Un provvidenziale ultimo avviso

Vincenzo Balzani

pubblicato nel Blog universitario  parliamoneOra 2020

Più che aver paura del corona virus, oggi dobbiamo avere paura che cessata l’emergenza sanitaria si torni alla situazione di prima

In una famosa fotografia, scattata dall’astronauta della NASA William Anders il 24 dicembre 1968 durante la missione Apollo 8, si ammira lo straordinario spettacolo del sorgere della Terra visto dalla Luna. Contemplando la scena che stava fotografando, Anders disse: «We came all this way to explore the Moon, and the most important thing is that we discovered the Earth». Da questa e altre simili foto della Terra prese da lontano ci si rende conto di quale sia la nostra situazione: viaggiamo nell’infinità dell’universo su un’astronave. Un’astronave che non potrà mai “atterrare” da nessuna parte, non potrà mai attraccare a nessun porto per caricare risorse o scaricare rifiuti. Le risorse su cui possono contare i quasi otto miliardi di passeggeri sono i materiali che costituiscono l’astronave e la luce del Sole.

Da qualche mese sull’astronave Terra è in circolazione un virus pericoloso e molto contagioso, il Covid-19. In attesa di combatterlo con un vaccino, ci difendiamo alla meglio con l’odiosa arma del distanziamento sociale. Secondo gli scienziati il virus è passato da animali selvatici all’uomo a causa di uno o più dei seguenti errori nel nostro rapporto con la  Natura: esagerato uso delle risorse, degradazione dell’ambiente, cambiamento climatico, crescente consumo di prodotti animali, esagerata  antropizzazione del suolo, perdita di biodiversità e ricerca di cibo selvatico da parte delle popolazioni più povere. I virus sono in qualche modo “profughi” della distruzione ambientale causata dalla nostra aggressività. Stavano bene nelle foreste e nei corpi di alcuni animali, gli abbiamo offerto l’occasione di moltiplicarsi.

Molti fra i cittadini dei ricchi paesi dell’Occidente sono preoccupati per la crisi sanitaria, ma sembra non si siano mai accorti delle crisi ecologica e sociale. Sono terrorizzati da qualche decina di migliaia di morti causati dal virus nel mondo, ma forse non sanno che a causa dall’inquinamento atmosferico ogni anno muoiono circa un milione di persone in Cina, 650.000 nell’Unione Europea e 80.000 nella sola Italia.

Già da parecchi anni gli scienziati ammoniscono che non stiamo custodendo il pianeta e i sociologi avvertono che le enormi disuguaglianze economiche e sociali stanno diventando insostenibili. Il vigente modello di sviluppo, il consumismo, basato sull’usa e getta, ha instaurato una cultura dello scarto che porta al degrado ambientale e si estende alla vita delle persone. Nell’enciclica Laudato si’ qualche anno fa papa Francesco aveva scritto «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale che va affrontata con una visione unitaria dei problemi  ecologici ed economici». E nella benedizione Urbi et orbi impartita il 18 marzo nella spettrale Piazza San Pietro deserta il papa ha aggiunto: “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sani in un mondo malato”.

Stiamo vivendo, dunque, uno dei peggiori periodi della nostra storia, attanagliati da una crisi che ha tre aspetti fra loro intrecciati: ecologico, sociale e sanitario. Ma non dobbiamo perderci d’animo: la storia stessa insegna che ogni crisi offre l’opportunità di un cambiamento verso una situazione migliore. Poiché l’astronave Terra è l’unico luogo dove possiamo vivere, non possiamo farci sfuggire questa occasione. Dobbiamo vedere nel Covid-19 un provvidenziale ultimo avviso. Più che aver paura del virus, oggi dobbiamo avere paura che cessata l’emergenza sanitaria si torni alla insostenibile situazione di prima. Tutti dobbiamo adoperarci perché ciò non accada.

