Ma le armi chimiche fanno notizia solo quando uccidono?

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

a cura di Claudio Della Volpe

(il titolo di questo prestigioso articolo vorrebbe imitare il titolo di un famoso romanzo di fantascienza ma non vi dico quale, dovete scoprirlo voi e se ci riuscite vi regalo un chilo di gas mostarda, abilmente sottratto a Gioia Tauro)

Precedenti post su armi chimiche:qui, qui e qui.

Per mesi gli organi di stampa, che esprimono la chemofobia dominante ci hanno “appallato “ (scusate il termine poco consono ma quando ci vuole ci vuole) con terrificanti descrizioni di migliaia di tonnellate di prodotti velenosi , le armi chimiche siriane, distrutte per idrolisi e quindi “ovviamente” buttandole a mare e piangendo sulle infauste conseguenze che una tale assurdità avrebbe potuto provocare in un mare chiuso come il Mediterraneo (come se non lo provocherebbe in qualunque altro posto del mondo). Una pazzesca sciocchezza chemofobica!

E noi a svenarci, a spiegare in tutte le salse che no, che l’idrolisi era un processo fatto in un reattore chiuso, a bordo di una nave che sarebbe stazionata nel Mediterraneo per pura praticità; che gran parte dei prodotti avrebbe raggiunto altri lidi già da subito, che i prodotti della distruzione avvenuta nel reattore per idrolisi alcalina non sarebbero stati mai gettati in mare ma raccolti con religiosa attenzione e poi trasportati in qualche sito di smaltimento terrestre ed attezzatissimo e manco in Italia; che gli ispettori CHIMICI dell’OPCW avrebbero vegliato nottetempo sulla incolumità di questa ampia ignorante, inquinante e chemofobica comunità.

Niente!

Ancora oggi si trova qualcuno perfino tra i colleghi che si chiede con indignazione ma l’idrolisi ha poi distrutto la fauna e la flora del mediterraneo?

E fra le migliaia di giornalisti veri e proprii ignoralisti, (come li chiamo io con anagramma originale e di cui rivendico la invenzione) ce ne fosse stato qualcuno che si fosse chiesto: ma allora come mai non siamo tutti morti sulle spiagge nostrane a causa della “idrolisi” delle armi chimiche?

Il fatto è che un cane che morde un uomo non fa notizia, ma solo un uomo che morde un cane; in pratica se le cose vanno bene, la Chimica fa il suo dovere, i Chimici pure le organizzazioni internazionali per una volta, dico una, si comportano bene e le armi chimiche invece di ammazzare qualcuno diventano una vaga puzzetta all’orizzonte, nessuno se ne frega.

Eh no! Caspita dico io; adesso vi “appallerò” io con l’elenco di tutte le cose che sono andate bene GRAZIE all’azione dei chimici e della Chimica (e anche di qualche italiano); nessuno è morto manco un solo incindentucolo, manco una sola puzzetta ha ammazzato, ma che dico, disturbato una cernia; abbiamo lasciato, noi chimici inquinatori che venisse pescata e mangiata fino almeno all’overshoot day, qualche giorno fa. Poi ce ne siamo lavate le mani con pericoloso monossido di di-idrogeno.

Come è andata? Potete leggere la sequenza delle azioni sul sito della OPCW:

http://www.opcw.org/

Allora il 2 luglio dopo lunga attesa la Cape Ray imbarcava a Gioia Tauro quasi 600 tonnellate di prodotti da idrolizzare; si trattava di circa le metà di tutto il materiale che era stato portato via dalla Siria (solo 120 t di alcool isopropilico utilizzato per produrre in situ il Sarin, ossia l’agente nervino, per reazione con metilfosfonildifluoruro (DF) erano state già distrutte in Siria); si trattava di 23 t di mostarda allo zolfo ( agente vescicante) e circa 550 t di DF precursore del Sarin che erano state caricate sulla nave danese Ark Futura che aveva poi raggiunto il 2 luglio Gioia Tauro consentendo il trasbordo sulla Cape Ray.

Nonostante lo sforzo italiano (si sa che in tutte le barzellette internazionali l’inferno è tale perchè è organizzato dagli italiani, che a parte applaudire quando atterrano gli aerei sono pessimi organizzatori, come nel famoso film di Bozzetto) le cose sono andate bene; nessun incidente, nessuna perdita, nessuno scarico si è aggiunto a quelli che le istituzioni calabresi consentono di effettuare lungo tutta la costa tirrenica della Calabria, che è (o meglio era) una delle più belle del mondo e dove mi sono onorato di passare le vacanze per decenni; ebbene lungo quelle magnifiche coste dove i depuratori sono rarità, dove non c’è nessuna bandiera blù (le bandiere Blù in Calabria sono 4 ma solo sulla costa ionica), manco dove fanno i gelati, i pomodori e le cipolle più buone del mondo e dove specie di estate il mare risulta ormai permanentemente incapace di ritornare pulito, ebbene lungo quelle coste che amo tantissimo ma nelle quali non ho potuto più fare il bagno, nessun carabiniere ha permesso si aggiungesse ai legittimi scarichi istituzionali dei turisti dalla lunga serie di costruzioni semiabusive che deturpano la costa stupenda, altri pericolosissimi scarichi di natura “chimica”; quindi nessuna buona notizia per i giornalisti-ignoralisti. Tenetevi solo l’inquinamento standard, che tanto non fa notizia!

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The 43rd Meeting of the Executive Council occurred on 24 July 2014.

In questo modo il 24 luglio al 43 meeting del consiglio esecutivo dell’OPCW il direttore generale Ahmet Üzümcü poteva assicurare i convenuti

“all 1300 metric tonnes of chemicals removed from the Syrian Arab Republic by the international maritime operation have been delivered to destruction facilities outside the country. Destruction activities are now underway in all locations.

ed inoltre che

“ since the successful trans-loading of 600 metric tonnes of chemicals onto the U.S. vessel MV Cape Ray in the port of Gioia Tauro, Italy on 2 July, the remaining chemicals have been delivered to commercial land-based facilities in Finland, the United Kingdom and United States where they are now in the process of being destroyed. As of 21 July, the amount of all Syrian chemicals destroyed stood at 31.8% of the total.”

