Zanzare e chimica

Luigi Campanella, già Presidente SCI

Un dibattito recente fra classi di pensiero ha riguardato gli strumenti a disposizione dell’uomo per contrastare le invasioni da parte di insetti: come stabilire il rapporto fra vantaggi per la salute e danni all’ambiente quando si interviene con prodotti chImici aggressivi?

Tale dibattito in un certo periodo é stato particolarmente vivo nel.nostro Paese con riferimento alla lotta contro le zanzare. Un recente saggio dello storico canadese Winegard

Zanzare. Il più¹ micidiale predatore della storia dell’umanità

si schiera decisamente in.questa dialettica definendo la zanzara il più micidiale predatore dell’umanità.

In effetti però a volte questo predatore si è rivelato un alleato prezioso come per Napoleone per distruggere i sudditi di sua maestà la Regina di Inghilterra o come per gli Inglesi nel contrastare la lotta per l’indipendenza della Scozia o per gli Americani contro gli Inglesi durante la guerra di indipendenza o ancora per i Papi fungendo da bastione per proteggerli da possibili invasori della Stato Pontificio. Generalmente però la zanzara è sempre stata vista come un pericolo per l’uomo. Di recente anche sulla morte di Dante è sorta l’ipotesi che a procurarla sia stata la puntura di una zanzara. I crociati a causa della zanzara non riuscirono a conquistare Gerusalemme durante la terza spedizione ed analogamente fallì la colonializzazione dei Caraibi da parte degli Inglesi. Nel saggio Winegard osserva che la scienza che ha vinto tante battaglie ha perso o sta perdendo quella con la zanzara: non si trovano nuovi ritrovati efficaci tanto che nel 2018 a causa della sua puntura sono morte quasi 1 milione di persone e che un recente monitoraggio ha evidenziato che le popolazioni di zanzare sul nostro territorio godono di ottima salute. La chimica da sempre è stata chiamata in causa contro le zanzare, ma poi le azioni richieste a difesa, si sono spesso trasformate in occasioni di accuse contro la Chimica per i “veleni” diffusi. Il metodo più efficace per tenere le zanzare lontane è applicare un repellente sulla pelle o sui vestiti, se sono coprenti. Il repellente più potente contro le zanzare, anche se non l’unico efficace, è la dietiltoluamide (DEET), una sostanza chimica sviluppata dall’esercito statunitense durante la Seconda guerra mondiale e derivata dall’agricoltura, usata per tenere lontani i parassiti. Non va confusa con il DDT.

La DEET è usata in ambito civile dalla fine degli anni Cinquanta ed è ritenuta da molte ricerche scientifiche la sostanza più adatta contro le zanzare. Inizialmente si pensava che la DEET mascherasse gli odori prodotti dall’organismo impedendo quindi ai recettori delle zanzare di perceperli, ma studi più recenti hanno dimostrato che è proprio l’odore della DEET a infastidire le zanzare e ad allontanarle. Non protegge solo dalle zanzare: può essere usato anche contro mosche, pulci e zecche. La concentrazione di DEET nel repellente varia da 5 per cento (un’ora e mezza di protezione) a 100 per cento (10 ore di protezione). Queste poche notizie ci fanno capire che un fondo di verità sui dubbi circa il rapporto danno/beneficio in fondo c’è. Forse la risposta sta -come spesso avviene – nell’equilibrio gestionale di certi strumenti e di esempi, ben oltre le zanzare, se ne possono fare molti: dalle diete alimentari all’isolamento termico,dalla depurazione dell’acqua all’uso dei fitofarmaci, dalla fertilizzazione alla nutraceutica.

Un pensiero su “Zanzare e chimica

  1. Caro Devolvev,
    il libro di Winegard sta nella mia lista da quando l’ho notato nelle mie frequentazioni della Feltrinelli.
    Non mancherò di acquistarlo e leggerlo, credo che non cambierà (se non in peggio) la mia considerazione sul “simpatico” insetto ronzante, che sta nella mia lista allo stesso livello di scaragaggi e mosche (di altri insetti, come api e simili, ho grande rispetto non solo per la loro funzione, ma anche per la loro intelligenza, di cui ho avuto spesso esperienza; secondo me al livello almeno di cani, maiali e polipi).
    Nelle nostre terre di Padania e nord-est le zanzare sono ben più di una piccola seccatura, sono un serio impedimento alla vita sociale e al godimento delle buone serate estive; non si può spesso uscire senza essere assaltati da femmine feroci e sanguinarie, il chè costituisce un notevole disincentivo alla socialità (ricordo nell’82 una selezione fatta al Donegani a Novara con la mia speranza di non essere scelto per non dover rifiutare per “incompatibilità ambientale”, chi è stato lì sa di cosa parlo).
    Ma queste son solo, alla fine, seccature, se si paragonano alle centinaia di migliaia di morti/anno dovuti alla diffusione, tramite le varie specie di zanzare, di plurime malattie, specie in paesi caldi e del “terzo mondo” come si diceva un tempo : vallo a spiegare, a quei popoli, che si è dovuto abolire il DDT (e altri insetticidi persistenti) per salvaguardare specie in pericolo etc.
    Sicuramente in passato ci sono stati eccessi nell’uso, ma ci dimentichiamo troppo facilmente cosa ha significato, anche solo nel nostro paese, l’eradicazione dell’anofele fatta nelle campagne antimalariche americane dell’immediato dopoguerra (per non parlare di tutti quei simpatici parassiti ematofagi ora ritornati di moda nelle case e nelle comunità, in assenza appunto di insetticidi persistenti). Oramai anche i vecchi non ne parlano più, ma io ricordo i racconti dei miei nonni…
    A me è sempre sembrato che i morti, nel terzo mondo, contino ben poco e molto meno della nostra fauna rara, nelle intelligenze (?) di molti ecologisti da salotto. Abbiamo veramente calcolato bene il rapporto costi/benefici ? Quando con i cambiamenti climatici si ridiffonderanno queste malattie nelle nostre lande, continueremo a pensarla così ?
    Soprattutto, abbiamo offerto ed investito a sufficienza a questi paesi in nuovi metodi di controllo/eradicazione per insetti così nocivi ? (certo, se fossi un pipistrello non la penserei forse così).
    Io spero molto in quelle ricerche (son curioso di sapere se il libro ne parla) di controllo che potrebbero agire per via “genetica”, ovvero introducendo insetti “modificati” capaci di alterare, nella discendenza, il rapporto maschi/femmine o di aumentare significativamente la percentuale di individui sterili ma sessualmente attivi. Avrebbero il pregio di non spargere sostanze nell’ambiente magari persistenti per decenni…
    A meno, ovviamente, di levate di scudi di animalisti etc. che, alla faccia delle vite umane, preferiscano quelle delle zanzare 😄

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