Mendeleev – La Tavola Periodica degli Elementi

Margherita Venturi

Recensione.

Mendeleev – La Tavola Periodica degli Elementi

Giovanni Villani

Edizioni Grandangolo Scienza (Corriere delle Sera)

Il libro di cui vi parlo oggi “Mendeleev. La Tavola periodica degli elementi” di Giovanni Villani è uscito il 24 maggio 2017; fa parte della Collana Grandangolo Scienze ed era possible acquistarlo assieme al quotidiano Corriere della Sera. Avevo saputo della sua imminente pubblicazione dall’autore, ma devo dire che ho penato non poco ad averlo: in molte edicole non era disponibile e occorreva richiederlo espressamente; conclusione dei fatti è che ne sono venuta in possesso solo alla fine dell’estate. Quindi, ho il sospetto che sia sfuggito a molti e ciò è un vero peccato, dal momento che, a mio parere, è un volumetto che tutti dovrebbero avere nella biblioteca “di casa”.Si tratta di un’edizione tascabile e, pertanto, il libro è comodo da leggere ovunque, anche perché è scritto in maniera agile e con un linguaggio accessibile a chiunque; è la pubblicazione più “leggera” (l’autore non me ne voglia, è un complimento!) di Giovanni Villani, chimico ed epistemologo, ricercatore del CNR di Pisa e presidente della Divisione di Didattica della Società Chimica Italiana.

Nel libro l’autore ha cercato di inquadrare in un contesto storico/epistemologico la figura di Mendeleev e lo sviluppo della Tavola Periodica; proprio in questo sta la fruibilità del libro: anche chi sa poco o nulla di chimica ha sentito parlare di Mendeleev e della Tavola degli Elementi e qui può trovare argomenti di tipo storico, sociale e, ovviamente, scientifico che lo possono interessare, indipendentemente dalla sua estrazione culturale. Ma non mettiamo in carro davanti ai buoi e andiamo per ordine.

Il libro è diviso in tre parti fondamentali: il panorama storico (a cura di Giorgio Rivieccio), il focus scientifico e alcune letture di approfondimento. Benché si tratti di tre parti separate, sono tutte perfettamente consequenziali, compenetranti l’una nell’altra e indispensabili per capire la figura del chimico russo e l’importanza della sua opera scientifica.

Mendeleev è sicuramente uno degli scienziati più imponenti: imponente fisicamente, almeno così ci appare dalle immagini che lo riportano; un uomo grande, con una gran barba e un’espressione sempre molto seria e scrutatrice; imponente scientificamente, perché la sua figura ha dominato la scienza della fine dell’ottocento.

Nel libro, però, emergono anche altri aspetti di Mendeleev, quelli che riguardano l’uomo e che lo avvicinano “ai miseri mortali”: l’amore struggente per la giovanissima Anna Ivanova Popova, osteggiato da tutti, in particolare dalla moglie che non gli voleva concedere il divorzio, il suo difficile rapporto con le istituzioni, prima fra tutte l’Accademia delle Scienze di Pietroburgo di cui non riuscì mai a diventare membro effettivo, il suo atteggiamento critico nei confronti del sistema scolastico, della situazione sociale ed economica del paese, tanto da essere considerato un elemento poco desiderabile.

Il Mendeleev che ci appare è un uomo solo e, quindi, ci ispira un grande affetto, così come ci ispira un grande affetto anche lo scienziato, che cerca di scoprire l’armonia generale della natura avendo a disposizione ben pochi dati oggettivi e che è certo dell’esistenza di questa armonia, tanto da lasciare “buchi vuoti” nella tabella unificatrice che tentava faticosamente di costruire.

Ovviamente questa è la parte più “impegnativa” del libro, in cui si affrontano concetti epistemologici ed altri specificatamente chimici, ma, come ho detto all’inizio, l’autore riesce anche in questo caso ad essere chiaro e piacevole. È molto interessante il confronto fra le idee del chimico russo e quelle degli altri scienziati che si sono posti il problema di ordinare e organizzare gli elementi; da questo confronto appare evidente la superiorità di Mendeleev, l’unico che sia riuscito a tenere assieme l’individualità degli elementi e il loro stare in “gruppo”, ad individuare quello che specifica e quello che unisce; infatti come lui stesso dice: negli atomi vediamo, simultaneamente, le loro peculiarità individuali, la loro molteplicità infinita e la sottomissione della loro apparente libertà all’armonia generale della Natura.

