Gli scienziati italiani sul clima ma senza la SCI e la SIF.

(di  Claudio Della Volpe)

Si è tenuta a Roma la conferenza “ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM on CLIMATE”, che per la prima volta in Italia è una conferenza organizzata  dalle più importanti Società e Associazioni Scientifiche Nazionali per avere una unica voce sulla scienza dei cambiamenti climatici e i suoi vari aspetti.

Le Società e Associazioni Scientifiche Nazionali che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento sono:

  1.  SISC – Società Italiana per le Scienze del Clima,
  2.  AGI – Associazione Geofisica Italiana,
  3.  AIAM – Associazione Italiana di AgroMeteorologia,
  4.  AIEAR – Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse naturali,
  5.  ATIt – Associazione Teriologica Italiana,
  6.  CATAP – Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente ed il Paesaggio,
  7.  COI – Commissione Oceanografica Italiana,
  8.  FLA – Fondazione Lombardia Ambiente,
  9.  GII – Gruppo italiano di Idraulica,
  10. HOS – Historical Oceanography Society,
  11. SIDEA – Società Italiana di Economia Agraria,
  12. SIF – Società Italiana di Fisica,
  13. SMI – Società Meteorologica Italiana,
  14. UNASA – Unione delle Accademie di Agricoltura.

Il comitato scientifico di questa conferenza, che ha incluso i rappresentanti di tutte queste societa ha preparato la “Dichiarazione scientifica sui cambiamenti climatici“, che vi allego in fondo.

La SIF in questa conferenza è stata rappresentata dalla sua presidente: prof.ssa Luisa Cifarelli. Alla fine non ha firmato il testo finale insieme con UNASA ed HOS.

Ma ancor più brilla per la sua assenza perfino ai lavori la Società Chimica Italiana.

Sarebbe bello sapere dal Presidente Riccio la ragione di questa assenza anche ai lavori preparativi; come mai non ci siamo andati? C’è un motivo specifico? Siamo stati invitati o consultati? Non sappiamo I dettagli per cui alcune società scientifiche non hanno frmato, ma rimane che apparentemente la SCI è fuori da queste iniziative.

Cosa ne pensano I due candidati alla presidenza? Continueremo così o cercheremo di partecipare anche noi al generale movimento di iniziative scientifiche e comunicative sul cambiamento climatico, rinunciando a farci rappresentare presso il grande pubblico essenzialmente da posizioni “personali” ed essenzialmente critico-neghiste come quelle presenti sull’ultimo numero de La Chimica e l’industria (Carrà e Mazzullo)?

 

 

 

Clima: l’appello degli scienziati italiani

dichiarazione che, nell’ambito della conferenza SISC 2015, le società e le associazioni scientifiche italiane hanno sottoscritto per inviare alla COP21 di Parigi un messaggio chiaro dall’Italia: un messaggio di collaborazione e di integrazione transdisciplinare


I cambiamenti climatici costituiscono per la comunità internazionale una delle sfide più complesse e importanti, le cui conseguenze negative hanno un’elevata rilevanza per economie e società, non solo per l’ambiente. Allo stesso tempo, rappresentano anche un’opportunità per rinnovare i sistemi economici e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali.

Il Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC, la più esaustiva e aggiornata raccolta delle conoscenze scientifiche sul clima, contiene un’ampia collezione di dati, informazioni e risultati sui quali converge un consenso condiviso all’interno della comunità scientifica.

I principali risultati possono essere riassunti nel modo seguente:

  • l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del XX secolo. Il continuo riscaldamento del pianeta aumenta i rischi di impatti gravi, pervasivi e irreversibili sul sistema climatico;
  • gli impatti dei cambiamenti climatici si stanno già manifestando e interessano sia i Paesi in via di sviluppo che i Paesi più sviluppati. Le comunità più deboli da un punto di vista sociale, economico, culturale, politico, istituzionale sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici;
  • dal 1950 ad oggi sono aumentati gli eventi climatici estremi (ad esempio ondate di calore, innalzamento del livello del mare, precipitazioni violente, gravi siccità) e molti di questi sono attribuibili all’influenza delle attività umane;
  • l’esposizione e la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi, insieme ad eventi pericolosi connessi al clima, costituiscono componenti cruciali per la valutazione e la gestione del rischio di ogni attività economica o sociale.

La comunità internazionale ha incluso i cambiamenti climatici tra i Sustainable Development Goals, l’insieme di obiettivi universalmente riconosciuti per bilanciare le dimensioni ambientale, sociale ed economica dello sviluppo sostenibile. Affrontare i cambiamenti climatici è quindi uno degli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in cui si esprime chiaramente l’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di affrontare il tema dell’adattamento agli impatti negativi dei cambiamenti climatici.

Le scelte che adottiamo oggi e nel prossimo futuro risulteranno decisive: i rischi legati ai cambiamenti climatici per i sistemi umani e naturali dipendono dalle emissioni complessive di gas serra, che a loro volta dipendono dalle emissioni annuali dei prossimi decenni. Maggiori emissioni di gas serra condurranno a un maggior riscaldamento che amplificherà i rischi esistenti per i sistemi umani e naturali e ne creerà di nuovi.

 

Strategie di mitigazione e di adattamento sono necessarie per affrontare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici, e dovranno necessariamente essere parte di un processo decisionale che prenda in considerazione la percezione del rischio e i bisogni di specifici territori, bilanciando costi e benefici. Il coinvolgimento di governi nazionali e regionali, così come dei settori privati, è indispensabile al fine di sviluppare e implementare politiche climatiche adeguate.

Le società e le associazioni scientifiche che sottoscrivono questo documento richiamano:

  • i decisori politici, a livello nazionale e internazionale, ad assumere la guida delle iniziative sul clima e ad adottare misure efficaci per limitare le emissioni di gas serra. Le scelte politiche dovrebbero definire e realizzare risposte di mitigazione e di adattamento su scale diverse, necessarie ad affrontare i cambiamenti climatici;
  • le istituzioni nazionali e internazionali a sostenere l’impegno della ricerca nell’ambito delle scienze del clima, degli impatti e delle tecnologie, lo sviluppo istituzionale di discipline convergenti sul piano scientifico e tecnologico, e specifici programmi di training e di alta formazione sulle scienze e sull’economia del clima;
  • la comunità internazionale a trovare un accordo alla COP21 di Parigi su efficaci ed equi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, sui meccanismi per la misurazione e la verifica dei progressi verso gli obiettivi definiti, sulle risorse finanziarie necessarie a sostenere la transizione dei Paesi in via di sviluppo verso un’economia “zero carbon”;
  • il settore privato a ridurre il consumo di carburanti derivanti da fonti fossili, ad incrementare l’efficienza energetica in tutte le attività e tutti i settori, ad adottare velocemente tecnologie e processi organizzativi a basso contenuto di carbonio;
  • i settori finanziari a potenziare il sostegno a investimenti in energie rinnovabili e ad integrare i rischi connessi ai cambiamenti climatici nelle proprie strategie di investimento;
  • tutti i cittadini a migliorare la consapevolezza dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici per le nostre società e ad accrescere la pressione sui decisori politici e sugli elettori per una rapida ed efficace azione volta alla riduzione delle emissioni di gas serra e a limitarne gli impatti più disastrosi.

Le Società e Associazioni Scientifiche che hanno espresso la loro dichiarazione a ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM ON CLIMATE sono: SISC – Società Italiana per le Scienze del Clima, AGI – Associazione Geofisica Italiana, AIAM – Associazione Italiana di AgroMeteorologia, AIEAR – Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse naturali, ATIt – Associazione Teriologica Italiana, CATAP – Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente ed il Paesaggio, COI – Commissione Oceanografica Italiana, FLA – Fondazione Lombardia Ambiente, GII – Gruppo italiano di Idraulica, SIDEA – Società Italiana di Economia Agraria, SMI – Società Meteorologica Italiana.

56 pensieri su “Gli scienziati italiani sul clima ma senza la SCI e la SIF.

