Chiediamo alla IUPAC di assegnare il nome Levio (Levium) ad uno dei 4 nuovi elementi.

a cura di Claudio Della Volpe

Pochi giorni fa Philip Ball, già editor di Nature, ha scritto un bel fondo (http://www.nature.com/polopoly_fs/1.19145!/menu/main/topColumns/topLeftColumn/pdf/529129a.pdf) sulla rivista in cui analizza la recente conferma della scoperta di 4 nuovi elementi chimici da parte di IUPAC, la Unione internazionale di Chimica Pura ed Applicata, un fatto di cui abbiamo parlato anche noi sul blog(http://wp.me/p2TDDv-27o).

Ball è famoso per le sue posizioni spesso originali ed acute; è un chimico con un PhD in fisica; è quindi competente di ciò di cui discute, che è poi il ruolo della Chimica oggi.

La scoperta dei nuovi 4 elementi e la risonanza che ha avuto sui media, dice Ball, potrebbero rafforzare l’idea che la scienza sia in fondo in fondo l’aggiornamento della lista delle nostre conoscenze; ma non è così.

mozione1

La tavola periodica è la parte più famosa, significativa e conosciuta della Chimica, quasi un simbolo della nostra disciplina e quindi essa deve essere non solo la lista degli elementi ma qualcosa di più.

Il grande pubblico guarda alla tavola periodica in un modo diverso da quello con cui ci guarda il chimico professionista; non è la chimica solo la lista degli elementi o la loro ricerca; la chimica è molto di più; la tavola è soprattutto un modo di guardare alla Natura, di dire che siamo in grado di guardarci dentro. Ma dopo tutto l’obiettivo della Chimica non è tanto quello di scoprire nuovi elementi (anche perchè ormai questa scoperta o sintesi è diventata appannaggio di pochissimi laboratori e sempre più gioca al confine fra Chimica nucleare e Fisica delle alte energie) ma di esplorare lo spazio chimico, il chemical space, (http://wp.me/p2TDDv-1Xo) che per il grande pubblico è ancora sconosciuto, ossia l’enorme quasi infinito set delle combinazioni fra gli atomi per costruire nuove molecole, nuovi materiali, una strada che abbamo percorso solo per piccolo tratto ma che ci ha regalato oltre 100 milioni di molecole diverse che abbiamo appena cominciato ad usare ed il cui uso (spesso disattento) ha già creato grandi opportunità e grandi problemi.

ChemicalSpace

E questo è il punto essenziale.

Dice Ball: il sistema periodico, che come in altri settori della scienza appassiona il pubblico per la sua natura di lista, semplice da accettare e concepire, maschera, come in altri settori, una molto più complessa ed articolata realtà della ricerca e della Natura; sia esso ancor più un simbolo di come la scienza non è uno strumento per pochi ma per tutti.

La tavola periodica è di tutti.

Ball conclude in modo inaspettato ma condivisibile:

PrimoLevi

Mi piacerebbe molto vedere un elemento chiamato Levio, dal nome del chimico e scrittore Primo Levi. Il suo “La tavola periodica” (Einaudi, 1975) rimane il miglior libro mai scritto sulla chimica, e soddisferebbe il mio senso dell’ironia vedere un elemento superpesante chiamato con un nome che può essere interpretato come un riferimento alla leggerezza.

In effetti non si tratta proprio di leggerezza. Il racconto di Levi sulla sua vita ad Auschwitz, “Se questo è un uomo”, scritto nel 1947 è uno dei più profondi ed umani testi del secolo, un testamento del fatto che la scienza può essere una forza di liberazione e salvezza universali, senza però disconoscere la sua possibilità di essere abusata in modi terribili. Levio signficherebbe che la tabella periodica è per tutta l’Umanità.

Abbiamo condiviso come redazione del blog immediatamente l’idea di Ball e lanciamo quindi usando queste sue frasi tradotte anche in altre lingue la proposta su uno dei principali contenitori internazonali di petizioni change.org.

Perchè anche in altre lingue? Perchè, come dice Ball, non è questione di scegliere nomi degli elementi per piantare una bandiera di uno scienziato, una città, una nazione o di un continente; qua si tratta di riconoscere che la Scienza è, deve essere, per tutti, altrimenti diventa strumento di oppressione, di morte e di violenza; Levi non è solo un bravissimo scrittore italiano, il più letto e conosciuto raccontatore del sistema periodico, ma è il simbolo con la sua vita dolorosa e con la sua morte di una umanità sofferente che intravede però nella scienza la sua possibile ancora di salvezza a patto di usarla per tutti.

