L’odore della pioggia

  Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

a cura di Gianfranco Scorrano, già presidente della SCI

 

In queste giornate di novembre, la pioggia è all’ordine del giorno, un fastidio noioso e poco gradito, se non peggio.

Per consolarci, mi piace ricordare in estate, verso la fine di agosto, quando dopo una settimana piena di calore, si avvicina la prima tempesta autunnale. Si sente nell’aria l’avvicinarsi del temporale e con questo l’odore della pioggia che lo accompagna. E’un odore di terra, di stantio ma è pur sempre un odore piacevole. Da cosa è dovuto?

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Nel 1964, in un lavoro pubblicato su Nature, due autori trattarono gli oli che le piante producono come essudato, specialmente durante i periodi secchi: questi oli vengono assorbiti dal terreno e dalle rocce , e i loro componenti diventano, quando vengono spostati dalla pioggia, composti volatili che riempiono l’aria di profumi. Gli scienziati dettero il nome di petrichor a questo insieme di sostanze, che comprende parecchi prodotti tra i quali in particolare geosmina e 2-metil isoborneolo (MIB). Il nome petrichor è costruito dal greco antico e si basa su petros (pietra) e ichor (liquido dorato nelle vene degli dei). Anche il nome geosmina viene dal greco per combinazione di ge (terra) e osmé (odore) e si riferisce alla proprietà di trasmettere l’odore della terra.

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Geosmina e MIB sono quindi i principali componenti dell’odore che la pioggia sposta dal terreno su cui sono le piante. Odori che in genere non piacciono, specialmente quando si trasmettono alle acque dei terreni su cui crescono le piante, e anche ai pesci che in esse vivono. Per fortuna i due composti sono alcoli terziari e come tali reagiscono con acidi perdendo una molecola d’acqua, trasformandosi così in composti non più odorosi. Questa tecnica è usata anche quando si cucinano pesci d’acqua dolce come carpe, pesce gatto, muggine: qualche goccia di aceto, o di limone,sono abbastanza per fare sparire l’odore non particolarmente gradevole. Per le acque potabili è invece un problema.

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Naturalmente, la geosmina è anche adoperata nella formulazione dei profumi, in piccole quantità, per dare quell’odore della terra gradevole e emozionante. D’altra parte, la geosmina è anche presente nelle barbabietole e nei suoi derivati, sempre in quantità adeguate per un uso piacevole.

C’è un altro animale che fa uso della geosmina: il cammello.

pioggia3L’odore della geosmina può essere apprezzato dall’uomo a livelli molto bassi: 0,7 parti per miliardo. Sembra che i cammelli, nel deserto, sentano, da distanze anche di 10-15 chilometri, l’odore della geosmina e lo inseguono fino ad arrivare all’oasi che lo emana, dove ovviamente si abbeverano. E mentre si abbeverano, le spore di streptomiceti (produttori di geosmina) rimangono attaccate agli animali che le trasporteranno per il deserto fungendo così da impollinatori.

per approfondire:

Bear, I.J.; R.G. Thomas (March 1964). “Nature of argillaceous odour”. Nature 201 (4923): 993–995. doi:10.1038/201993a0

http://www.scientificamerican.com/article/storm-scents-smell-rain/http://www.scientificamerican.com/article/storm-scents-smell-rain/

http://it.wikipedia.org/wiki/Geosmina

NdB: e l’ozono che ruolo ha nell’odore di pioggia? Mentre la geosmina domina l’odore della pioggia nuova, che viene dopo un lungo periodo di siccità, l’ozono si accompagna al temporale.

Un pensiero su “L’odore della pioggia

  1. Un video “smart” su questo interessante argomento si trova all’indirizzo:

    Ai poeti e appassionati di musica elettronica…segnalo invece “Rain smell” di Will Wiesenfeld (1989), noto come Baths.

    I still smell you, distance aside
    still smell the rain, distance aside
    oh water that had kept me alive
    i will miss you, distance aside

    Buona visione e buon ascolto

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