  1. Penso possa interessare i colleghi la motivazione dalla mancata firma della SIF, che mi è stata inviata dalla sua presidente prof.ssa Luisa Cifarelli.
    Caro Dr. Rampichini,

    mi fa piacere che molti abbiano notato che la SIF non ha sottoscritto il documento finale del Simposio, pur figurando tra i suoi organizzatori.
    Il motivo è semplice.
    La SIF è un’associazione di fisici abituati a considerare leggi fisiche regolate da equazioni più o meno complesse, e risultati espressi con il dovuto livello di confidenza o di probabilità o di verosimiglianza. Questo, del resto, è il metodo scientifico.
    Il documento in questione contiene nelle sue premesse delle affermazioni date come certezze incontrovertibili a proposito dell’origine antropica dell’attuale cambiamento climatico. Ma le verità scientifiche non possono basarsi sul consenso generalizzato, mescolando scienza e politica, come sta avvenendo in questo caso.
    Poiché la richiesta della SIF, di introdurre qualche parola di tipo probabilistico (come “likely”, che ha un significato ben preciso e tutt’altro che disdicevole), è stata categoricamente rifiutata, la SIF non ha ritenuto di sottoscrivere il documento, pur condividendo fortemente l’importanza della ricerca basata sulla fisica per lo studio del clima e il fatto che è fondamentale inquinare il meno possibile il nostro amato pianeta per salvaguardarne la salute e bellezza.
    Ecco perché il Consiglio della SIF, eletto dai suoi Soci, non ha ritenuto di sottoscrivere quel documento.

    Detto ciò, ignoro perché la SCI non sia stata coinvolta. Ma tante altre società scientifiche non lo sono state e non è poi così grave.

    Cordialità, e grazie per l’interesse,
    Luisa Cifarelli

    PS: Certo, se lo ritiene, può diffondere sul blog della SCI la mia risposta.

  2. Ringrazio il dott. Rampichini del suo utile intervento; rimango ancora più di stucco perchè in effetti nel testo approvato l’aggettivo likely (traducibile in italiano probabile) è presente, ma fra l’altro l’IPCC considera non solo likely ma EXTREMELY LIKELY che la causa sia antropomorfa (si veda qui: https://www.ipcc.ch/news_and_events/docs/ar5/press_release_ar5_wgi_en.pdf); nel testo italiano approvato è scritto:

    l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del XX secolo.

    estremamente probabile ossia in inglese extremely likely; forse la presidentessa Cifarelli non ha letto bene il testo finale che riprende PARI PARI il testo IPCC; ma la presidentessa Cifarelli lo conosce il testo IPCC?

  3. Farei una seconda domanda. Ma la presidentessa Cifarelli lo sa che il testo IPCC è stato scritto da fisici

    abituati a considerare leggi fisiche regolate da equazioni più o meno complesse, e risultati espressi con il dovuto livello di confidenza o di probabilità o di verosimiglianza

    almeno quanto lei?

  4. Credo che il tono e gli argomenti con cui la presidente della SIF liquida l’argomento-,in particolare quando allude a commistioni fra scienza ed interessi politici- siano un insulto ad una estesa comunità di Scienziati italiani coinvolti nello studio dei cambiamenti climatici con rigore e serietà
    Mi auguro che gli Istritti alla SIF prendano le distanze da queste sconcertanti dichiarazioni che gettano ombra su una delle più prestigiose società scientifiche del nostro paes

  5. Sono allibita dal tono e dalle parole della presidente della SIF, che senza tanti giri di parole, etichetta come scienze fisiche di serie B le scienze climatiche e le accusa di connubi ideaologici e politici.
    Questa e’ una pagina veramente buia per la comunita’ scientifica Italiana, un insulto al lavoro di tanti scienziati italiani che con rigore e serieta’ si occupano di cambiamenti climatici.
    Spero che i colleghi iscritti alla SIF prendano le distanze da queste sconcertanti dichiarazioni e manifestino apertamente il loro dissenso.

    • stiamo tornando al medioevo? Per cui si è perso il concetto di teoria, di modello, di statistica oltre che il buon senso? Scientificamente, la gravità e la causa umana del cambiamento climatico sono inequivocabili. Chi dice il contrario ne dia le prove, sono pochissimi e probabilmente non esperti. E soprattutto questa stupida discussione, che non sembra nemmeno tra scienziati, è finita su Repubblica con milioni di visite e migliaia di condivisioni. E ora la gente pensa che c’è disaccordo tra gli esperti e che quindi quello al bar può dire la sua, tanto tutto è opinione. Vi prego di far rettificare la SIF e di inviare un comunicato a Repubblica, a nome di uno scienziato e a nome di un padre di due bambini, per il loro futuro su questa Terra devastata soprattutto dall’ignoranza dilagante

  6. per maggiore completezza riporto sul blog la risposta del presidente SCI a questo post e la mia controrisposta; il dibattito si è svolto sulla lista della SCi che non è accessibile al pubblico esterno:

    Messaggio della Lista di Posta elettronica della Societa’ Chimica Italiana. ***************************************************

    Il collega Della Volpe ha inviato in SCI-list il messaggio che segue, in cui
    segnala che alla conferenza “ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM on CLIMATE” spicca
    l’assenza della SCI.

    Prosegue poi sull’argomento in una pagina sul blog, in cui mi rivolge le
    seguenti domande: “Sarebbe bello sapere dal Presidente Riccio la ragione di
    questa assenza anche ai lavori preparativi; come mai non ci siamo andati?
    C’è un motivo specifico? Siamo stati invitati o consultati?”.

    Singolare modalità di porre delle domande! Lo avrebbe potuto fare per via
    diretta, con una mail o con una telefonata.

    Rispondo sinteticamente.
    Non ero personalmente a conoscenza della programmazione di questa
    conferenza. Ne sono venuto a conoscenza solo dopo il messaggio di Della
    Volpe.
    La SCI non è stata né invitata, né consultata.
    Non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione né dai soci, che spesso si
    preoccupano di segnalare eventi di varia natura di potenziale interesse per
    la SCI, né dall’esterno della SCI.

    Aggiungo che, se la notizia mi fosse pervenuta in tempo utile, avrei
    provveduto secondo le nostre abituali procedure: 1) informazione ai soci e
    agli O.P. potenzialmente interessati; 2) valutazione in Consiglio Centrale;
    3) Costituzione di un gruppo di lavoro, che avrebbe preso in carica
    l’iniziativa.

    Rassicuro Della Volpe sul fatto che non esistono assolutamente motivazioni
    legate a posizioni preconcette, “personali” o “critico-neghiste”. Nella
    organizzazione della SCI c’è sempre e su tutto un aperto e democratico
    confronto a cui partecipano le strutture istituzionali e i membri del
    Consiglio Centrale.

    Cordiali saluti,
    Raffaele Riccio
    Presidente SCI

    Prof. Raffaele Riccio
    Ordinario di Chimica Organica

    Università di Salerno
    Dipartimento di Farmacia
    Via Giovanni Paolo II, 132
    84084 Fisciano (SA) Italy
    Tel. +39-089-969768
    riccio@unisa.it
    Riccio: Home Page

    ****************************************************************

    Il prof. Riccio ha risposto alle domande poste nella comunicazione (su questa lista e sul blog della SCI) firmata dal comitato di redazione con una mail; dopo una certa riflessione ho quindi deciso di commentare la sua risposta (in coda in questo test) con il medesimo mezzo e non sul blog, anche se ritengo che quello sarebbe il mezzo giusto.

    Anzitutto ringrazio il prof. Riccio di avere risposto alla richiesta della redazione;
    questo non è un punto banale, in quanto la mail in questione l’ho spedita in quanto coordinatore della redazione del blog; al momento la redazione del blog è costituita da parecchie persone da me scelte anche se poi c’è un trio di persone (io, Scorrano e la Venturi) che costituiscono la commissione responsabile.
    Tutte le comunicazioni avvengono via mail e di queste mail una copia viene SEMPRE spedita al prof. Riccio, ormai da molto tempo.
    Questo è facilmente provabile tramite le copie delle mails e il prof. Riccio potrà sincerarsene guardando la sua mail ().
    Dico questo perché di fatto la discussione sull’opportunità di mandare o meno un post breve sul blog si è svolta con questa modalità e il prof. Riccio ne ha ricevuta copia in tempo reale; ne segue che avrebbe potuto rispondere direttamente; non è stato il solo della redazione a non partecipare al dibattito, ma di solito il dibattito interno è fatto così; alcuni commentano altri no, con una sorta di principio di silenzio assenso.
    Non ha quindi senso il commento sul fatto sulla “singolare modalità” in quanto il collega Riccio aveva GIA’ ricevuto copia delle domande durante il loro concepimento.