Il Chimico non dorme, ma non va nemmeno in vacanza come sostiene anche l’autorevole labsolutely (http://www.labsolutely.org/) per bocca del chimico olistico Vittorio Saggiomo (nomen est omen):

summer

Il 7 agosto nel più totale silenzio stampa:

 

The United Kingdom’s Foreign & Commonwealth Office has announced that 190 metric tonnes of chemicals from the Syrian Arab Republic have been destroyed at a commercial facility in Ellesmere Port. The OPCW meanwhile confirmed today that 74.2% of Syria’s entire stockpile of chemicals has now been destroyed. 

The UK Government agreed to take responsibility for destroying the chemicals as part of the international mission to eliminate Syria’s chemical weapons programme. The destroyed chemicals, mainly “B precursors” for making nerve agent and a small quantity of hydrochloric acid, constituted about 15% of the stockpile that was removed from Syria for destruction outside the country. They were incinerated at a commercial facility operated by Veolia at Ellesmere Port with funding provided by the UK Government, under verification by OPCW inspectors.

Si prevedevano almeno 60 giorni di lavoro, quindi il lavoro della Cape Ray era da concludere entro il 2 settembre; ma i lavori procedevano alacremente cosicchè in anticipo sui tempi il 13 agosto succedeva che

Wednesday, 13 August 2014

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The Cape Ray. Photo Credit: US Dept. of Transportation

All 581 metric tonnes of a precursor chemical for sarin gas that were removed from the Syrian Arab Republic and trans-loaded onto the U.S. Maritime Vessel Cape Ray in early July, have been destroyed with neutralisation technology aboard the ship while sailing in international waters of the Mediterranean Sea. The destruction operations were continuously monitored and verified by a team of OPCW inspectors on the Cape Ray.

The precursor chemicals – methylphosphonyl difluoride, or DF – were neutralised with two Field Deployable Hydrolysis Systems (FDHS) that were installed on the Cape Ray for the purpose of destroying the most dangerous chemicals in Syria’s stockpile. The FDHS units mix the chemicals with fresh water and reagents and then heat the mixture, which reduces the toxicity of the chemicals by at least 99.9 percent. All of the resulting effluents, or reaction mass, from hydrolysis of the DF are stored aboard the ship.

 

Notate l’ultima frase: All of the resulting effluents, or reaction mass, from hydrolysis of the DF are stored aboard the ship.

Che tradotto per i chemofobici o anglofobici significa:

TUTTI GLI EFFLUENTI O REAGENTI RISULTANTI DALL’IDROLISI del DF SONO CONSERVATI A BORDO DELLA NAVE!

CHIAROOOOOOO???

E finalmente il 19 agosto, in largo anticipo sui tempi il solito ormai invadente direttore generale Ahmet Üzümcü poteva assicurare il mondo che

Tuesday, 19 August 2014

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Ahmet Üzümcü, OPCW Director-General

In an unprecedented undertaking, the U.S. Maritime Vessel Cape Ray has completed destruction of its entire consignment of 600 metric tonnes of Category 1 chemicals from the Syrian Arab Republic. This ends a crucial stage in the complex international maritime operation to remove and destroy Syria’s chemical weapons stockpile. I wish to congratulate and thank the United States, the crew aboard the Cape Ray, and our OPCW inspectors and demilitarisation experts for this remarkable achievement.

The Cape Ray’s consignment included the most dangerous chemicals in Syria’s arsenal: 581 metric tonnes of DF, a binary precursor for sarin gas, and 19.8 metric tonnes of ready-to-use sulfur mustard (HD). They were neutralised with two Field Deployable Hydrolysis Systems (FDHS) on the Cape Ray, which reduced their toxicity by 99.9 percent in line with the requirements of the Chemical Weapons Convention. 

The Cape Ray will now transport the effluent from the hydrolysis operations to Finland and Germany, where it will be offloaded for disposal at land-based facilities.

 

Sempre da notare l’ultima frase per i giornalisti-ignoralisti:

La Cape Ray trasporterà ora gli effluenti dalle operazioni di idrolisi in Finlandia e Germania, dove essi saranno scaricati per essere poi smaltiti in depositi di terra.

Capitoooo?Non nel Mediterraneo, lasciato agli originali scarichi dei non-depuratori calabresi ,ma in efficienti e verdi depositi finlandesi al limite delle nevi perenni (ancora per poco).

Scusate ma un po’ di sano sfottò ci vuole; alla prossima idrolisi mediterranea di scarichi originali e nostrani da depuratori FUNZIONANTI sulla costa Tirrenica della Calabria che non vede Bandiere Blù da una vita.

Ma sciocchezze chemofobiche si.

Il contributo dell’Italia per la pace nel mondo. Il destino delle armi chimiche siriane

