Teixobactina

Nature, 7 gennaio 2015

Un nuovo antibiotico uccide i patogeni senza resistenze visibili

Losee L. Ling, Tanja Schneider, Aaron J. Peoples, Amy L. Spoering, Ina Engels, Brian P. Conlon, Anna Mueller, Till F. Schäberle, Dallas E. Hughes, Slava Epstein, Michael Jones, Linos Lazarides, Victoria A. Steadman, Douglas R. Cohen, Cintia R. Felix, K. Ashley Fetterman, William P. Millett, Anthony G. Nitti, Ashley M. Zullo, Chao Chen & Kim Lewis
Nature (2015)

doi:10.1038/nature14098 Received 29 July 2014    Accepted 19 November 2014    Published online 07 January 2015

Riassunto.

Antibiotic resistance is spreading faster than the introduction of new compounds into clinical practice, causing a public health crisis. Most antibiotics were produced by screening soil microorganisms, but this limited resource of cultivable bacteria was overmined by the 1960s. Synthetic approaches to produce antibiotics have been unable to replace this platform. Uncultured bacteria make up approximately 99% of all species in external environments, and are an untapped source of new antibiotics. We developed several methods to grow uncultured organisms by cultivation in situ or by using specific growth factors. Here we report a new antibiotic that we term teixobactin, discovered in a screen of uncultured bacteria. Teixobactin inhibits cell wall synthesis by binding to a highly conserved motif of lipid II (precursor of peptidoglycan) and lipid III (precursor of cell wall teichoic acid). We did not obtain any mutants of Staphylococcus aureus or Mycobacterium tuberculosis resistant to teixobactin. The properties of this compound suggest a path towards developing antibiotics that are likely to avoid development of resistance.

La resistenza agli antibiotici si sta sviluppando più velocemente della introduzione di nuovi composti nella pratica clinica, causando una crisi della salute pubblica. La maggior parte degli antibiotici sono stati sviluppati analizzando i microorganismi del suolo, ma questa risorsa limitata di batteri coltivabili è stata di fatto esaurita nel 1960. L’approccio sintetico alla produzione di nuovi antibiotici è stato incapace di sostituire questa piattaforma. I batteri non coltivabili costituiscono circa il 99% di tutte le specie dell’ambiente esterno, e sono una sorgente praticamente non sfruttata di nuovi antibiotici. Abbiamo sviluppato parecchi metodi per far crescere organismi non coltivati mediante coltivazione in situ o usando fattori di crescita specifici. Qui riportiamo un nuovo antibiotico che abbiamo chiamato teixobactina, scoperta durante uno screening su batteri non coltivati. La teixobactina inibisce la sintesi della parete cellulare legandosi ad una struttura molto conservativa  del lipide II (precursore del peptidoglicano) e del peptide III (precursore dell’acido teicoico della parete cellulare). Non abbiamo trovato alcun mutante di Staphylococcus aureus o Mycobacterium tuberculosis  resistente alla teixobactina. le proprietà di questo composto suggeriscono una procedura di sviluppo di nuovi antibiotici che possano evitare la crescita delle resistenze.

Teixobactin

2 pensieri su “Teixobactina

  1. A me ricorda tanto lo sfruttamento minerario. Ci sono risorse, le specie esistenti di batteri, i cui giacimenti “facili” sono già stati sfruttati negli anni ’60. Adesso il loro effetto (la produzione) si sta esaurendo per colpa delle resistenze, quindi andiamo a cercare giacimenti più difficili, che possono dare risultati importanti, sino a quando nuove resistenze “brucieranno” anche queste possibilità.
    Il fatto che non abbiano trovati mutanti resistenti a questo nuovo antibiotico è del tutto normale, le resistenze emergeranno con l’applicazione su vasta scala.
    Comunque fa piacere che ci sia qualche successo, almeno temporaneo. Sempre più spesso ci sono pazienti, soprattutto anziani, in seguito ad una caduta e la frattura vengono ricoverati e poi muoiono in ospedale dove contraggono infezioni resistenti agli antibiotici. Gli ospedali si stanno lentamente trasformando in punti di diffusione di questi ceppi resistenti.

  2. Pingback: Resistenze batteriche e altre storie | il blog della SCI

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