    Ciò detto devo riconoscere al prof. Riccio che è del tutto vero che la SCI non sia stata invitata alla conferenza di “ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM on CLIMATE” , organizzata dal Centro mediterraneo sui cambiamenti climatici sotto l’egida della FAO; una conferenza importante comunque e pubblicizzata perfino su Nature Events e sul sito FAO (http://www.cmcc.it/article/rome2015-science-symposium-on-climate-call-for-abstracts ) fin da agosto ed alla quale molte associazioni hanno chiesto spontaneamente di partecipare.
    Comunque non tutti erano stati invitati da principio, come mi ha chiarito il dott. Mauro Buonocore uno degli organizzatori; Buonocore mi ha anche detto che dato che anche altre associazioni non invitate o che non hanno partecipato potrebbero voler dire la loro il CMCC metterà a disposizione uno spazio pubblico per fare esprimere queste posizioni.
    Spero quindi che quando questa cosa sarà realizzata il presidente o il CC si prendano questa responsabilità e questa opportunità.

    Ritengo che non accorgersi della conferenza, la più importante svoltasi sul clima in Italia prima di COP21 rivela in un certo senso la nostra limitata attenzione a questi temi; e dico nostra, mi ci metto anch’io nonostante la mia posizione pubblica sul tema clima sia conosciuta, nonostante io partecipi a climalteranti da anni.
    La questione è che chi dicevo è impegnato su questo argomento (e non per posizione politica o per fede, ma semplicemente perché segue le pubblicazioni scientifiche sull’argomento) non ha fatto abbastanza per impegnare TUTTA la SCI , come sarebbe doveroso fare.

    Se qualcuno sta seguendo il dibattito sul blog avrà visto che la SIF ha spiegato perché non ha firmato il documento finale con argomenti a dir poco inconcludenti e che riviste come Le Scienze sono scese in campo criticando la SIF e (sia pur molto indirettamente) anche noi.

    Spero che lei in futuro , il futuro presidente/presidentessa e tutti noi saremo più attenti e vigili e disponibili; è assolutamente necessario.
    Personalmente moltiplicherò’ i miei sforzi a riguardo; e chiedo a lei che d’ora in poi si opponga alla pubblicazione su CI (che è una rivista SCIENTIFICA) di articoli di stile e argomento “neghista” sul tema climatico come a volte è avvenuto. Separare le opinioni personali dalle posizioni scientifiche sui vari temi è importante, ma a volte su CI non avviene. Sul tema climatico occorrerebbe avere una posizione come Società, dato che la mole di dati a riguardo dell’origine antropologica del riscaldamento è del tutto straboccante e la necessità di fare interventi di mitigazione ed adattamento è arrivata perfino al livello dei politici di tutto il mondo.
    Mi piacerebbe che fosse chiarito che chi non è esperto del tema climatico potrà certamente esporre le proprie personali opinioni (ma non si capisce perché su una piccola rivista come la nostra che ha sempre problemi di costo e di spazio) ma che quelle opinioni non possono avere lo stesso peso di chi raccoglie dati e formula modelli da decenni; la scienza è fatta così non è “democratica”, se non ci si basa sui nudi fatti. E dato che noi siamo una società scientifica sono i fatti e i risultati scientifici che contano.

    Mi scuso per la lunghezza e porgo a tutti cordiali saluti

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    Claudio Della Volpe- Università of Trento
    Professore associato di Chimica Fisica Applicata
    Tel +39-0461-282409 (10-11-12) ; Fax +39-0461-282672
    Dipart. di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica -DICAM

    Laboratorio di Chimica Fisica Applicata, Via Mesiano 77, 38100 Trento (Italy)
    E-mail: claudio.dellavolpe@unitn.it
    Notizie alla pagina : http://www.ing.unitn.it/~devol
    Membro del comitato editoriale di JAST , de Il Blog della SCI
    del Comitato scientifico di Aspo-Italia e di Kite Gen Research

    skype address: devoldev
    myblog: http://civettaeolivo.wordpress.com/
    googlescholar: http://scholar.google.it/citations?user=0vJCqvIAAAAJ&hl=it

    Insegnare non è versare acqua in un vaso, ma accendere un fuoco. (Teofrasto o Plutarco)

    il Blog della Società Chimica Italiana: http://ilblogdellaSCI.wordpress.com
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  7. L’articolo “Controversia sul cambiamento climatico”, pur non aggiornatissimo, di Wikipedia contiene un quadro abbastanza significativo delle opinioni correnti nella comunità scientifica. Ne suggerisco la consultazione a chi creda che ci sia unanimità o quasi tra gli scienziati sull’origine antropica del riscaldamento globale. Neanche tra quelli esperti del tema climatico, come sembra ritenere il prof. Della Volpe. Proprio perché la scienza non è “democratica”, non si può concludere che l’opinione della maggioranza sia indiscutibile e vietare la pubblicazione di altre opinioni.

    • la pubblicazione di altre opinioni NON personali ma scientificamente basate dovrebbe essere appunto basata su articoli pubblicati su riviste peer rewieved; sfortunatamente articoli scientifici su riviste peer reviewed che difendano il punto di vista che il dott. Rampichini considera come alternativo sono non solo rare ma in diminuzione; la voce di wikipedia che Rampichini cita dice con chiarezza una cosa: TUTTE le società scientifiche nazionali di argomento climatico sono convinte che il riscaldamento ci sia e sia di orgine antropica; non so quale autorevolezza possano avere scienziati comunque bravi che NON siano climatologi e che dicano cose contrarie; ed infine chi vuole efficacemente discutere il tema ne pubblica su una rivista peer reviewed del settore dove il suo pensiero può essere criticato e commentato da esperti, NON su una piccola rivista in italiano come CI la cui redazione non contiene nessun esperto di climatologia e che di solito non fa peer review anonima sugli articoli; se invece avviene questo e se come è capitato a me si rende difficile criticare gli articoli in questione allora dott. Rampichini c’è il forte sospetto che ci siano posizioni preconcette che potrebbero (faccio una ipotesi andreottiana) fare gli interessi della industria italiana del settore fossile e di alcune di quello chimico che non sono in grado di fatto di reggere l’epocale cambiamento del mercato che è GIA’ in corso.

      • La voce che ho citata cita pressioni politiche e posizioni interessate in entrambi i campi. Inoltre dice testualmente: “Ci sono comunque ricercatori scettici sul ruolo antropico nell’attuale riscaldamento: essi rappresentano una minoranza nella comunità scientifica, sebbene negli ultimi anni il loro numero abbia conosciuto un significativo aumento[9]. Tra questi “scettici” vi sono, tra gli altri, anche il premio Nobel Kary Mullis, oltre che ex membri dei vari comitati IPCC come i meteorologi Hajo Smit, Philip Lloyd e Roy Spencer, nonché fisici dell’atmosfera come Fred Singer e i climatologi John Christy e William D. Braswell.

    • L’articolo di Wikipedia non solo non è aggiornato ma è infarcito di informazioni inesatte. Il particolare è falso che il numero degli “scettici” sia in aumento (difatti non vengono fornite fonti a supporto, il link rimanda alla pagina del senatore Inhofe).
      Lei cita un elenco di 1000 scienziati dissenzienti. Non so se si riferisce a quello del sen. Inhofe, visto il riferimento alla pagina suddetta. La maggior parte degli scienziati in quell’elenco non ha nessuna competenza di climatologia. Alcuni vi sono stati inseriti a loro insaputa, e la loro richiesta di esserne rimossi è stata disattesa. Da un’analisi di quei nomi fatta dal CFI (l’analogo del nostro CICAP):
      • un po’ meno del 10% sono climatologi.
      • Circa il 15% ha pubblicazioni nella letteratura con peer review su argomenti correlati con la climatologia
      • Circa l’80% non ha NESSUNA pubblicazione peer review anche solo vagamente correlata con la climatologia
      • Circa il 4% sembrerebbe sostenere esplicitamente il consenso dell’ IPCC-2007 e su quella lista proprio non dovrebbe starci.
      http://www.centerforinquiry.net/opp/news/senate_minority_report_on_global_warming_not_credible/

      In conclusione, costruire una lista di 1000 nomi di scienziati IN TUTTO IL MONDO con queste caratteristiche non è difficile, qualsiasi sia l’argomento da sostenere.