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

a cura di Ferruccio Trifirò membro scientifico dell’OPAC

Il destino delle circa 1200 tonnellate (t) di sostanze chimiche utilizzabili per produrre armi chimiche, dichiarate ad ottobre dello scorso anno da parte del governo siriano è il seguente: 120 t di alcool isopropilico utilizzato per produrre in situ il Sarin, ossia l’agente nervino, per reazione con metilfosfonildifluoruro (DF) sono state già distrutte in Siria; 23 t di mostarda allo zolfo ( agente vescicante) e circa 550 t di DF precursore del Sarin sono state caricate sulla nave danese Ark Futura che ha già raggiunto il 2 Luglio Gioia Tauro (1-2) ; circa 500 t di precursori di armi chimiche di priorità 2 e 3, ossia di sostanze utilizzabili, non solo per produrre Sarin ed altri agenti nervini (VX,VM ), ma anche nell’industria chimica convenzionale per prodotti utili, sono stati caricati sulla nave norvegese Taiko. La nave Taiko ha già raggiunto il porto finlandese per scaricare una parte del carico per essere distrutte per incenerimento dalla ditta Ekoken e dopo la nave andrà negli Stati Uniti a Port Artur dove scaricherà il rimanente carico per essere distrutto dalla ditta Veolia . Negli Stati Uniti la nave porterà: trietilammna, trimetil fosfato, dimetilfosfito, monoisopropilammina, di-isopropilaminoetanolo, 2-cloroetanolo, 1-butanolo e metanolo. La Taiko in Finlandia ha scaricato fosforo tricloruro, fosforopentasolfuro, HF, HCl e fosforo ossicloruro. Le sostanze chimiche tossiche che saranno scaricate a Gioia Tauro il 2 luglio andranno sulla nave americana Cape Tray dove saranno distrutte. Il trasbordo avverrà da nave a nave, mediante appositi rotabili senza stoccaggio a terra dei serbatoi .

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Tutte queste 1.200t di sostanze utilizzabili per produrre armi chimiche avrebbero dovuto essere portate via dalla Siria entro il 5 febbraio, mentre in realtà il carico sulle navi è terminato solo il 23 giugno e le navi hanno dovuto attraccare al porto di Latakia in Siria almeno 19 volte per caricarle . La spiegazione del ritardo, e del fatto che arrivavano sempre carichi molti modesti, é stato spiegato come dovuto a motivi di sicurezza, perché i depositi erano circondati dai ribelli. Le armi chimiche si trovavano in Siria in 12 diversi depositi.

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Il trasbordo delle sostanze chimiche tossiche dalla nave danese sulla nave americana sta per essere realizzato a Gioia Tauro con elevati criteri di sicurezza. E’ stata individuata una zona rossa del diametro di un kilometro, dove nel caso di un incidente si potevano avere effetti negativi sulle persone e in questa zona rossa sono state allontanate tutte le persone non facenti parte dell’organizzazione; c’è un blocco delle strade che portano al porto ed anche un blocco del traffico aereo; c’è un elevato numero di pompieri e di tecnici dell’OPCW e sono state messe barriere assorbenti che possono trattare eventuali emissioni tossiche in caso di incidente. Sulla nave americana oltre a 35 marinai sono presenti 64 esperti chimici e dipendenti dell’OPCW incaricati del controllo delle operazioni. I serbatoi che contengono le sostanze chimiche tossiche sono 60 dei quali 3 contengono la mostarda allo zolfo e 57 il precursore del Sarin. I reattori di idrolisi utilizzati per la distruzione delle armi chimiche sono state prima provati a terra con reazioni simulate negli Stati Uniti, dove sono state messe a punto le apparecchiature, ed anche provati due volte sulla nave per preparare il personale addetto.

La distruzione delle armi chimiche nella nave americana avverrà per idrolisi con NaOH in due reattori di titanio da 24 t (che resistono alla corrosione). I reattori sono all’interno di una tenda di plastica sigillata in maniera che eventuali emissioni gassose tossiche vengano fatte adsorbire su filtri a carbone attivio, prima di essere immesse nell’aria. Per il trattamento della mostarda allo zolfo il trattamento avverrà a 95oC con una soluzione di NaOH con un rapporto in volume di 13/1 rispetto alla soluzione della mostarda allo zolfo. Dopo l’idrolisi potrà essere aggiunta, se sarà necessario, ancora NaOH per neutralizzare la soluzione, dato che si produce come rifiuto HCl e tiodiglicole. Nella idrolisi del precursore del Sarin si utilizza un rapporto di 5/1 della soluzione di NaOH rispetto alla sostanza tossica, in questo caso si produce HF come rifiuto insieme acido metilfosforico e potrà essere aggiunto altro NaOH per neutralizzare la soluzione nel caso che la soluzione sia acida. Le reazioni di idrolisi che avverranno in acque internazionali dureranno circa 60 giorni ed i problemi potrebbero nascere nel caso che il mare fosse mosso, perché questo rallenterebbe le operazioni. L’acqua per le operazioni di idrolisi può essere ottenuta sulla nave da acqua di mare desalificata. Nel caso che la nave americana dovesse assolutamente entrare in un porto, a causa del mare mosso per motivi di sicurezza, la Croazia ha offerto un porto di attracco. Il carico della nave americana avverrà a Gioia Tauro e non direttamente in Siria, perché il governo siriano si è opposto, perché temeva che gli americani collaborassero con i ribelli. La distruzione delle sostanze tossiche (armi chimiche e precursori di priorità 1, ossia sostanze utilizzate solo a scopi bellici ) avverrà in mare in acque internazionali e questa scelta é motivata dal fatto che nessuna nazione avrebbe accettato di ricevere e distruggere armi chimiche nel proprio territorio, ma questa scelta é anche indirettamente un fattore di sicurezza, perché evita eventuali contatti con la popolazione in caso di incidenti. I rifiuti prodotti nella nave e i precursori di tipo2 e 3, invece, sono stati accettati per essere distrutti in diverse nazioni, perché sono simili ad altre sostanze trattate dalle aziende coinvolte. Le soluzioni ottenute dopo il trattamento delle sostanze tossiche sulla nave saranno inserite in contenitori per essere trasportate in Inghilterra e Germania. I rifiuti del precursore del Sarin andranno ad Ellesmere (UK), mentre i rifiuti del trattamento del mostarda allo zolfo andranno nel porto di Bremenhaven ( D) per poi essere trasportate a Munster dove saranno distrutti. La distruzione in entrambi i luoghi avverrà per incenerimento a 11500C e prima della distruzione sarà fatta un analisi dei rifiuti per confermare la loro natura chimica. Sulla nave Ark Futura é presente una gasmassa per analisi dei reagenti e dei prodotti di idrolisi, mentre nei porti sono presenti anche strumenti IR e Raman per un’ulteriore conferma dei risultati delle analisi. 30 nazioni, compresa la comunità europea, hanno dato fondi per la distruzione delle armi siriane e sembra che l’operazione costerà 150 milioni di dollari.

