Il caso di Ciro Ravenna e di Leone Padoa

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

a cura di Rinaldo Cervellati

Due professori universitari perseguitati dal fascismo.

Fra i molti interessi di ricerca di Giacomo Ciamician (1857-1922) a cui è intestato il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna, spiccano quelli sulle sostanze contenute nelle piante. Ciamician era affascinato dal mondo vegetale, scrisse infatti che le piccole quantità di anidride carbonica, i sali che loro fornisce il suolo e l’acqua, costituiscono i soli materiali di cui abbisognano i vegetali a foglie verdi per comporre quella numerosa e svariata serie di sostanze che noi tanto a stento riusciamo a riprodurre “[1]. Sviluppò quindi un progetto di ricerche sui metaboliti secondari delle piante con uno dei suoi collaboratori, Ciro Ravenna, che condusse all’identificazione della genesi e al comportamento di numerosi alcaloidi contenuti nelle piante [2].

ravenna_ciroCiro Ravenna era nato a Ferrara nel 1878. Dal 1909 in avanti collaborò con Ciamician alle sue ricerche sulla chimica delle piante. Dopo la scomparsa di Ciamician, vinse nel 1923 il concorso alla cattedra di Chimica Agraria di Pisa, dove continuò i suoi studi sulla formazione e sul significato biologico degli alcaloidi e fece le prime esperienze di concimazione carbonica. Scrisse un libro sulla chimica vegetale, pedologica e bromatologica che divenne molto noto e diffuso (Chimica Agraria, UTET, Torino, 1936). Fu direttore della scuola Agraria Pisana dal 1924 e nel 1935, quando questa fu trasformata in Facoltà di Agraria, divenne Preside della Facoltà. Nel 1938 fu espulso dall’Università in seguito alle vergognose leggi razziali fasciste. In seguito si guadagnò da vivere con i proventi di lezioni private e dando un contributo fattivo alla scuola ebraica di Ferrara. Contribuì anche alle attività del Corso Universitario di Chimica istituito dalla comunità ebraica in via Eupili a Milano. Durante la Repubblica di Salò, Ravenna fu arrestato a Ferrara da italiani repubblichini nel 1943 e deportato nel campo di concentramento di Fossoli, poi trasferito dai tedeschi a Auschwitz il 22 febbraio 1944, dove fu assassinato il 26 febbraio 1944 [3,4]. Anche Primo Levi era in quel convoglio del 22.02.1944 con destinazione Auschwitz.

Giorgio Nebbia [3] riporta anche la vicenda, diversa ma altrettanto drammatica di Leone Maurizio Padoa, nato a Bologna, che fu assistente di Ciamician dal 1905 al 1920. Divenuto professore ordinario di chimica industriale a Bologna nel 1924, nel 1925 firmò il “Manifesto” redatto da Benedetto Croce, in risposta al “Manifesto” di Giovanni Gentile approvato al congresso degli intellettuali fascisti. Per questo gesto gli venne ritirata la tessera del partito fascista, ma nel 1931 non si sottrasse al giuramento di fedeltà al regime, sottoscritto da tutti i professori universitari ad eccezione di undici. Gli anni trenta furono segnati per Padoa da una lunga controversia amministrativa, relativa alla costruzione della nuova sede della Facoltà di Chimica industriale di Bologna, alimentata da un assistente, Celestino Ficai (1894-1971) “ottimo fascista”, protetto e sostenuto da Achille Starace. Nel 1936 Padoa fu sospeso dall’insegnamento; dopo una breve revoca fu poi dispensato dall’insegnamento nel 1938 dopo le leggi razziali, reintegrato di nuovo in servizio fu infine definitivamente sospeso dall’insegnamento nel 1941 e si dedicò alla famiglia e alla cura della sua campagna. Nei successivi anni visse a Bologna fino all’aprile del 1944 quando fu prelevato dalle SS naziste, trasferito nel campo di concentramento di transito di Merano poi in quello di Auschwitz dove fu assassinato.

Questi erano i tempi, questi erano gli uomini, queste le atrocità [4], con buona pace di qualche pennivendolo che si è improvvisato storico (revisionista).

***************************************************************************************************

[1] Ciamician G., 1908. La Chimica Organica negli Organismi, Attualità Scientifiche, n.11, Nicola Zanichelli, Bologna

[2] Ciamician G.; Ravenna C., 1909. Rend. R. Acc. Lincei, vol. XVIII, serie 5°, fasc. 12°, pp. 594-596; Ciamician G.; Ravenna C., 1911. Rend. R. Acc. Lincei, vol. XX, serie 5°, pp. 392-394; Ciamician G.; Ravenna C., 1911. Rend. R. Acc. Lincei, vol. XX, serie 5°, pp. 614-62; Ciamician G.; Ravenna C., 1911. Rend. Acc. Scienze Ist. Bologna, IV memoria, pp. 47-52; Ciamician G.; Ravenna C., 1912. Rend. Acc. Scienze Ist. Bologna, V memoria, pp. 71-76; Ciamician G.; Ravenna C., 1913. Rend. Acc. Scienze Ist. Bologna, VI memoria, pp. 143-153; Ciamician G.; Ravenna C., 1921. Attualità scientifiche, n. 28, Nicola Zanichelli, Bologna

[3] Nebbia, G., 2007. Gli allievi di Ciamician, in Ciamician, Profeta dell’energia solare, Venturi M. (a cura di), Fondazione Eni Enrico Mattei, Bologna, pp. 51-64; v. anche Nebbia,G., 2010. Sono nipote di Ciamician anch’io, http://www.pianetachimica.it

[4] Rosini, G., 2007. Ciamician e la chimica delle piante, in Ciamician, Profeta dell’energia solare, Venturi M. (a cura di), Fondazione Eni Enrico Mattei, Bologna, pp. 83-98