  8. Il problema dott. Rampichini è sempre il solito : il premio Nobel Kary Mullis è premio Nobel in Biochimica cosa c’entra con la climatologia? Bah! lo sa lei? Hajo Smit è un nome che non corrisponde ad alcuna pubblicazione scientifica su ISI web of science; Spencer è una figura nota e controversa; è difensore del disegno intelligente, ossia uno di quelle figure in cui la religione la vince sulla scienza; e potremmo continuare; nessuna di queste figure è stata in grado di pubblicare alcunchè che risultasse degno di nota nella comunità scientifica climatologica a riguardo della origine non antropica del riscaldamento climatico. Fred Singer: ha letto su wikipedia chi è? è uno che sostenuto negli anni che il fumo non faceva venire il cancro, che le sostanze che danneggiavano il buco dell’ozono non erano pericolose, e così via; qualunque cavolata neghista lo ha visto in prima fila pur di difendere le posizioni delle grandi corporations americane che supportano il Cato institute (il cuore del negazionismo pro corporations su qualunque argomento, almeno gli americani fanno lobbysmo chiaro non come in Italia, devono dichiarare chi li paga) di cui Singer è un esponente (pagato ovviamente). Spencer, John Christy e William D. Braswell hanno contribuito allo sviluppo dellle telemisure satellitari; sembrava che tali misure non confermassero il GW ma col passare degli anni sono state sempre più perfezionate e migliorate e oggi coincidono con le altre; la Terra si scalda; i tre negano non il riscaldamento e nemmeno l’origine umana del processo (almeno gli ultimi due) ma che esso sia divenuto e diverrà sempre più importante; in questo sono del tutto isolati e comunque essi non sono dei modellisti climatici ma degli esperti di tecniche di telerilevamento satellitare, tecnica che ormai NON è più in conflitto con le altre misure. In conclusione dott. Rampichini gli scettici che lei cita o non sanno nulla del tema oppure denegano parti del modello del quale comunque NON sono esperti modellatori e hanno anche “conflitti culturali” chiari come Spencer che piuttosto che negare il disegno intelligente direbbe qualsiasi cosa. Detto in soldoni, lei non ha argomentatori seri; si convinca: il GW esiste ed è di origine umana; se va sempre su wikipedia e legge circa le figure che cita che hanno voci su wikipedia capirà che non sto dicendo sciocchezze; nel 2003 Christhy ha detto: «…è scientificamente inconcepibile che dopo la trasformazione di foreste in centri abitati, la conversione di milioni di acri in terre coltivate ed irrigate, dopo aver immesso massicce quantità di fuliggine e polveri nell’aria e aver immesso in questa gas serra, che il corso del clima non sia cambiato in qualche misura.” e ancora davanti a un giudice: concordo con la dichiarazione dell’IPCC [2001], che alla luce di nuove evidenze e tenendo conto delle restanti incertezze, è probabile che gran parte del riscaldamento osservato negli ultimi cinquant’anni sia dovuto all’incremento della concentrazione dei gas serra». Chiaro? I suoi “campioni” sono campioni di mezza tacca.

    • Non intendo discutere nel merito, non ne ho la competenza né il tempo. Il mio proposito era solo dimostrare che non c’è unanimità nella comunità scientifica, e questo mi pare assodato e incontestabile.Buona notte.

  9. allora casca male; io ho pubblicato e insegnato in questo campo e ciò che lei dice non è nè assodato e nemmeno incontestabile; lei fa cherry picking, “sceglie le ciliege” e detto fra noi non è manco tanto abile nel farlo; le ho contestato ogni elemento; faccia una cosa si studi qualche buon libro di climatologia questo costa meno di 30 euro su Amazon: http://www.amazon.com/The-Earth-System-3rd-Edition/dp/0321597796 e lo usavo per i miei studenti di fisica

    • Grazie per il consiglio, se e quando avrò tempo lo seguirò. Tuttavia le segnalo che non sono io a scegliere le ciliege ma Wikipedia e anche lei. Infatti non si è accorto della nota [9] della voce citata, dove si trova il riferimento a un rapporto depositato al Senato USA e a oltre 1000 (mille) scienziati dissenzienti. Ma certamente saranno tutti corrotti e incompetenti e lei li demolirà in 5 minuti.

      • Chiedo scusa per la frase finale, è una battuta. Lei è certamente più competente di me in questo campo, tuttavia mi permetto anch’io di darle un consiglio: non faccia appello al principio d’autorità e al consenso, concetti banditi, come ognun sa, dal campo scientifico da secoli.

      • Le ho risposto più in alto. Sono in buona parte incompetenti, e in una percentuale non trascurabile sostenitori attivi della tesi “ufficiale”, ed inseriti a loro insaputa.

        Ha ragione qui sotto quando contesta il principio di autorità. Il 100% può sbagliarsi su qualsiasi argomento. Ma il modo per contestare il consenso è pubblicare le proprie critiche su riviste peer review, e vedere cosa risponde la comunità scientifica. Nel caso del riscaldamento globale non esistono, oggi, alternative credibili alla tesi dell’effetto antropico, e non per mancanza di sforzi nel ricercarle. Se emergeranno se ne riparla.

  10. Dott. Rampichini a me risulta che lei sia uno dei più noti consulenti industriali italiani; ora questo vuol dire che lei è una persona molto esperta nel suo campo e che conosce bene il valore dell’essere esperti. Quelllo che io sto difendendo qua non è il principio di autorità o il consenso, ma una cosa diversa che è alla base del suo lavoro e della ricerca scientifica moderna: il consenso dei pari basato sulla esperienza e il metodo scientifico, ossia la riproducibilità dei risultati. Solo un climatologo può parlare scienficamente di climatologia e per entrare nel gruppo non c’è che UN modo, scrivere un articolo e sottoporlo al peer-review, il consenso dei pari, anonimo, superarlo e pubblicare l’articolo; e che qualcuno ne tenga conto nel suo lavoro successivo. Non basta essere un esperto di un altro settore; se un geologo o un esperto di insetti le dicesse che le sue consulenze sono erronee, confessando al contempo di non saperne abbastanza del suo settore e di non capirne nulla, lei cosa gli risponderebbe?

    • Ah, bravo! Non difende il consenso ma solo “il consenso dei pari”. E’ già un progresso. Però il consenso dei pari non c’è e lei lo sa molto bene. O fra i mille che ho citato e le migliaia che non ho citato ma che si trovano facilmente su Internet non c’è alcun climatologo?. Ma mi faccia il piacere. Visto che continua a negare l’evidenza la discussione è chiusa.

      • Dott. Rampichini ma lei legge le mie risposte? le ho analizzato i nomi che ha messo; c’erano due o tre climatologi e quelli sono le assicuro e le ho spiegato COSA esattamente hanno detto se lo rilegga; NON CE NE SONO ALTRI!!! il punto 9 NON contiene alcun elenco, ci sono andato non c’è nulla, ma come è GIA’ avvenuto in passato al massimo avrebbe contenuto nomi di NON ESPERTI, ci sono stati elenchi in passato di qualcosologi che negavano quel che non sapevano; se lei ha nomi di altri climatologi oltre quelli che ho già commentato li metta pure su e vediamo cosa hanno scritto ESATTAMENTE; il consenso dei pari c’è eccome è solo che lei che NON conosce il tema come ha già scritto NON lo sa; io non faccio alcun “piacere”, è lei che dovrebbe accettare quel che le ho detto; altrimenti se domani un qualcosologo le contesta le sue consulenze stia zitto e abbozzi. Lei ha confessato qui su questo blog di non saperne abbastanza cionondimeno lei NEGA e così fanno gli altri; non lo fanno su base razionale ma sulla base delle loro convinzioni politiche e sociali; con la scienza nulla a che fare; io rimango qua si faccia vivo quando ha nomi o meglio quando ha ARGOMENTI; buonasera mi vado a sentire Montalbano.