1)                        http://www.rsc.org/chemistryworld/2014/05/syrian-chemical-weapons-feature

2)                        F. Trifirò La Chimica e l’Industria 95, 8, 90 (2013)

altri post sul tema: https://ilblogdellasci.wordpress.com/brevissime/la-chimica-delle-armi-e-le-armi-della-chimica/

https://ilblogdellasci.wordpress.com/2013/09/09/lorganizzazione-per-la-proibizione-delle-armi-chimiche-opcw/

https://ilblogdellasci.wordpress.com/2013/08/25/sarin/

Una proposta inattesa

Cari amici e colleghi, ho ricevuto la seguente lettera da uno degli consulenti della Autorità Nazionale per il Controllo delle Armi Chimiche, e credo che possa interessare tutti coloro che lavorano nell’Università ma è comunque di generale interesse per i Chimici e il blog mi appare come il sito adatto per renderla nota; se avete bisogno dei dati telefonici del prof. Bonini scrivetemi pure.

Gentile dott. Della Volpe,

il commento apparso il 18 gennaio sulla lista SCI relativo allla Chimica delle Armi e  le Armi della Chimica, mi induce ad inviarle in allegato, con preghiera di diffonderlo in SCI list,  una proposta, a nome dell’Autorità Nazionale per il Controllo delle Armi Chimiche alla quale stavo gia lavorando ma  che aveva  subito un ritardo a causa dell’urgente questione del trasbordo a Gioia Tauro. Spero che questa iniziativa, con il sostegno dei colleghi, possa aiutare a riflettere sull’immagine ed il futuro della Chimica ancora una volta messa in discussione da disinformazione e interessi strumentali.Sperando che l’iniziativa  incontri l’interesse sopratutto dei giovani, invio un cordiale saluto

a lei e a tutti i colleghi.

 Carlo Cesare Bonini

Prof. Carlo Cesare BONINI

Ministero degli Affari Esteri

Autorità Nazionale per il Controllo delle Armi Chimiche Roma

carlo.bonini@esteri.it

Ciclo conferenze dell’Autorità Nazionale presso l’Università italiana

Contesto

Tra gli aspetti della Convenzione sulle armi chimiche (CWC) venuti in rilievo dopo la grande attenzione dedicata alla distruzione e alla non proliferazione delle CW, un posto di particolare importanza ha assunto la questione dello sviluppo di una chimica sostenibile e al servizio dell’umanità. Questo aspetto e le relative conseguenze sia a livello industriale che culturale generale, darebbero alla CWC e allo strumento OPAC  una proiezione di lungo termine che possa anche riabilitare l’immagine della chimica quale scienza di progresso in cooperazione tra tutti gli uomini.

In particolare quindi per le giovani generazioni, la conoscenza anche critica della CWC con i suoi sviluppi e le sue implicazioni etiche, appare di fondamentale importanza, anche recuperando su questo terreno un ritardo non sempre giustificabile. In ogni Stato Parte quindi ed in confronto con altre organizzazioni e soggetti, appare oramai indispensabile una non episodica attenzione alle tematiche  suddette, in particolare rivolta agli attori del settore nel prossimo futuro (studenti,  ricercatori nel pubblico e nel privato) .

Tra i compiti di questa Autorità Nazionale  per l’attuazione della CWC, può e deve quindi rientrare una tale opera di divulgazione e conoscenza, in collaborazione con le istituzioni e gli organismi che hanno una funzione decisiva nell’indirizzo e nell’educazione  dei giovani, anche sfruttando il cresciuto interesse dell’opinione pubblica suscitato recentemente dalla questione siriana e soprattutto dall’attribuzione del Nobel per la Pace all’OPAC.

 

Situazione in Italia

Sui contenuti sopraesposti iniziative nel nostro Paese sono state volenterosamente intraprese sia in collaborazione tra A.N. e colleghi ed esperti del mondo accademico ed industriale, sia da importanti  istituzioni accademiche principalmente presso l’Università di Bologna. Inoltre nella stessa direzione va ricordata  una iniziativa del Prof. Trifirò ( membro del SAB dell’OPAC)  con la messa in rete sul sito della S.C.I. con  un dossier accurato e divulgativo della CWC, dell’OPAC e relative tematiche. Infine da segnalare le tre conferenze tenute alle Università di Basilicata, Padova e Firenze e tenute tra il 2012-13 dal prof Bonini consulente dell’A.N. . L’interesse tra gli studenti (Chimica ed Ingegneria principalmente ma non solo) e i ricercatori suscitato da queste singole iniziative ha spinto l’A.N. a proporsi di programmare in maniera più sistematica ed organizzare una serie di iniziative per il prossimo 2014 di cui viene riportata una bozza di agenda

Proposta di intervento dell’A.N.

Argomenti dell’intervento:

-Illustrazione della tematica delle CW e della CWC

-Ruolo e funzioni dell’OPAC, organizzazione e possibilità di impiego in ruoli dell’organizzazione

-Illustrazione  del ruolo e dei compiti dell’A.N. in Italia nel settore industriale ed economico

-“Scientists awareness”  e educazione alla non proliferazione, etica della ricerca

Università coinvolte nel 2014: Milano, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II, Bari,  con il coinvolgimento di studenti e ricercatori in Scienze e Chimica in particolare, Ingegneria, ma anche altri indirizzi quali Sc. Politiche e affini.

 

Organizzazione dell’intervento

Le tematiche scelte, proposte alle università, verranno illustrate e dibattute in una unica soluzione da più esperti dell’A.N. per un massimo di 2-3 ore, scegliendo con l’aiuto delle Università,  luogo e date in modo da favorire il massimo della partecipazione, Le tematiche dovranno essere svolte in forma divulgativa per evitare di coinvolgere solo specialisti ed esperti del settore. L’iniziativa andrà ovviamente monitorata costantemente e poi eventualmente ripetuta nei prossimi anni fino a coinvolgere  la maggior parte degli Atenei più interessati.