Levium come nome di uno degli elementi superpesanti per significare da una parte la doppia natura di vita e di morte della scienza; dall’altra per indicare ironicamente la negazione, la rivolta contro una scienza per pochi, per un solo paese, per un solo continente, per il profitto di pochi; la scienza o è per tutti o non è strumento di liberazione ma di morte.

Scienza e democrazia, scienza e libertà, una accoppiata ineliminabile.

Levium significherebbe questo.

La redazione del blog (sotto elencata) vi chiede di aderire a questa richiesta che è rivolta a IUPAC, che è l’organismo internazionale che decide i nomi degli elementi; firmate con noi, auspicando che la SCI, che è membro istituzionale dello IUPAC, faccia poi propria questa richiesta !

https://www.change.org/p/international-union-of-pure-and-applied-chemistry-giving-name-levium-to-one-of-the-4-new-chemical-elements?recruiter=1564008&utm_source=share_for_starters&utm_medium=copyLink

Ringraziamo Karin Krieg, Sylvie Coyaud e Daniela Della Volpe per averci aiutato nella traduzione del testo.

La redazione del blog della SCI (in ordine alfabetico)

Vincenzo Balzani

Luigi Campanella

Claudio Della Volpe

Mauro Icardi

Annarosa Luzzatto

Giorgio Nebbia

Margherita Venturi

4 pensieri su “Chiediamo alla IUPAC di assegnare il nome Levio (Levium) ad uno dei 4 nuovi elementi.

  1. Il CNC apprezza questa iniziativa e la sottoscrive inserendo la notizia nella newsletter spedita a tutti gli iscritti all’ordine di chimici di oggi 19 gennaio 2016.

    • Il mio parere non è certo autorevole come quelli precedentemente espressi, ma questa proposta mi trova assolutamente d’accordo come chimico, iscritto sia alla SCI che al CNC, sia come cultore della letteratura, sia, last but not least, come insegnante.

  2. Pingback: Levium, cont. - Ocasapiens - Blog - Repubblica.it

  3. Buongiorno,
    Sono Marco Fontani, co-autore del libro “The Lost Elements; The periodic Table’s Shadow Side”, edito dalla Oxford University Press nel 2015. Mi sono occupato – scrivendolo – di nomenclatura chimica, di storie, di fatti, fatterelli e fattacci legati all’orgoglio nazionale, a quello personale, ecc.. Il tutto, facile intuirlo, legato a simili scoperte.

    Per il nome levium, ho opinioni contraddittorie in merito. L’uomo, o meglio la vicenda umana, tormentata e tragica di Levi, non può che muovere un sentimento corale – come in effetti fa – di vicinanza e affetto! Per Levi come scrittore: mi permetterei di dire che il suo libro “Il sistema periodico” è uno dei migliori libri di divulgazione chimica, ma mi terrei lontano dall’uso del superlativo assoluto. Infine, esprimendo un modesto giudizio di Levi come scienziato, lo troverei inadeguato a comparire nel Pantheon della Chimica.

    Vedrei meglio, a costo di esser tacciato di esterofilia, che un elemento prendesse il nome da William Ramsay, scopritore di un intero gruppo di elementi; oppure da Paul-Emile Lecoq de Boisbaudran, il quale oltre a scoprire di ben 4 elementi era un “dilettante”, alieno da Accademie; il tedesco Robert Bunsen scopritore di una coppia di elementi e padre della spettro-chimica. Di nomi ce ne sono molti altri, ovviamente.
    Se conviene professarsi politically correct e fare della tavola periodica un manifesto dell’Umanità – e non più un emblema della Scienza – e se si vuole ammettere al suo interno chimici o fisici celebri più per le loro doti civiche che scientifiche, allora, oltre ai perseguitati dalla Germania nazista (Lise Meitner compare già nella tavola periodica), andrebbero presi in esame i perseguitati da Stalin, da Mussolini, da Pol-Pot. Ci sarà poi qualche chimico tra i milioni di morti nel genocidio degli Armeni, o in quello dei Curdi, dei Tutzi e degli Utu? Potemmo risalire ai martiri cristiani o pagani?
    La scienziata – martire pagana – Ipazia sarebbe perfetta. Oltretutto, ipazio sarebbe più eufonico e dal significato univoco che levium (per es. levium in latino ha il significato de “i più leggeri”, quando questi elementi, appena scoperti, sono “super-pesanti”).
    Mi scuso se, invece che politically correct, possa apparire “polemically incorrect”; è risaputo, tutti i fiorentini sono polemici.

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