  11. Caro Claudio a proposito dell’articolo di Boero sul Secolo segnalo che ho appena scritto all’autore per segnalargli che la sua espressione “la Sci non si è nemmeno presentata” è assolutamente gratuita ed infelice: come è ben noto la SCI non è stata invitata.
    Vedrò di far pubblicare dal Secolo una rettifica perchè non passi il messaggio che la SCI si disinteressa al problema.

  12. Purtroppo quella del riscaldamento climatico è a tutti gli effetti una ideologia dal sapore quasi religioso. Uno strumento davvero politico che va a sfociare anche in ambito economico. Ci sono tantissimi studi autorevoli che analizzano la storia del clima, l’andamento delle temperature in epoche non industrializzate che dimostrano, scientificamente, che la temperatura del pianeta è regolata da fenomeni indipendenti dalle attività umane. Un saluto a tutti.

    • Allora, uno che si firma “stelioeffrena” sente l’irresistibile bisogno di commentare dicendo: “Ci sono tantissimi studi autorevoli che ….dimostrano, scientificamente, che la temperatura del pianeta è regolata da fenomeni indipendenti dalle attività umane.” Verrebbe voglia di rispondere col vecchio detto “uno ha sempre diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti. “

  13. Il nome Stelio Effrena è un nome di fantasia perchè è quello del protagonista de “Il fuoco” di Gabriele D’Annunzio; sarebbe bello avere il nome vero di chi interviene, tanto più quando dice una cosa giusta (ossia che per il passato esistono interpretazioni scientifiche dei cambiamenti climatici legati alle forze naturali) ed una completamente sballata, ossia che oggi il ruolo umano nel clima sia una invenzione politica; ci sono centinaia di studi scientifici che provano che anche l’uomo con la sua attività è oggi una forza geologica; basti pensare alla proposta dei 18 premi Nobel e illustrata anche su questo blog di chiamare Antropocene l’età attuale a causa del ruolo geologico dell’uomo (https://ilblogdellasci.wordpress.com/2015/09/04/la-definizione-di-antropocene-ricorre-alla-geochimica/); in molti altri post abbiamo illustrato il ruolo dell’umanità nell’alterare profondamente i cicli naturali (https://ilblogdellasci.wordpress.com/2015/05/29/cronache-dallantropocene/). Strano che una persona così appassionata di D’Annunzio che fu dopotutto un esaltatore dell’azione umana, e proprio nel Fuoco un esaltatore del superuomo non comprenda che il superuomo esiste ed è l’uomo di oggi che come specie ha osato troppo per le dimensioni del suo pianeta. Dai tempi di D’Annunzio la popolazione umana e il suo impatto sono aumentati di un ordine di grandezza, con uno sviluppo quello si “ex frenis”, senza freni, proprio come lascia intendere il nome che lei si è dato.

  14. Potremmo parlare di Richard Lindzen e discutere su quanto contenuto nel lavoro di Mario Giaccio. Ma sarebbe inutile interloquire con persone che esordiscono attaccando ironicamente il nickname altrui. Gentili signori, non sono qui per polemizzare e mi scuso se ho disturbato dei “credenti” o meglio, “fedeli” del climatismo. Buona serata.
    Enrico

    • Non mi sembra di averla presa in giro ma solo di aver scritto che lei non sembra aver accettato tutte le implicazioni del superomismo dannunziano. Ciò detto Richard Lindzen in un articolo del 2012 sul NYT si è praticamente rimangiato tutto quel che aveva detto prima (Gillis, Justin (April 30, 2012). “Clouds’ Effect on Climate Change Is Last Bastion for Dissenters”. New York Times. ); Mario Giaccio non è un climatologo e lei citandolo sta di fatto facendo pubblicità al suo recente libro neghista. Forse era questo il suo scopo? Se Giaccio avesse qualcosa di seriamente scientifico da dire contro il GW e la sua origine antropica lo pubblicherebbe su una rivista scientifica, invece di farne lui un affaire economicamente conveniente. Ma ha preferito come altri prima di lui sfuggire alle critiche del peer review. Invece del peer review scientifico Giaccio ha scelto l’editore XXI secolo che pubblica fra l’altro i libri dell’altro noto NON CLIMATOLOGO Battaglia e altre amenità contro il fotovoltaico, mostrando egli, Giaccio, di fare una scelta del tutto ideologica, la medesima di cui accusa gli scienziati VERI della climatologia.

      • La ringrazio per la sua risposta, chiara e circostanziata. La apprezzo davvero (come tutte le cose di buon senso) e vorrei confermarle che NON volevo propagandare l’opera di chicchessia. Arrivederci e buon anno. Enrico

  15. Dott. Rampichini
    fra i mille che ho citato e le migliaia che non ho citato ma che si trovano facilmente su Internet non c’è alcun climatologo?
    Su internet si trovano anche molte inesattezze, per esempio i “mille” che lei cita erano 687.

    stelioeffrena,
    L’ipotesi IRIS di Lindzen (2002) prevedeva una diminuzione della temperatura globale e da allora la temperatura continua ad aumentare. Dovremmo “crederci” lo stesso per quale motivo?
    Ero convinta che Mario Giaccio si occupasse di economia e tecnologia delle fonti di energia, potrebbe indicarmi un sua pubblicazione scientifica sul clima, per favore?

  16. i climatologi non riescono a dare ai metereologi elementi sufficienti per prevevere il tempo al di la di una settimana, ed è già tanto, ma pretendono di essere sufficientemente certi (hanno visto la pistola fumante) che se la vacche, che irresponsabilmente alleviamo, continuano ad emettere gas serra con il ritmo attuale tra x anni, il livello del mare salirà di x cm! La prof Cifarelli dice solo una banalità, mi perdonerà: non c’è nessun sistema di equazioni che possa definire il clima, pertanto la affermazioni perentorie a riguardo sono inopportune da un punto di vista scientifico. Le risposte? Rabbiose e ideologiche, alcune anche da fondamentalismo religioso. Ma chi è questa IPCC, Gesù Cristo? Ad ogni buon conto, per l’intanto (battiamo il ferro fiché è caldo), si pretende di controllare i consumi energetici dell’India.

    • Metereologi… cominciamo almeno a scrivere correttamente la parola metEOROlogi. “Non c’è nessun sistema di equazioni che possa definire il clima”: altra inesattezza. Si studi un po’ la fisica del clima, poi ne riparliamo. Anche perché, con la stessa identica proposizione, si può tranquillamente affermare che non c’è nessun sistema di equazioni che possa definire alcunché in natura.
      “il livello del mare salirà di x cm”: sbagliato. Sui rapporti IPCC è quantificato anche il dx associato a x. Ma visto che la parola IPCC le suscita turbe mentali, sappia che un rapporto IPCC contiene migliaia di riferimenti a pubblicazioni, la quasi totalità delle quali su riviste peer reviewed. Basta leggersele.
      “Le risposte? Rabbiose e ideologiche, alcune anche da fondamentalismo religioso”. Le sue, invece, sono tutte scientificamente fondate, vero?