Perché il cambiamento avvenga nella direzione giusta, per prima cosa dobbiamo far capire a politici e economisti che una crescita illimitata è impossibile. Non possiamo pretendere che il pianeta Terra si adatti alla nostra megalomania; dobbiamo essere noi ad adattarci alla sua realtà. L’unico obiettivo che forse possiamo raggiungere, non senza difficoltà, è quello della sostenibilità: cioè vivere lasciando un pianeta vivibile anche per le prossime generazioni.

Perché ciò accada dovremo utilizzare in modo più saggio le limitate risorse dell’astronave Terra e sfruttare il più possibile l’abbondante energia che ci viene dal Sole. Dovremo diminuire l’estrazione di materiali dalla Terra (92 miliardi di tonnellate all’anno, pari a 35 kg al giorno per ciascuno degli abitanti del pianeta) e abbandonare l’uso dei combustibili fossili per abbattere l’inquinamento atmosferico e ancor più le emissioni di CO2 (37 miliardi di ton all’anno), il gas serra che provoca il cambiamento climatico.

Dovremo sostituire i motori a combustione con motori elettrici alimentati dall’energia del Sole. La scarsità delle risorse non ci permetterà più di possedere le “macchine” che utilizziamo (ad esempio, l’automobile); dovremo accontentarci di usare “macchine” condivise. Dovremo capire bene cosa ci serve e cosa non ci serve. Se ci avessimo pensato prima, ad esempio, non avremmo speso 14 miliardi per gli F-35 (aerei da guerra che, per fortuna, non useremo mai), ma avremmo investito questo denaro nella sanità e nell’istruzione.

Più in generale, dovremo sostituire il verbo consumare col verbo risparmiare. Per ridurre i consumi, studi scientifici dimostrano che non serve molto “agire sulle cose”, cioè aumentare il rendimento dei processi di produzione e l’efficienza dei vari tipi di macchine che usiamo; bisogna “agire sulle persone”, sollecitarle cioè a praticare stili di vita ispirati alla sobrietà.

C’è ancora parecchio da fare, ma sappiamo bene quale è la strada per raggiungere la sostenibilità ecologica. Siamo invece molto lontani dall’obiettivo della sostenibilità sociale che richiede, anzitutto, una ridistribuzione della ricchezza. Non può esserci sostenibilità sociale in un mondo dove i duemila più ricchi posseggono più di 4,6 miliardi di persone e neppure un paese come l’Italia dove l’1% più ricco possiede quanto il 70% della popolazione. Non può esserci sostenibilità sociale se, come scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato si’: “… non ci accorgiamo più che alcuni si trascinano in una miseria degradante, mentre altri non sanno nemmeno che farsene di ciò che possiedono”.

Dobbiamo fare in modo che la pandemia del Covid-19, dalla quale stiamo faticosamente uscendo, porti in primo piano il problema della sostenibilità. Sarà necessario utilizzare con cura le risorse del pianeta e l’energia del Sole e anche sviluppare la scienza e la tecnologia nelle direzioni opportune. Ma sarà ancor più importante sfruttare le nostre preziose fonti di energia spirituale: saggezza, creatività, responsabilità, collaborazione, amicizia, sobrietà e solidarietà. Quando avremo fatto tutto questo, ricorderemo questa pandemia come una salutare lezione impartitaci dalla Natura.

13 pensieri su “Un provvidenziale ultimo avviso

  1. Grazie per le interessanti e certamente condivisibili riflessioni.

    Tuttavia, incomincerò a prendere in seria considerazione il papa e la chiesa cattolica in generale, quando non si limiteranno a scrivere belle encicliche, ma metteranno in pratica gli insegnamenti del vangelo, donando ai bisognosi le immense ricchezze, che hanno accumulato nei secoli.

    Saluti.

  2. Anche le “belle encicliche” hanno la loro importanza, soprattutto quando accompagnate dallo stile di vita francescano del papa attuale.

