Rinaldo Cervellati
Come ricordato in un precedente post sul carbonio, l’allotropia è la proprietà di esistere in diverse forme, presentata da alcune sostanze semplici (cioè sostanze i cui atomi sono dello stesso elemento). Le diverse forme sono note come allotropi. La definizione si deve a J.J. Berzelius (1779-1848). Tipico esempio è proprio il carbonio che esiste come grafite, diamante, fullereni, nanotubi e in una ancor diversa forma.
Nel numero dell’11 giugno scorso, su Chemistry World on-line, Tom Metcalfe ha riportato la notizia della realizzazione di un nuovo allotropo dell’azoto, ad altissima pressione, da parte di due gruppi di ricerca indipendenti che hanno pubblicato i loro risultati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Secondo i ricercatori, questo allotropo, formatosi a una pressione di 1,4 milioni di volte la pressione atmosferica, ha la stessa struttura atomica bidimensionale di alcune forme di altri elementi dello stesso gruppo nella tavola periodica, come il fosforo e l’arsenico.
Come noto, la forma più comune di azoto è quella gassosa molecolare, N2, che costituisce circa il 78% dell’atmosfera terrestre. Altre forme di azoto si trovano solo a temperature estreme, come l’azoto solido che si forma sulla superficie ghiacciata di Plutone. I singoli atomi di azoto sono estremamente reattivi e quindi raramente si riesce a individuare la struttura di questi solidi.
L’azoto è il capostipite del gruppo 15 della tavola periodica, che comprende fosforo, arsenico, antimonio e bismuto. Le forme ad alta pressione degli adiacenti carbonio (gruppo 14) e ossigeno (gruppo 16) possono mostrare proprietà chimiche simili ad altri elementi nei loro gruppi. Il diamante, ad esempio, un allotropo ad alta pressione di carbonio, è strutturalmente simile ai cristalli di silicio e germanio. Ma l’azoto – fino ad ora – non si è comportato in questo modo e i chimici hanno cercato di capirne il perché.
Ora, i due gruppi di scienziati hanno pubblicato in modo indipendente ricerche su quello che entrambi hanno chiamato “azoto nero” – un allotropo trasparente e cristallino dell’azoto formato a pressioni e temperature molto elevate. Riferiscono che gli atomi dell’azoto nero hanno la stessa struttura bidimensionale dell’allotropo del fosforo chiamato “fosforo nero”, da cui il nome dato alla nuova forma dell’azoto (figura 1).
Figura 1. Struttura cristallina del nuovo allotropo di azoto – soprannominato azoto nero – visto da diverse angolazioni. Credit: Am Phys Soc
Questa è la prima volta che un allotropo di azoto ha mostrato somiglianze chimiche con altri elementi del suo gruppo, afferma Dominique Laniel dell’Università di Bayreuth in Germania, che ha coordinato uno dei due gruppi di ricercatori [1]. Sostiene Laniel: “È una regola d’oro delle scienze dell’alta pressione che gli elementi ad alta pressione adottino le stesse strutture degli elementi dello stesso gruppo sottostanti nella tabella periodica a pressioni più basse. Prima di questa scoperta, apparentemente l’azoto non obbediva a questa regola.”
Un secondo gruppo internazionale, comprendente scienziati cinesi, statunitensi e canadesi, ha pubblicato analoghi risultati pochi giorni dopo [2].
Il gruppo coordinato da Laniel ha realizzato un piccolo campione di azoto nero, largo solo pochi micrometri, comprimendo l’azoto tra le punte di una cella a incudine di diamante[1] (figura 2) a circa 140GPa e riscaldandolo con un laser a circa 4000K.
Figura 2. Cella a incudine di diamante
La coautrice Natalia Dubrovinskaia, geologa svedese, afferma che il campione risultante era così piccolo che si è dovuti ricorrere a uno specifico approccio speciale per condurre gli studi cristallografici.
Gli allotropi sono comuni nella chimica ad alta pressione, ad esempio il gruppo svedese di Dubrovinskaia ha trovato tre nuovi allotropi ad alta pressione di boro, ma “l’identificazione strutturale di un allotropo di un elemento leggero come l’azoto a un milione e mezzo di atmosfere è rara, per non dire unica”, afferma la ricercatrice. E continua: “Mentre la struttura atomica bidimensionale del fosforo nero viene studiata per l’uso in elettronica, le condizioni necessarie per l’azoto nero sono così estreme che è improbabile che abbia applicazioni pratiche. Non si conosce a priori l’uso pratico di una scoperta, non oggi, certo, ma chi può prevedere domani ?”.
Il chimico fisico Russell Hemley dell’Università dell’Illinois a Chicago, non coinvolto in queste ultime ricerche, osserva che il nuovo allotropo è stato previsto in un lavoro del 1985 [3], mentre la possibilità che le molecole diatomiche possano rompersi sotto pressione per formare strutture complesse risale al 1935 [4].
Roald Hoffmann della Cornell University di Ithaca, New York, vincitore del premio Nobel per la chimica 1981, spiega che il nuovo allotropo è un semiconduttore a banda larga, costituito da atomi di azoto uniti da tre singoli legami e una sola coppia di elettroni su ciascun atomo. Un “grande lavoro sperimentale”.
Bibliografia
[1] D. Laniel et al., High-Pressure Polymeric Nitrogen Allotrope with the Black Phosphorus Structure., Phys. Rev. Lett., 2020, DOI: 10.1103/PhysRevLett.124.216001, 28 maggio 2020
[2] C.Ji et al., Nitrogen in black phosphorus structure., Sci. Adv, 2020, DOI: 10.1126/ sciadv.aba9206, 3 giugno 2020
[3] A. K. McMahan, R. LeSar, Pressure Dissociation of Solid Nitrogen under 1 Mbar. Phys. Rev. Lett.,1985, 54, 1929.
[4] E. Wigner, H.B. Huntington, On the Possibility of a Metallic Modification of Hydrogen.,
- Chem. Phys., 1935, 3, 764.
[1] Una cella a incudine di diamante (DAC) è un dispositivo ad alta pressione utilizzato negli esperimenti di geologia, ingegneria e scienza dei materiali. Consente la compressione di un piccolo pezzo di materiale (dimensioni inferiori al millimetro) a pressioni estreme.