  17. Paisiello gli ambiti dei meteorologi (metereologi è sbagliato, non vuol dire nulla) e dei climatologi sono ben diversi; nè sono i climatologi a dare l’input ai meteorologi; i meteorologi studiano lo stato ISTANTANEO del sistema atmosferico con una risoluzione dell’ordine di ore o minuti mentre i climatologi studiano il suo comportamento MEDIO, su tempi dell’ordine di almeno alcuni decenni; nei due andamenti pur rispondendo il sistema alle medesime equazioni le condizioni al contorno e la risoluzione temporale delle dinamiche sono diversi e consentono ai meteorologi di conoscere il futuro del sistema su base probabilistica fino a qualche giorno, mentre nell’altro caso è possibile costruire scenari (sempre probabilistici) di anni; il rumore del sistema che rende la vita difficile ai meteorologi sui tempi brevi si autoannulla sul lungo periodo e così le due cose non sono affatto in contraddizione; lei può conoscere la velocità media di un’auto su un certo percorso che duri poniamo un giorno facendo solo due misure una al principio ed una alla fine, mentre per conoscere il suo stato ogni secondo dovrebbe farne un numero migliaia di volte superiore; questo semplice esempio dovrebbe far capire che stiamo parlando di cose molto diverse e non in contraddizione fra di loro. Mi raccomando studiare non fa male! le risposte non sono rabbiose sono annoiate; sono, siamo semplicemente STUFI io e molti altri di rispondere sempre alle stesse identiche sciocchezze che dimostrano una ignoranza (che nel suo caso è perfino grammaticale) e che se può essere a stento sopportabile per il grande pubblico italiano (che dopo tutto è fra i meno “letterati” del mondo) non lo è per chi come la Cifarelli dovrebbe sapere certe cose per mestiere .

  18. Paisiello non mi riduca la risposta; come noterà io le ho risposto NEL MERITO della differenza fra meteoroglogia e climatologia che lei riportava in modo totalmente erroneo; ma questa cosa dipende dal banale fatto che lei vuole discutere di cose che non sa nemmeno come si scrivono, lei è intervenuto col piglio di chi spiega agli altri come stanno le cose; ma per fare questo uno dovrebbe essersi fatta una sia pur minima cultura sull’argomento; e se si è fatta questa cultura sa che le due parole metereologia e meteorologia sono entrambe presenti in rete ma la prima è una parola inesistente, anche se riportata da giornali e perfino da dizionari e non la sbaglia; il fatto che lei con piglio sicuro abbia usato un termine inesistente (non un errore di ortografia, no abbia bontà non mi pigli in giro non è un errore ortografico nel suo caso è molto di più) fa bene coppia con la totale mancanza di conoscenza del problema effettivo ; lei non ha mai letto o studiato il tema ma viene qua e pretende di dar lezione: IPCC non è gesù cristo è semplicemente l’espressione della più avanzata climatologia esistente al momento, gente che ogni giorno si studia quelle cose che lei così bene NON conosce. Prendiamo questa frase, spesso usata a sproposito; non esiste l’equazione del clima.Falso. Questa è la banalità che riporta lei o che dice Zichichi; di equazioni se proprio conosciamo il tema ce ne sono 7, sono le sette equazioni differenziali cosiddette di Bjerknes; nel gennaio1904 Vilhelm F.K. Bjerknes (1862-1951) pubblicò un breve articolo in tedesco su“Meteorologische Zeitschrift”, intitolato “The Problem of Weather Forecasting from the Standpoint of Mechanics and Physics”; quelle 7 equazioni si usano ancora oggi suddividendo il sistema atmosferico in sottoinsiemi e imponendo condizioni al contorno adatte; altro che non ci sono equazioni; non è una sola equazione semplice, ma un sistema di 7 equazioni differenziali (non algebriche, cioè che hanno come soluzione una funzione non un numero) non lineari che si possono risolvere solo numericamente e che stanno sotto a qualunque previsione sia meteorologica che climatica, insieme con un opportuno set di condizioni al contorno. Ripeto: vada a studiare, casomai insieme con la Cifarelli. Carrà, Battaglia e Zichichi e poi torni qua con la coda fra le gambe.

  19. La ringrazio per la risposta un poco più nel merito e più articolata, che indubbiamente mi pone problemi di approfondimento, come la ringrazio anche di aver considerato “lezione” la presentazione dei miei dubbi. Mi ero solo permesso di fare delle obbiezioni, (una b o due b?). Per quanto riguarda le “equazioni” indubbiamente mi mette in difficoltà, forse doverebbe informarne il prof Zichichi,(a me quasi del tutto sconosciuto e forse anche in disaccordo ideologico) che fino ad ora pare che lui e la sua allieva, ne siano completamente all’oscuro. Si, è vero “non ho studiato”, forse lei ha studiato (non certo l’italiano se confonde ortografia con grammatica, fra le altre la parola incriminata, mi dice, è comunemente utilizzata anche se impropriamene, quindi si dovrebbe parlare di lessico o peggio lemma, ma non vorrei confonderle le idee); ma ugualmente mi permetto di darle un consiglio : lei indubbiamente è sulle barricate convinto con ragione e buona fede delle sue idee, naturalmente vuole convincere il prossimo, ecco, io le consiglierei di non prendere quel piglio da professorino presuntuoso: è indisponente e poco convincente, fa venire un sospetto di inferiorità, e poi non si circondi di cani da guardia. Per quanto riguardo l’ipcc devo dire che ho una certa esperienza di lavoro con NU di cui apprezzo, ovviamente, il ruolo ed il lavoro suo specifico ed isituzionale di mediazione diplomatica, molto meno quello delle agenzie annesse, troppo affamate di soldi. La ringrazio per le indicazioni utili: il punto di partenza, e la informo infine che non ho la coda, comunque se lei ce l’ha se la ciucci.

    • la coda la abbiamo tutti, come ex-scimmie, un residuo c’è da qualche parte; il suo errore che non è di ortografia le concedo che sia di lessico; e infine accetto anche la critica di essere un po’ come dire “professorale”; quanto al resto, so che brucia sentirsi criticare ma lei è intervenuto a gamba tesa in qualcosa che non conosce abbastanza; e con questo ultimo intervento ha fatto ancora di peggio: ipotizzare senza averne le prove che siano i soldi a spingere l’IPCC è qualcosa di perfino peggio che avere dubbi, è gettar fango gratuitamente. Lei è peggio di chi ignora ma crede di sapere; no lei presume, lei caro signore ha preconcetti, a lei non servirebbe nemmeno sapere; sinceramente la compiango.

  20. Purtroppo sono costretto ad intervenire nuovamente perché lei interpreta troppo liberamente le mie parole, mi fa dire cose che non ho detto. Non sono intervenuto a gamba tesa. Sul’IPCC sono stato troppo sintetico e le nei ha tratto conclusioni a suo comodo (la macchina del fango e altre sciocchezze). Ho solo parlato delle difficoltà di bilancio della pletora di organizzazioni delle NU (lei non sa neanche quante ce ne siano), cosa facilmente controllabile, e che sono al di fuori o appena tangenti ai suoi compiti istituzionali ordinari e fondativi, e che secondo me svolge egregiamente ed è insostituibile (compiti istituzionali e fondativi). Lei ricorderà che all’inizio ho praticamente detto che, con domanda retorica, che per me l’IPCC non è Gesù Cristo. Cosa vuol dire? sembra chiaro:per me non è fonte primaria, il vangelo o bibbia che sia, non si può dire ipse dixit. Produce Report (certamente a pagamento ma è normale). Lei ha individuato subito il mio problema a riguardo e concordo con lei: sono ignorante, pertanto devo informarmi, istruirmi, il problema e grosso. L’ipcc collaziona. Sono sens’altro uomini d’onore, ma continuando nelle citazioni dotte, se li pungi cacciano sangue, se li avveleni, muoino come noi? Lei conoscerà il grosso problema delle riviste scientifiche, sono praticamente un monopolio. Preferisco le fonti, non chi, per campare, vende report e ne fa ovviamente pubblicità. Faccio il caso, ma non si allarmi è solo una ipotesi, che un collazionatore di fiori mi presenti, a me ignorante, un mazzo di fiori bianchi dicendonomi che i prati producono solo fiori bianchi. Ci credo? Stia sicuro che io prima di comprarglieli vado a dare un’occhiata al prato per vedere se ci fosse anche un fiore giallo. Fino ad ora ho sentore che ci siano, ma non si preoccupi continuo a girarmi attorno, il problema è grosso. Se non le dispiace vorrei chiudere, come si dice : la compagnia è piacevole (non si preoccupi non mi brucia) ma io devo andare. Però vorrei che ci lasciassimo con una pacca sulla spalla, ma se lei continua a dire sciocchezze su mio conto sono cosatretto a spiegarmi ancora. Auguri per le sua granitiche certezze e per il nuovo anno alle porte, e non stia come il suo amico sempre con la freccia incoccata.