Il progetto di intervento definito sarà presentato all’OPAC nell’ambito dell’International Cooperation Activity per la concessione di un finanziamento dell’iniziativa.

Carlo Cesare Bonini

Premio Nobel per la pace 2013 all’OPCW

a cura di Ferruccio Trifirò, membro di OPCW e direttore di C&I

opcw_logoE’ stato attribuito il premio Nobel per la pace 2013 all’OPCW (Organization for prohibition of chemical weapons)  l’organizzazione con sede all’AIA è stata creata nel 1997 per  rendere operativo l’accordo firmato a Parigi nel 1993  per la proibizione delle armi chimiche, il premio è stato dato per gli sforzi  dell’organizzazione nell’eliminazione e distruzione degli arsenali chimici  degli impianti di produzione detenuti da numerosi Stati  e di armi chimiche abbandonate sul territorio ed anche per le vicende recenti della crisi siriana.

L’Italia è uno degli stati firmatari dell’accordo che sono attualmente 190, solo 6 non l’hanno ratificata,  e la convenzione  è stata recepita dal nostro Paese con diverse leggi, l’ultima delle quali il 4 Aprile 1997. La Convenzione è stata anche recepita dalle industrie chimiche che hanno emanato nel 2000 un documento sulla interpretazione ed applicazione della legge e dalla comunità europea che ha emanato nel 2000 e nel 2004 un regolamento per il controllo e  l’esportazione di armi chimiche, dei loro precursori e delle tecnologie adatte alla loro produzione

In accordo con la Convenzione per i paesi firmatari è proibito :

1) sviluppare, produrre, acquistare, immagazzinare o trasferire ad altri armi chimiche

2) usare armi chimiche

Le armi chimiche sono composti altamente tossici, mortali, stabili, facili da disperdere e  in molti casi anche da produrre.

I più noti agenti chimici utilizzati come armi chimiche sono i seguenti : agenti nervini (Sarin VX ,Tabun, Soman); vescicanti  (Lewisiti, Ipriti); soffocanti (Cloro, Fosgene); incapacitanti (BZ – quinuclidinil benzilato); lacrimogeni (cloropicrina, bromuro di xilile); tossici – che attaccano i globuli rossi (HCN, ClCN).

Oltre alle armi chimiche le sostanze chimiche che  imbarazzano noi chimici sono: gli esplosivi, gli innescanti,  gli incendiari, i fumiganti, gli illuminanti ( fosforo bianco), i defoglianti, gli  agenti antisommossa e le armi di distruzione di massa ( armi biologiche e  nucleari). Ufficialmente le armi chimiche sono delle sostanze tossiche o i loro precursori  proibite proprio dalla Convenzione per le armi chimiche  è sotto controllo dell’OPCW. Ci sono sostanze tossiche che possono essere utilizzate, ma occorre avere l’autorizzazione dalla Convenzione. Una sostanza tossica è qualsiasi sostanza chimica che attraverso la sua azione chimica sui processi vitali può causare morte, invalidità permanente o temporanea sugli uomini e sugli animali, questo include qualsiasi sostanza chimica  indipendentemente dalla sua origine e dal metodo di produzione, se  essa sia prodotta in industrie belliche o civili.

Le armi chimiche sono state utilizzate nella prima guerra mondiale  da parte di tedeschi e francesi, dagli italiani in Etiopia, dai giapponesi in Cina nella II guerra mondiale, recentemente   dagli iracheni contro l’Iran, contro civili in Tailandia e Laos ed in una metropolitana giapponese  ed ultimamente in Siria .

Il premio Nobel per la pace dato all’OPCW è un momento di riflessione per noi chimici per ricordare cosa è pericolo ed il rischio chimico. Il pericolo chimico è dovuto a delle proprietà intrinseche delle sostanze chimiche (infiammabilità, esplosività, tossicità, potere comburente, corrosività e tossicità per l’ambiente) proprietà fisiche,  incompatibilità con altre sostanze con le quali sono miscelate,  reattività con se stesse e  formazione di perossidi  a seguito di lungo  immagazzinamento.  Invece il rischio  chimico è legato alla possibilità: di un uso criminale dei prodotti chimici ( le armi chimiche, gestione non corretta dei rifiuti) , di un uso non corretto dei prodotti chimici  dettato da ignoranza e di un uso non corretto  dei prodotti chimici dettato da interessi industriali. Le aree di maggior rischio per un cattivo uso della chimica sono : 1) un uso criminale, infatti  le armi chimiche possono essere  prodotte con le stesse sostanze con le quali si producono prodotti utili ; 2) un uso dispersivo dei prodotti chimici , i diserbanti, pesticidi, insetticidi  utilizzati senza controllo dell’effetto sull’ ambiente, anche in seguito a eccesso delle quantità utilizzate ed anche i carburanti;  3)  il destino dei prodotti chimici a fine vita, rifiuti urbani. industriali, ospedalieri non distrutti o collocati in maniera adeguata ; 4) uso di processi non ottimizzati e non ben controllati  con  impiego di sostanze tossiche e nocive in cicli di produzione con il rilascio volontario o involontario di sostanze nocive nell’ambiente;  5) uso di prodotti non controllati che contengono sostanze tossiche, i vecchi prodotti chimici ( circa 100.000) non sono sufficientemente testati. La difesa contro il rischio chimico è la seguente: rivedere la formazione di base degli operatori chimici con introduzione dello studio dei Principi etici e delle tecniche di indagine per il riconoscimento delle sostanze tossiche e dei loro effetti.; sviluppare il regolamento REACH europeo per portare sul mercato prodotti più sicuri. 3) maggiore controllo della produzione e degli scarichi dei rifiuti presso le industrie, gli ospedali, i centri di raccolta; 4) maggiore controllo nell’uso dei prodotti chimici soprattutto di quelli che hanno un uso dispersivo come quelli per l’agricoltura; 5) massima diffusione dell’informazione sul buon uso della chimica  presso l’ opinione pubblica.