  3. E’ una vita che scrivo cose simili, tanto che la Levi-Montalcini nel 1999 mi ha invitato a scrivere un capitolo significativo: Ingegnoli V (2001) Landscape Ecology. In: Baltimore D., Dulbecco R., Jacob F., Levi- Montalcini R. (Eds.) Frontiers of Life. New York, Academic Press Vol IV, pp 489-508. Risultato: estromesso da tutti i concorsi per entrare in ruolo, oggi (76 anni) sono solo frequentatore nel Dip. di Scienze e Politiche Ambientali, non ho alcun fondo di ricerca sul tema “alterazione dell’ambiente e salute umana”, pur essendo membro del PHA (Planetary Health Alliance) di Harvard. La mia vuole essere una testimonianza aggiuntiva sulle questioni ambientali: è indispensabile fare qualcosa di nuovo!

  4. Abbiamo bisogno di punti fermi. Ti sei uno di questi punti fermi. Da “abbracciare”.
    Che la Pasqua e la reclusione forzata ci consenta di meditare intensamente su quanto hai scritto e poi ci dia forza per cambiare e agire.
    Grazie Vincenzo a nome mio e di EnergoClub.

    PS: Ti chiedo il permesso di riportare l’articolo nel ns portale http://www.energoclub.org

  5. Tutto buono, tutto bello.
    Trascurabile particolare : come “convincere” per esempiuo in Italia quell’ 1% che possiede il 70% della ricchezza del paese a spogliarsene, anche solo in parte, a vantaggio del restante 99% ?
    Io sono pacifista e non violento, ma ricordo la storia. Per far circolare l’ineguagliabile “Libertè, Egalitè, Fraternitè” si convinserop i riliuttanti a colpi di ghigliottina…
    Se non riusciamo neppure a far accettare ai ns compatrioti una modesta imposta patrimoniale per iniziare ad abbattere il debito nazionale più alto d’Europa, che ci sta tirando a fondo rispetto a tutti gli europei ?
    Se l’Europa facesse gli Eurobond solo per stimolare e finanziare la decarbonizzazione dell’economia della società e dell’industria, immediatamente vincerebbero in Italia i partiti che dall’EU ci farebbero uscire, pur di non rinunciare a nulla (quelli che hanno, ovviamente).
    Io, mi dispiace, ma la vedo grigina…

    stefano antoniutti

  6. Concordo sul pessimismo della ragione. Mettiamoci però l’ottimismo della volontà. Abbiamo un papa che dice le cose chiaramente, si veda il messaggio pasquale.Cerchiamo di sostenerlo.

    • Anche qui ci vuole l’ottimismo della speranza, Vincenzo !
      Il pessimismo della ragione ci dice che circa la metà dei cattolici praticanti italiani non ne hanno stima. Si va dal troppo “modernista” al “comunista” all’ “antipapa” di quelli che riconoscono come ultimo papa Pio XII e sperano in un nuovo papa tipo quello del “The Young Pope” che reclami le terre della Chiesa della Donazione di Costantino. Ne ho esperienza tra famigliari ed amici…

      • Per essere positivo : credo sarebbe il caso di chiedere ai politici Europei non gli Eurobond, ma per il rilancio dopo Covid di creare gli “EuroEcoBond” per finanziare in modo straordinari la decarbonizzazione delle ns economie e dei nostri paesi, centinaia di miliardi di euro a fondo perduto per tecnologie, pannelli solari, isolamenti termici, eolico, geotermico e quant’altro, si creerebbe lavoro straordinario per milioni di giovani e farebbe una cosa ottima per tutti.
        Non credo che neppure gli olandesi avrebbero la faccia tosta di opporsi…

  7. Grazie Prof.
    Condivido, la sostenibilità ambientale e sociale deve essere in primo piano
    I modelli legati alla salute in primo piano, stili di vita e le forme dell’ energia pulita applicate nella vita reale devono essere una priorità per il futuro

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