    • Sancio Panza/V. Paisiello
      mi sembra che ci siano altre incomprensioni, provo a chiarire

      i climatologi non riescono a dare ai meteorologi elementi sufficienti per prevedere il tempo al di là di una settimana
      Nella realtà succede il contrario, sono i meteorologi a dare ai climatologi i dati che confermano o smentiscono le proiezioni dei modelli. D’altronde la climatologia è nata dalla meteorologia che esiste almeno dai tempi di Aristotele.
      “Scenari probabilistici”: come in tutte le scienze attuali, il bosone di Higgs è una probabilità, non una certezza.

      (L’IPCC) Produce Report (certamente a pagamento ma è normale).
      i 13 impiegati dell’IPCC organizzano la pubblicazione dei report richiesti dai governi dei paesi membri e le conferenze in cui i governanti li discutono e approvano. Nessuno li vende o li compra, sono gratuiti e sono scritti gratuitamente dai vari autori.

      per me non è fonte primaria
      per nessuno, penso, visto che i rapporti IPCC sono rassegne delle fonti primarie.

      Preferisco le fonti
      Questa non l’ho capita. Quali fonti, visto che lei sembra diffidarne e scrive:
      Lei conoscerà il grosso problema delle riviste scientifiche, sono praticamente un monopolio?

      In realtà, le riviste scientifiche sono quasi un milione e quelle che pubblicano ricerche legate al clima appartengono in maggioranza a società scientifiche.
      Tutte fanno a gara per pubblicare ricerche contro-corrente. Per esempio su Nature è uscita – con tanto di copertina – la famosa ipotesi secondo la quale, per la temperatura globale, l’oscillazione della corrente atlantica meridionale sarebbe più determinante della concentrazione atmosferica di CO2. La trova citata nel V rapporto IPCC.

      devoldev
      pare che Keenan sia un matematico brillante, ma come gli hanno spiegato tutti, fa un errore da debuttante: confonde i modelli statistici con quelli fisici.

  21. guardi che l’IPCC non si inventa nulla, usa la letteratura GIA’ pubblicata e la usa tutta; non capisco la frase:

    Lei conoscerà il grosso problema delle riviste scientifiche, sono praticamente un monopolio.

    le riviste scientifiche campano usando il peer review ANONIMO e il peer review lo fanno gli esperti, perchè come forse sa la scienza NON è democratica; ci sono problemi li ho anche personalmente analizzati in passato, ma da qua a dire che non ci si può fidare della intera letteratura climatologica mondiale ce ne corre; giusto per mettere la ciliegina sulla torta nel 1979 il Jason, un gruppo di scienziati filogovernativi, in genere fisici che studiano le applicazioni scientifiche utili per il governo USA pubblicò un testo che fin da allora 36 anni fa prefigura le conclusioni dell’IPCC; il testo non ebbe molto clamore all’epoca ma è indicativo di come la scienza arrivi alle medesime conclusioni quando è fatta onestamente: http://fas.org/irp/agency/dod/jason/co2.pdf; cominci da qua, le darà il senso del dejavu

  22. Tempo fa mi sorprese questo articolo di un brillante scienziato (ancorché nn climatologo) D. G. Keenan (uno che ha preso gli 0x $ al Prof. Knuth per aver trovato errori nei suoi libri…) riferito però al report IPCC del 2007:

    http://www.informath.org/media/a41.htm

    ma si sa… le menti brillanti riescono anche a coinvolgere e a volte confondere chi ne sa di meno. Sostanzialmente accende la lampadina sulla differenza tra correlazione e causalità… Eventualmente ci fosse stato un bug nel report del 2007 immagino che nel frattempo al IPCC abbiano tolto ogni dubbio (ragionevole) di affidabilità statistica prima di scrivere inequivocabile, chi mi tranquillizza?

    • Caro buffs74 non sembra sia poi così brillante visto che ha preso altre toppate (https://quantpalaeo.wordpress.com/?s=Keenan), ma a riguardo della toppata presente si possono leggere le risposte nel merito qua (https://tamino.wordpress.com/2010/03/11/not-a-random-walk/ oppure qua https://andthentheresphysics.wordpress.com/2015/11/20/a-stupid-100000-bet/ oppure qua https://tamino.wordpress.com/2011/10/23/fake-skeptic-criticism-of-decadal-variations-in-the-global-atmospheric-land-temperatures/
      oppure qua http://www.metoffice.gov.uk/media/pdf/2/3/Statistical_Models_Climate_Change_May_2013.pdf). Si tratta di un commento che ritiene di mettere in crisi l’analisi dei dati nel tempo a causa della statistica approssimata usata, come se dicesse, dimostratemi che non è una deviazione casuale dalla temperatura media. Ora a parte l’analisi di merito di Tamino, riportata nei post citati qua si tratta di un fenomeno ben preciso di cui sappiamo tutto, ossia il costante aumento della CO2 in atmosfera, roba che si riproduce bene in laboratorio e su cui si sa tutto, se aumentano i gas serra la temperatura non può rimanere uguale e questo è il fatto inequivocabile 100%; si potrà discutere di quanta di quella CO2 ci lasciano gli uomini, ma anche qua i dati sono chiari ormai oltre il 95% di confidenza anche questo blog modestamente ci ha fatto un conticino della serva: lo ripeto: ogni anno gli scambi di carbonio organico fra sistema biosfera e atmosfera assommano a circa 60 Gton di carbonio equivalente e noi attualmente consumiamo ogni anno ed immettiamo quindi in atmosfera, circa 12 Gton di petrolio equivalente fra tutti i tipi di energia primaria, ma principalmente fossile che usiamo, vi renderete conto facilmente, usando semplicemente formule brute per carbone (C), metano (CH4) e petrolio (CH2) che riversiamo poco meno di 10 Gton di carbonio equivalente in atmosfera; quindi contiamo in questo scambio per quasi un settimo e questo inevitabilmente fa sentire e farà sentire i suoi effetti; certamente è una enorme approssimazione ragionare così, ma considerate che la metà circa di quel carbonio rimane in atmosfera come CO2 e quindi avete circa 4.5-5 Gton che diventano all’incirca 16-17 Gton di CO2; bene dato che in atmosfera ce ne sono 3000 Gton stiamo aggiungendo lo 0.5% ogni anno, che corrispondono esattamente a quelle 2ppmv all’anno di incremento medio; sto certamente ragionando alla raffa, sto facendo una approssimazione pazzesca, (il ciclo del carbonio è molto più complesso) ma come direbbero i fisici l’ordine di grandezza del processo ritorna. La “pistola fumante”, che dimostra la responsabilità umana nel processo è tutta qui, non servono altre analisi. Aggiungo un breve commento esterno al merito; ma se uno avesse in mano una critica seria alla statistica usata nel documento IPCC non correrrebbe subito a pubblicarlo su Nature o Science invece di pubblicarlo su Wall Street Journal, che notoriamente è un po’ … di parte e non conta nulla dal punto di vista scientifico?

  23. Una recente pubblicazione del NIPCC, intitolata Why Scientists Disagree about Global Warming, (https://www.heartland.org/policy-documents/why-scientists-disagree-about-global-warming) contiene uno studio dettagliato e documentato che smentisce il cosiddetto “consenso” sul riscaldamento globale. Ne riporto solo la conclusione: “As this summary makes apparent, there is no survey or study that supports the claim of a scientific consensus that global warming is both man-made and a problem, and ample evidence to the contrary. There is no scientific consensus on global warming.” (p.29)
    C’è invece “consenso”, credo, almeno tra chi ha preparazione e mentalità scientifica, che il consenso e l’autorità non sono argomenti scientifici. Tuttavia i fautori della tesi antropogenica vi fanno spesso ricorso e così hanno convinto gran parte della stampa e dei politici, perciò non è inutile smentirli.