La prima versione della Tavola Periodica

Ho apprezzato moltissimo anche la parte che riguarda l’evoluzione storica del concetto di elemento, dai quattro elementi di Empedocle e di Aristotele agli oltre cento attuali, passando dalla fisica classica alla fisica quantistica, dal Congresso di Karlsruhe del 1860 alla scoperta della radioattività naturale ed artificiale. A proposito del congresso di Karlsruhe, Mendeleev, che vi partecipò, scrisse al suo ritorno: il meeting ebbe un notevolissimo impatto sulla storia della nostra scienza. Ciò si dovette soprattutto all’intervento di Cannizzaro, che aprì la strada allo sviluppo della Tavola Periodica [1]. A tutto ciò fanno da coronamento sei pagine alla fine della sezione iniziale sul panorama storico che descrivono sinteticamente i fatti storici, le idee filosofiche, i movimenti letterari e artistici e le scoperte scientifiche e tecnologiche degli ultimi 50 anni dell’ottocento.

Ho detto prima che Mendeleev ci appare solo, sia come uomo, in costante conflitto con la società dell’epoca, che come scienziato, ripiegato su se stesso alla ricerca di quel filo conduttore fra gli elementi della cui esistenza era certo, ma che faticava a palesarsi. Questo però è il destino “crudele” di che è troppo avanti per i suoi tempi e quanto il nostro sia moderno e attuale è molto evidente nella parte delle letture di approfondimento, in particolare quella che riguarda la sua partecipazione alla Commissione sullo spiritismo. Presiedendo la commissione egli tenta in tutti i modi di far capire agli “spiritisti” che per credere ci vogliono prove concrete e scientifiche, senza però ottenere grandi risultati come si evince dalla sua conclusione sconsolata: quando uno vuole credere, non c’è prova scientifica che tenga; ancora oggi spesso e volentieri ci troviamo a dover combattere questo atteggiamento e, ancora oggi, il più delle volte, è fatica sprecata! Mi ha colpito molto anche quanto Mendeleev dice sempre agli spiritisti: rivolgete piuttosto la vostra attenzione a questioni di ben altra importanza, date il vostro appoggio alla causa di chi, oppresso, lotta e soffre, di chi insorge contro il proprio tiranno. Anche in questi combattimenti si è manifestato uno spirito, e quanto vigile e vigoroso! La sua attenzione per i problemi sociali e per la sofferenza dei più deboli è un’altra dimostrazione di quanto sia stato grande questo scienziato.

Le 166 pagine del libro si completano con un breve glossario, una bibliografia molto snella e una sezione sui luoghi di interesse. Mi è allora tornato alla mente il viaggio in Russia che ho fatto tanti anni fa e il rispetto reverenziale con cui ho visitato l’appartamento di Mendeleev; quasi senza fiato ho girato in quella stanza piena di scaffali traboccanti di libri, pensando che proprio lì era nata la Tavola Periodica, considerata da molti scienziati l’idea più grandiosa degli ultimi dieci secoli.

Sinistra: Monumento a Mendeleev a San Pietroburgo e la versione in cirillico della Tavola Periodica riprodotta sul muro accanto alla statua; destra: una foto dello studio di Mendeleev a San Pietroburgo

Ci sarebbe ancora tantissimo da dire su questo libro, ma mi fermo qui, volutamente, per stuzzicare la curiosità dei potenziali lettori.

Per concludere non posso però evitare di ricordare Primo Levi e il suo libro Il Sistema Periodico; Levi dice giustamente: il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene aveva perfino le rime! In effetti si tratta proprio di una meravigliosa poesia che racchiude in sé, in maniera concisa e unitaria, buona parte della Chimica e nessun’altra disciplina scientifica può vantare una simile tavola iconografica. Si tratta, però di una poesia senza fine, a cui giorno dopo giorno si aggiungono nuovi versi (nuovi elementi) che andranno a creare nuove rime; questo è forse il motivo per cui la Tavola Periodica conserva ancora oggi quell’alone quasi mistico che ha accompagnato la sua nascita: nonostante sia ormai stato razionalizzato il motivo delle similitudine fra gli elementi, la magia di questo documento sta nel fatto che l’ordine palese degli elementi ci svela un ordine molto più profondo, quello intrinseco della Natura.

[1] Se qualcuno fosse interessato a saperne di più sul convegno di Karlsruhe consiglio l’articolo “When science went International” di Sara Evert pubblicato su Chemical & Engeneering News (2010, 88(36), 60), in occasione del 150° anniversario del congresso.

2 pensieri su “Mendeleev – La Tavola Periodica degli Elementi

  1. .. e ricordiamo che il 2019 sarà l’anno internazionale della tavola periodica degli elementi

  2. Caro Alberto,
    ti ringrazio per averlo ricordato; dovrà essere un anno di grande attività per i chimici, una bellissima occasione per far conoscere a tutti, cittadini e studenti, questo nostro meraviglioso documento.
    Ciao e grazie
    Margherita

I commenti sono chiusi.