trifiròFerruccio Trifirò è membro scientifico dell’OPCW e membro dell’Accademia delle Scienze di Bologna,  Organizzazione non governativa che partecipa da anni alle conferenze dei paesi firmatari all’AIA organizzate dall’OPCW.

http://www.opcw.org

 

L’Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche (OPCW)

a cura di Ferruccio Trifirò, consigliere scientifico dell’OPCW, direttore di C&I

L’ONU ha promosso nel 1993 una Convenzione per la proibizione delle Armi Chimiche, poi ratificata nel 1997 con la creazione all’Aia dell’OPCW ( Organization for Prohibition of Chemical Weapons). La convenzione è stata attualmente ratificata da 189 Paesi, ce ne  sono  ancora 7 che non l’hanno ratificata e questi sono: Siria, Israele, Egitto, Myanmar, Sudan del Sud, Corea del Nord e Angola. Questi paesi non firmatari non accettano automaticamente i controlli da parte della OPCW che sono, invece, obbligatori per i paesi firmatari. La convezione è un accordo fra diversi stati sulla produzione, l’importazione, l’uso e l’accumulo di armi chimiche e comporta impegni ben precisi da parte dei  diversi stati firmatari. Secondo la convenzione  è proibito  sviluppare, produrre, acquistare, immagazzinare o trasferire ad altri paesi armi chimiche e usare armi chimiche.

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Un arma chimica é una sostanze tossica  o anche un suo precursore  proibiti dalla convenzione e presenti in un speciale elenco elaborato dall’OPCW. In questo elenco ci sono sostanze tossiche che possono essere utilizzate, ma occorre avere l’autorizzazione dalla Convenzione. Queste sostanze tossiche sono le sostanze chimiche che attraverso la loro azione chimica sui processi vitali possono  causare morte, invalidità permanente o temporanea sugli uomini e sugli animali: questo include qualsiasi sostanza chimica  indipendentemente dalla sua origine e dal metodo di produzione, se  essa sia prodotta in industrie belliche o civili. le più note armi chimiche sono: agenti nervini (Sarin VX ,Tabun, Soman); vescicanti  (Lewisiti, Ipriti); soffocanti (Cloro, Fosgene) ;incapacitanti (BZ – quinuclidinil benzilato); lacrimogeni (cloropicrina, bromuro di xilile); tossici – attaccano i globuli rossi (HCN, ClCN).

Slide3Sulla proibizione dell’uso di armi  chimiche  c’è una lunga storia di trattati internazionali elencati in Tab 1

  • Tab 1 Elenco dei trattati sulla proibizione delle armi chimiche
  • Anno 1675 L’accordo di Strasburgo (limitazione  uso pallottole velenose)
  • Anno 1874  La convenzione di Brusselles proibizione delle armi che causano non necessarie sofferenze
  • Anni 1899-1907Conferenze  Aia per la messa al bando di armi velenose
  • Anno1925 Protocollo Ginevra  per la messa al bando ma non proibizione
  • Anno 1993  Firma Convenzione  Armi Chimiche CWC
  • Anno 1997   Entra in forza la convenzione con la Creazione dell’OPCW con sede all’AIA con la ratifica di 87 stati,nel 2007 hanno ratificato 182 paesi,nel  2010 188 paesi e nel 2013 189 paesi

 

Slide6I composti chimici che devono  essere tenuti sotto controllo appartengono alle seguenti quattro categorie:

Classe 1 (composti tossici e loro precursori con  nessuna applicazione per scopi pacifici per esempio Sarin o Metil fosfonildifluoruro un suo precursore );

Classe 2( composti tossici e loro precursori con applicazione per usi pacifici in modeste quantità,  per esempio Metilfosfonil dicloruro precursore Sarin);

Classe 3 (composti tossici e loro precursori con  applicazione per usi pacifici in grandi quantità, per esempio fosforo tricloruro precursore  Sarin );

Classe 4 prodotti organici distinti  (DOC)(che non hanno legami diretti con la produzione di armi chimiche, ma le cui apparecchiature potrebbero essere utilizzate per produrre armi chimiche per esempio  acetone) . Invece la produzione di NaF e KF che sono  anch’ essi intermedi per produrre Sarin non sono nell’elenco delle sostanze da tenere sotto controllo per la convenzione, per questo l’Inghilterra le ha vendute alla Siria recentemente.

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E’importante  che  tutti i chimici conoscano le implicazioni che questa convenzione, legata a filo doppio alla chimica, ha sulla umanità. Innanzitutto è bene ricordare che le armi chimiche sono sostanze chimiche di sintesi che presentano tossicità acuta  e proprietà fisiche ottimali per la loro facile dispersione nell’ambiente, sono tra gli inquinanti più pericolosi in una produzione chimica  per scopi pacifici. Il primo obiettivo della convenzione è stato di disattivare gli impianti che producevano armi chimiche e distruggere le armi chimiche immagazzinate. Erano stati individuati 70 siti in 13 paesi diversi che producevano armi chimiche e sono stati tutti disattivati, erano stati individuati 38 siti in 7 paesi diversi dove erano armi chimiche immagazzinate e l’80% è stato distrutto. Un secondo obbiettivo della convenzione é quello di tenere sotto controllo anche i siti dove  ci sono produzioni chimiche a scopi pacifici, ma che potrebbero essere utilizzate per produrre armi chimiche: ne sono stati dichiarati 5426 in tutto il mondo. L’obbligo della dichiarazione della presenza di queste attività da parte dei paesi firmatari ed il successivo controllo da parte dell’OPCW con diverse ispezioni, indirettamente ha una forte ricaduta sulla sicurezza di questi impianti o laboratori di ricerca, in quanto spinge ad un maggiore controllo delle emissioni di materie prime, sottoprodotti, intermedi,  prodotti e coprodotti che presentano tossicità acuta. Comunque il futuro dell’OPCW non può essere legato solo alla distruzione completa delle armi chimiche immagazzinate e dei loro impianti di produzione, ma anche al controllo del cattivo uso o alla possibilità di un uso duale della produzione chimica ad esempio  quella dell’acido cianidrico, fosgene, cloro, composti dell’arsenico etc. In particolare lo spostamento della produzione chimica dal Nord America e dall’ Europa in Asia e Sud America rende questi aspetti negativi della chimica sempre più attuali ed inoltre con le nuove tecnologie e con la possibilità di utilizzi da parte di terroristi il pericolo è legato all’utilizzo di chilogrammi di sostanze tossiche non più di tonnellate.

