte che la pandemia non è un caso, un cigno nero, è un fenomeno che si è già presentato e ripetutamente nella nostra storia e che si sapeva si sarebbe ripresentato ancora a causa della modalità sempre più invasiva con la quale ci inseriamo nei cicli naturali.
Ma la medesima riflessione vale per le questioni climatiche o per i cicli degli elementi.
Si tratta di un libro breve, meno di 100 pagine, scritto in stile colloquiale, del tutto amichevole si legge velocemente; ma attenzione, questa apparente semplicità potrebbe ingannare, nel senso che a tratti si densifica improvvisamente e in poche frasi sintetizza o concentra concetti non banali.
In qualche modo nello stile o meglio sotto lo stile di Nicola il divulgatore si avverte un altro Nicola, lo scienziato originale e spesso profondo.
Fin dall’introduzione l’autore si pone due scopi:
“Lo scopo di questo libro è affermare con forza che non esiste più alcun margine di discussione. La scienza ha già dimostrato che la crisi climatico-ambientale è causata dall’uomo ed è figlia di due problemi: un sistema energetico decrepito, da cambiare con urgenza, e un sistema economico malato, basato sul falso presupposto che la Terra sia un deposito inesauribile di risorse ed una discarica di rifiuti senza limiti.”
Il primo di questi scopi viene abbondantemente raggiunto con una analisi serrata che si svolge a partire dai primi capitoli che riprendono temi cari all’autore: cosa è l’energia, quanta ne usiamo e ne abbiamo a disposizione. L’analisi si sviluppa poi con una descrizione di ciò che è successo nel mercato del petrolio fino a ieri l’altro.
Subentrano poi le conseguenze dell’uso massiccio dei fossili: la descrizione dei meccanismi del riscaldamento globale e anche di alcune comuni bufale che cercano di criticare i risultati scientifici: per esempio che le variazioni della concentrazione di gas serra sono troppo piccole per avere gli effetti che invece hanno.
Qui a pag. 40 per esempio c’è una delle frasi dense che dicevo prima: “La buona notizia è che lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico non comporta un aumento del livello dei mari perché il ghiaccio ha un volume maggiore dell’acqua”
Questo è un modo certamente originale di descrivere le conseguenze della fusione del pack artico che lascia un istante perplessi; è giusto certamente, ma apre uno squarcio in un modo non comune di affrontare la questione. Chiaro che se il ghiaccio avesse una densità maggiore dell’acqua e fondesse, il mare aumenterebbe di livello; invece avendolo inferiore vi galleggia e la conseguenza è che il livello dei mari complessivo è del tutto insensibile a questa particolare fusione; fuso o meno il pack, il livello non cambia, nell’altro caso invece aumenterebbe. Sono d’accordo, ma vi assicuro che ci ho messo qualche minuto, ero abituato ad un altro approccio. Questo è utile per evitare la classica dimostrazione di fisica elementare, che però richiede qualche riga di algebra, mentre qua l’autore, in modo ripeto originale, ce la risparmia.
A questo punto parte la seconda parte, l’equivalente del lockdown o del vaccino: cosa possiamo fare in questa situazione, ossia usare l’energia solare.
Questo è l’argomento più caro all’autore che parte veloce nella descrizione entrando nel merito delle varie alternative energetiche, chiarendone le differenze ed i limiti e tratteggiandone le prospettive. In uno dei capitoletti riprende anche la critica al nucleare di fissione.
C’è un capitolo che si vede viene dalla vita vissuta di una persona che ha cercato di vivere concretamente un altro modo di gestire la propria energia a casa e nella mobilità.
Qua mi sarebbe piaciuto forse un modo meno personale di valutare le cose; personalmente non ho alcun dubbio che la singola auto elettrica sia meno “inquinante” climaticamente ed ambientalmente; mi chiedo però se sia questo il punto di vista che risolve anche il secondo punto posto dall’autore, ossia quello del sistema economico; il nostro sistema economico impone un futuro di miliardi di auto private elettriche; tali miliardi di auto quanto sono sostenibili? In altre parole il sistema economico è malato perché esistono milioni di auto private fossili e dunque guarirebbe con milioni di auto private elettriche o perché esistono milioni di auto private? La casetta individuale ben isolata che alimenta il risparmio energetico e l’auto personale (nella figura di pag. 75) è una soluzione sulla scala dei miliardi di uomini? Il sistema economico malato lo è proprio dal punto di vista sociale, non tecnico e dunque ci sono forse aspetti che si potevano indicare e mettere in discussione, cosa che l’Autore d’altronde aveva già fatto per esempio nel testo scritto a quattro mani con Vincenzo Balzani (Energia per l’astronave Terra).
Nell’ultimo capitolo intitolato “non sarà una passeggiata” Armaroli introduce una serie di aspetti problematici della transizione energetica come la disponibilità di risorse per la produzione dei nuovi manufatti, il ritorno energetico, l’EROEI e la disparità sociale; lo fa densamente, ogni parola pesa, ma ovviamente in un libretto come questo non si poteva parlare di tutto.
Tuttavia proprio qui, alla fine della lettura, che lascia la voglia di leggere altro, sarebbe stato utile indicare qualcosa per approfondire le problematiche, una serie di consigli di lettura.
In ogni modo ripeto non si può scrivere tutto in meno di 100 pagine; ben venga dunque questa agile e brillante confutazione dei paradossi del mondo fossile, utile per chi voglia farsi un’idea aggiornata della situazione e forse adatta al mondo che ha prodotto twitter, poche parole ma dense.