    • Dott. Rampichini io le avevo consigliato di leggere un buon libro di climatologia, dove c’è la FISICA del sistema terrestre, scritto da fisici che abbiano studiato e compreso questi meccanismi; lei invece cosa ha fatto? si è andato a raccogliere le ciliege del negazionismo climatico; tali ciliege sono di due tipi:
      1) le ciliege dell’NIPCC e dello Heartland institute, pagate con i soldi delle grandi multinazionali e scritte dai medesimi autori tipo Singer che hanno scritto contro tutto ciò che intaccava i profitti (Singer si è battuto a favore del fumo di tabacco sostenendo per anni che non era cancerogeno ); indegne boiate.
      2) quelli che non sanno nulla di clima e/o imbrogliano; il numerologo francese Beauzamy nega perfino che la CO2 sia aumentata nel tempo recente sulla base di un vecchio documento poi sconfessato dalla NOAA; oppure rivendica le sciocchezze di cui abbiamo già discusso parlando di agricoltura cioè che la CO2 fa bene ai raccolti; si vada a rileggere le mie risposte;aggiungo che il documento che lei ha postato fa pensare che la società del matematico Beauzamy sia una società scientifica, mentre in effetti è una SOCIETA’ PRIVATA; una vera società commerciale si veda qua:http://www.scmsa.com/presenta_e.htm
      It became a commercial company in 1995.
      “Société Anonyme” means “Corp.”
      Capital 56 200 Euros.
      RCS Paris B 399 991 041.
      Code APE 7129 Z
      una società che fa profitti non una associazione di ricercatori; chiaro con chi ha a che fare? uno che si maschera da società scientifica per infinocchiare il prossimo; ringrazio Sylvie per avermi segnalato il sito della SA di Beauzamy.

      come commentare queste considerazioni?
      cosa dire? evidentemente lei preferisce alla scienza della climatologia le falsità di chi o è pagato come Singer o non sa di cosa parla e peggio ancora si maschera da “scienziato” del clima mentre in effetti ha lo scopo di farsi pubblicità;
      io le ripeto il mio semplice consiglio studi un po’ di climatologia di quella che si insegna in giro per il mondo in tutte le grandi università e non vada a scegliere le cose scritte da chi non sa di cosa parla o è pagato per dire ciò che vuole il suo padrone.
      Non è che l’IPCC sia infallibile, semplicemente raccoglie e sintetizza le migliaia di lavori pubblicati in giro nella letteratura seria e i risultati sono gli stessi da vari anni:
      -l’uomo ha effetto sul clima ? si indubitabilmente (non è strano se si pensa che contribuisce enormemente al flusso dei gas serra:sia della CO2 e del metano che degli ossidi di azoto, per alcune molecole in modo predominante);
      -in questo particolare caso di variazione climatica l’effetto dell’uomo è determinante ? si al 95%; il altre parole se non si considera l’impatto dell’uomo non si giustificano i valori di incremento della temperatura.
      Di conseguenza occorre cambiare modo di “convertire” l’energia partendo non dalla combustione dei fossili ma da altre forme; sarà una strada lunga e difficile e ci imporrà di rinunciare a cose come la crescita economica continua o la crescita della popolazione (che hanno anche altri limiti di risorse) ; abbiamo bisogno di una economia stazionaria e sostenibile;
      questo è tutto; ciò non ci impedirà di sviluppare la qualità della vita; un corollario di ciò è che chi come ENI vuole liberarsi della chimica perchè ritiene che il suo “core business” nel bruciare fossili sta sbagliando strategia economica e tecnica e fa un cattivo servizo al nostro paese.
      La chimica del futuro deve essere il fulcro di una economia stazionaria, basata sul riciclo e la durevolezza di materiali e beni.

      • Caro Della Volpe, lei mi sta diventando simpatico, lo dico senza ironia. Apprezzo la sua tenacia, la sua solerzia e la sua impeccabile conduzione di questo blog, dove chiunque può pubblicare le sue sciocchezzuole. L’eresia non è bene accetta, ma qui per fortuna non si rischia il rogo o la Siberia, ma solo una paternale o al massimo il dileggio. L’avevo già ringraziata per il suo consiglio dicendo che lo seguirò quando potrò, ma nel frattempo non rinuncio certo ad informarmi e a sentire altre campane. L’IPCC non è infallibile e naturalmente non lo è neanche l’NIPCC, che pure pubblica corposi rapporti con migliaia di referenze tratte da riviste scientifiche, ovviamente anch’esse in gran parte peer-reviewed. Lei sa benissimo che le multinazionali non finanziano solo lo Heartland Institute, ma anche, e molto più copiosamente, numerose istituzioni scientifiche. L’IPCC e i suoi collaboratori sono finanziati dall’ONU e dai governi. Ciò non ha niente a che vedere con l’integrità scientifica di chi ci lavora, salvo casi particolari. Ma lei tenta di screditare i due gruppi che ho citati sperando così di dissuadere chi vorrebbe informarsi dal consultarli. L’H.I. si sa difendere da sé: https://www.heartland.org/reply-to-critics
        Quanto ai francesi, trovo ridicolo, mi scusi, il suo tentativo di fingere di non conoscere la differenza tra numerologia e matematica. Chi mastica un pò di francese poteva capire subito che scmsa vuol dire Société de Calcul Mathématique Société Anonyme e ciò si vede ben chiaro sul loro sito. Non “si maschera”.
        Forse anche lei, pur essendo più giovane e più resistente di me, sarà un po’ stufo di questa discussione, perciò auguro a tutti Buon Natale e Buon Anno

  24. dott. Rampichini,
    Una recente pubblicazione del NIPCC
    Ancora più recentemente alcuni suoi autori hanno scritto di farsi pagare da petrolieri e industriali del carbone per mentire sulla stampa e in tribunale. A novembre Peabody Industry ha dovuto patteggiare una mega-multa con il SIEC perché ha usato i loro articoli per ingannare gli azionisti sui rischi climatici.

    un gruppo matematico francese
    i numerologi francesi
    Non esageriamo ! L’autore è Bertrand Beauzamy, un prof di matematica in pensione dal 1995, da allora presidente-direttore generale di una ditta di software, la Société de Calcul Mathématique S.A. dove S.A. sta per Società per Azioni.

  25. devoldev,
    giusto, nelle S.A., gli azionisti possono essere anonimi.

    dott. Rampichini,
    C’è invece “consenso”, credo, almeno tra chi ha preparazione e mentalità scientifica, che il consenso e l’autorità non sono argomenti scientifici.
    Questo è vero, se uno ha “preparazione e mentalità scientifica” tali da credere che la statistica sia un’opinione, il consenso sull’effetto serra dei gas serra o sulla Terra che gira intorno al Sole non può essere un argomento scientifico.

    • C’è un po’ di confusione. Un conto è la statistica sulle opinioni, un altro le opinioni sulle statistiche. Quanto al consenso, qualcuno potrebbe insinuare che secondo lei l’effetto serra dei gas serra e il fatto che la Terra gira intorno al Sole siano dimostrati dal consenso.

      • È un po’ differente. Il fatto che ci sia un consenso sulla teoria eliocentrica vs. geocentrica indica che il problema è sostanzialmente chiuso. Lo stesso succede in un sacco di altri temi, es. l’evoluzionismo. Il consenso su un tema non dimostra che la tesi dominante sia “vera”, ma che gli scienziati non riescono più a trovare validi argomenti alternativi a quella tesi. Che niente funziona senza di essa in un vasto campo di applicazione. Quindi o compare qualcosa di radicalmente nuovo, un punto di vista che consente di riorganizzare tutto in modo differente, e questo deve prendere in carico anche tutto l’enorme bagaglio che la tesi dominante spiega, o la tesi dominante va presa come almeno parzialmente corretta. Nel caso del riscaldamento globale sono ANNI che un articolo peer review fuori dal coro con qualche idea ragionevolmente nuova non viene pubblicato. I “dissidenti” continuano a tirare fuori riaggiustamenti di vecchie obiezioni, a cui credono sostanzialmente solo loro.

        Un’interessante discussione su come funzioni il consenso nel mondo scientifico si trova ad esempio qui:
        http://skepticalscience.com/global-warming-scientific-consensus.htm

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