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Un terzo obiettivo della Convenzione é controllare le possibili scoperte di nuove armi chimiche (o nuove sostanze a tossicità acuta)  e questo obiettivo è uno dei compiti principali del comitato scientifico dell’OPCW di cui faccio parte. Infatti, all’interno dell’OPCW è operativo un Scientifc Advisory Board (SAB) costituito da 23 tecnici appartenenti ai paesi che hanno ratificato la convenzione, selezionati dalla direzione dell’OPCW in base al loro curriculum  scientifico e/o professionale, la gran parte di questi tecnici sono chimici e medici. Diverse sono le attività che i membri del SAB devono seguire, qui di seguito sono riportati i diversi argomenti che sono l’oggetto dei diversi convegni e riunioni a cui devono partecipare.

1- Sviluppo nella scienza e nella tecnologia

In questo settore gli argomenti rilevanti di interesse per la Convenzione sulle armi chimiche sono la creazione di nuove armi chimiche  a seguito della convergenza fra chimica e biologia, la nanotecnologia, lo sviluppo accelerato di nuove sostanze chimiche e l’uso di microreattori.

1-1 Convergenza fra chimica e biologia

Le produzioni chimiche a partire da biomasse che utilizzano processi  biotecnologici stanno aumentando notevolmente in questi ultimi anni ed è interessante ricordare che un esempio emblematico di queste nuove tecnologie riportato nelle riunioni del SAB è la produzione di 1-4 butandiolo intermedio per la sintesi di polimeri, sarà prodotto in Italia ad Adria(Rovigo) a partire da biomasse con processi di fermentazione modificati geneticamente, dall’azienda italiana Novamont in collaborazione con la Genomatica azienda americana che ha messo a punto la tecnologia. Il processo che sarà utilizzato permette di arrivare in uno solo stadio al prodotto finale a partire da carboidrati con un risparmio del 30 % su quello  ottenuto da combustibili fossili.  Dopo la realizzazione dell’impianto di Adria sarà  realizzato nei prossimi anni un secondo impianto più grande a Porto Torres dalla Novamont  e dall’ENI. Inoltre  la Genomatic ha fatto un accordo con La Chemtex azienda italiana(della Mossi & Ghisolfi ) per studiare il processo di produzione di 1-4 butandiolo a partire da lignocellulosa, quindi  non da sostanze che possono essere utilizzate a scopi alimentari. Comunque per la produzione di sostanze tossiche di classe 1 con processi fermentativi da biomasse il SAB ha concluso che per adesso non ci sono ancora esempi significativi che possono essere alternativi in quanto più facili ed economici delle sintesi tradizionali. Comunque è necessaria una convergenza fra CWC  e BTWC (la convenzione sulle armi biologiche) e tenere sempre sotto controllo anche queste nuove biotecnologie

1-2 Metodologie accelerate di sviluppo di sostanze chimiche

In questi ultimi anni sono state molto utilizzate tecniche accelerate di sviluppo di farmaci che hanno permesso l’individuazione di migliaia di nuove sostanze. Questi metodi utilizzano tecniche combinatorie accompagnate da misure in vitro di attività  biologica e potrebbero essere utilizzate per produrre nuove sostanze tossiche, in particolare quelle della famiglia degli agenti incapacitanti.

Slide41.3 Nanotecnologie 

Le nanotecnologie ossia la produzione di sostanze che hanno dimensioni inferiori ai 100micron hanno avuto ricadute positive in diversi settori, come  nella scienza dei materiali( silicio, argento, nichel e nanotubi di carbonio), nella medicina (per il rilascio di farmaci) e nel settore energetico. Le nanotecnologie hanno portato anche dei rischi a seguito della loro tossicità e della capacita di aumentare la tossicità di altre sostanze chimiche. Le nanotecnologie hanno avuto anche ricadute positive per la Convenzione per le armi chimiche perché sono servite per mettere a punto dispositivi di protezione, di individuazione, di decontaminazione e misure di disintossicazione. Non ci sono ancora esempi rilevanti che permettono di considerare le nanoparticelle cosi tossiche da essere inserite nel novero delle armi chimiche, però potrebbero essere utilizzate in questo settore per veicolare più facilmente le sostanze tossiche o proteggerle per incapsulazione dal degrado atmosferico.

1-4 Tecnologie per la distribuzione di armi chimiche

Quando si parla di distribuzione di armi chimiche non si intende solo del loro rilascio a scopi bellici, ma anche del loro trasporto  in grandi quantità per scopi militari. Nel campo della distribuzione (rilascio) sono interessanti alcune tecniche utilizzate nel settore agricolo, per esempio la dispersione di liquidi con gocce di diametro inferiore al micron (liquidi aerosol) o altre tecniche come  nano-polveri, nano-capsule e anche cibi e acqua avvelenata.

1-5 Nuove tecnologie di produzione

L’utilizzo di microreattori a flusso è una tecnica molto innovativa nelle sintesi organiche perché permette di produrre velocemente e con sicurezza sostanze pericolose e tossiche. Questi microreattori a flusso sono reattori tubulari di dimensioni molto piccole che possono avere diametri <1mm  a forma di spirali o colonne o chip attraverso i quali passa un flusso laminare continuo dei reagenti e sono immersi in un fluido refrigerante o riscaldante. I microreattori a flusso sono stati proposti per la loro maggiore sicurezza, perché permettono un risparmio energetico, una diminuzione della produzione di rifiuti, un minore utilizzo di manodopera, la possibilità di ottenere in molti casi una più elevata resa e selettività ed anche perché consentono un più veloce ottenimento di dati cinetici e quindi facilitano l’ottimizzazione dei parametri operativi per un veloce scale-up. La proprietà che caratterizzano i microreattori a flusso sono le seguenti: utilizzano bassi tempi di residenza (ottenuti utilizzando bassi volumi di catalizzatore ed alte velocità di flusso dei reagenti), il flusso dei reagenti è laminare, c’è un ottima miscelazione dei reagenti, utilizzano una bassa quantità di reagenti con un volume del reattore molto piccolo ed hanno un elevato rapporto superficie /volume del reattore. Il pericolo consiste nel fatto che la armi chimiche con questi micro reattori possono essere prodotte non in industrie chimiche e quindi di non facile individuazione e da parte di terroristi.

2 Aggiornamento delle sostanze chimiche tossiche

C’è stata una discussione sulla possibilità di revisione delle sostanze tossiche presenti nell’elenco  che pongono un rischio per la Convenzione sulle armi chimiche. All’interno del SAB si é discusso se intermedi che vengano sintetizzati e subito trasformati in situ devono essere esclusi dalla lista delle sostanze da tenere sotto controllo ed anche se includere le sostanze che  sono sottoprodotti o rifiuti. Il risultato è che devono essere inclusi in tutti i tre casi .

Si è discusso se i sali delle sostanze presenti nella lista da tenere sotto controllo perche sono armi chimiche o loro precursori devono essere esclusi, si è concluso che devono essere inseriti, in particolare tutti i sali della saxitoxin devono essere inclusi. Si è confermato, che per ricina si intende:  tutte le forme derivanti da Ricinus communis incluse ogni variazione nella struttura della molecole prodotte naturalmente o per via sintetica e tutte queste sostanze devono essere tenute sotto controllo . Era  stato proposta dai russi una nuova sostanza tossica da inserire nella classe 1 , un agente nervino chiamato Novichocks.( un composto di fosforo legato ad un gruppo alchilico non alcossidico). E’ stato deciso che per adesso non ci sono abbastanza evidenze scientifiche per includerlo.

3) Metodologie di controllo

Le metodologie di controllo si distinguono in tecniche situ e tecniche non in situ. Nelle metodologie di analisi in situ i problemi sono i seguenti: il poco tempo a disposizione , la logistica non sufficiente, l’analisi di campioni ambientali e biomedicali( contaminazioni da parte di persone e di animali), la tossicità delle sostanze da analizzare soprattutto quelle di  classe 1 e la difficoltà di analisi di tossine (ricina e saxitossina). Per l’analisi in situ la tecnica ideale è la gas-massa  e nel caso di soluzioni acquose è stato messa a punto una tecnica di estrazione gas-liquido con una derivatizzazione dei prodotti ed un campionamento con tecniche DESI (desorption electrospray  ionization)  e tecniche DART( Direct analysis in real time). Per quello che riguarda l’analisi  non in situ ci sono oramai più di una ventina di laboratori accreditati che possono realizzare le analisi senza problemi, questi laboratori sono stati recentemente coinvolti nelle analisi dei campioni di terra e biologici prelevati in Siria. Comunque le analisi dei campioni biomedicali e quello delle tossine pone ancora problemi, essendo sostanze poco volatili e polari.

Si stanno sviluppando nuove tecniche di analisi come per esempio la risonanza magnetica che sta diventando sempre più sensibile ed adatta a trattare miscele e campioni acquosi,la spettrometria raman e la spettrometria di massa ad alta risoluzione che é stato il miglioramento più significativo degli ultimi anni.

4) Distruzione di armi chimiche

In questo settore è necessario distinguere fra armi chimiche immagazzinate e vecchie  armi chimiche  disperse nell’ambiente. Le prime  sono state distrutte al 80%  e le tecnologie di distruzione sono disponibili, ben convalidate e messe a disposizione dai paesi più sviluppati, e l’unico problema può essere il costo di distruzione. Inoltre c’è esperienza in ambito OPCW per la verifica della completa distruzione di queste armi. Problemi, invece, esistono per le armi vecchie, disperse nell’ambiente ed abbandonate per le quali occorre trovare ancora sistemi più sicuri di recupero e distruzione.

5) Ulteriori consigli scientifici e  tecnologici

La messa a punto di sistemi portabili per la rivelazione veloce di armi chimiche, durante le operazioni di controllo  rimane un argomento di interesse sempre attuale. Tecnologie promettenti sono la fotometria di fiamma, sensori a nano tubi di carbonio, GCMS portabili e tecnologie veloci per la rivelazione di tossine e di campioni  biomedicali.

6) Educazione e ricadute della scienza e tecnologia

E’ necessario che ci sia percezione da parte degli studenti, degli educatori e del mondo scientifico del rischio posto dall’ uso non corretto dei prodotti chimici, non solo per quanto riguarda la produzione di armi chimiche, ma anche per i problemi legati alla sicurezza dei processi e dei prodotti e di tutta la catena produttiva . Tutti questi aspetti trovano una soluzione ideale nella collaborazione fra IUPAC e l’OPCW  e nella realizzazione di attività in comune. E’ stato ricordato più volte proprio il convegno di Torino organizzato   nel 2007, dove c’é stata la presenza di attività dell’OPCW, come esempio di successo di questa collaborazione ed è utile ricordare che anche all’ultimo convegno IUPAC tenutosi quest’anno in Turchia ha partecipato il presidente dell’OPCW. Comunque della sintesi di armi chmiche non si deve parlare in ambito scientifico e scolastico per motivazioni etiche. Infatti oramai  facendo un’analisi della letteratura negli ultimi vent’anni si trovano pubblicazioni solo nei seguenti settori : aspetti analitici, aspetti biomedicali, tecnologie di distruzione e aspetti di protezione .

Il sito della OPCW: http://www.OPCW.org