I mondi di Primo Levi: una strenua chiarezza

Mauro Icardi.

(il post è illustrato da alcune foto scattate dall’autore medesimo)

La mostra dedicata alla vita e alle opere di Primo Levi è stata inaugurata il 21 Gennaio del 2015 a Torino, città natale dello scrittore. E’ una mostra itinerante ed ha avuto successivi allestimenti nel corso del 2015 e del 2016 in due città italiane (Cuneo e Ferrara) e anche in Belgio nella città di Liegi.

Particolarmente significativa l’esposizione tenuta al campo di concentramento di Fossoli in provincia di Modena, dove lo scrittore venne condotto dopo l’arresto in attesa di essere poi deportato ad Auschwitz, che è stata la seconda edizione (19 Aprile -30 Giugno 2015).

Attualmente la mostra, che è stata realizzata dal Centro Internazionale di studi Primo Levi di Torino, è allestita presso il Museo di Scienza e Tecnologia di Milano, in occasione della nuova edizione delle Opere Complete.

mostralevi1Prima di parlare della mostra occorre fare una prima, importante riflessione.

Per moltissimi anni Primo Levi, anche per ragioni che lui stesso aveva sempre evidenziato, cioè che si dedicasse alla letteratura come attività complementare a quella principale di chimico e direttore tecnico di una fabbrica di vernici era certamente molto apprezzato come scrittore memorialista, ma difficilmente classificabile dalla critica negli anni delle sue prime prove letterarie.

Nel 1975 Primo levi decide di andare in pensione e di dedicarsi a tempo pieno all’attività di scrittore. In quello stesso anno viene pubblicato “Il sistema periodico” l’altro libro che insieme a “Se questo è un uomo” è da considerarsi a tutti gli effetti un classico della letteratura italiana del novecento.

mostralevi2Dopo la morte di Levi avvenuta nell’aprile del 1987 inizia per lo scrittore un lento ma costante cambiamento di immagine e di valutazione da parte della critica letteraria.

Iniziative culturali, pubblicazione di diversi libri di biografie e studi critici hanno raggiunto dimensioni importanti e corpose.

Finendo per trasformare l’opera di Primo Levi come scrive Mario Barenghi nell’articolo uscito su “Doppiozero.com” in “un’intera galassia, che non ci si stanca di percorrere e di esplorare.”

(Mario Barenghi “La galassia Primo Levi” Doppiozero.com 04 Dicembre 2016”)

Ho voluto tornare a visitare la mostra a lui dedicata dopo essere già stato nel 2015 a quella di Torino. Per la fondamentale ragione che ero certo che avrei trovato nuovi stimoli, come in effetti è stato.

Nel museo di Milano, oltre alla sala dedicata alla mostra vera e propria si può fare un percorso della durata di circa un’ora dove brani dell’opera di Levi sono accostati agli spazi espositivi del museo, creando una suggestione ed un legame . Per esempio nella sezione dedicata alla chimica di base si trova esposto un brano tratto da “Racconti e saggi” cioè “La sfida della molecola”, oppure nella sezione dedicata alle macchine da calcolo un brano de “Lo scriba” uscito su “L’altrui mestiere” dove Levi racconta la sua esperienza nell’uso del suo primo elaboratore elettronico di testi ,ausilio ed aiuto nel suo lavoro di scrittore.

mostralevi3Nell’attesa dell’ingresso al museo ho avuto modo di scambiare qualche parola con altri visitatori. Accorgendomi come per il pubblico dei semplici lettori, o studenti sia ancora prevalente l’immagine del Levi scrittore e testimone dell’olocausto e che molti non sapessero che lo scrittore era un chimico.

mostralevi4All’interno della mostra ho spiegato ad alcune persone cosa rappresentasse la prima sezione della mostra, dove il racconto “Carbonio” viene illustrato con le parole scritte da Levi e con le tavole disegnate dall’artista giapponese Yosuke Taki. Il visitatore viene condotto a viaggiare nell’infinitamente piccolo, nel ciclo del carbonio.

Le sezioni della mostra prendono poi in esame l’esperienza del lager e della deportazione (Il viaggio verso il nulla/Il cammino verso casa) e le varie altre anime di Levi. “Cucire parole” per significare il lavoro di scrittore attento a evitare lo scrivere oscuro, “Cucire molecole” che invece ci mostra il Levi chimico ed i momenti più salienti del suo rapporto con la chimica.

Le sezione “Homo Faber” è dedicata al rapporto tra mano e cervello che Levi sviluppava costruendo sculture in filo di rame, quello che rivestiva con vernici e polimeri alla SIVA. Uno di questi, una farfalla si trova esposto alla mostra mentre altri si possono vedere in fotografia.

mostralevi6“Il giro del mondo del montatore Tino Faussone” personaggio de “La chiave a stella” è la sezione della mostra che si occupa del lavoro, tema centrale di questo romanzo. Dell’etica che ad esso si lega e del concetto che amare il proprio lavoro sia “la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra”.

La mia seconda visita come dicevo non è stata inutile. Come per la lettura dei suoi libri,anche rivedere la mostra ha avuto lo stesso effetto. Le sua opera anche se letta e riletta non stanca mai. Sia che si analizzi il versante memorialistico,sia che si analizzi quello propriamente dedicato alla chimica, o cosa significhi essere chimico, o quelle che sono esperienze comuni per chi la pratica, di soddisfazioni o di problemi lavorativi da affrontare e risolvere.

Levi è stato scrittore e chimico, ma sostanzialmente è stato un grandissimo uomo di cultura ed un divulgatore di primissimo ordine.

Tutti questi aspetti della sua vita e della sua opera non sono scindibili. Levi riesce a trasmettere in chi si accosta alla sua opera questa inesauribile curiosità.

Non saprei suggerire quale aspetto si possa considerare prevalente. Mi sento solo di suggerire per esempio che, pur essendo necessario far leggere soprattutto a scuola i suoi libri attinenti alla vicenda storica della deportazione e dell’olocausto, andrebbe fatto conoscere forse di più il Levi chimico.

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Levi è un autore che ci porta per mano nel XXI secolo dopo essere uscito vivo da una delle peggiori tragedie storiche e umane del ventesimo.

La sua poliedricità di temi ed argomenti è una vera costante scoperta. E visitare questa mostra ne è un importante tassello.

 

Un pensiero su “I mondi di Primo Levi: una strenua chiarezza

  1. Ringrazio autore e curatori del blog per questo testo sulla figura di Primo Levi “a tutto tondo”.
    Non a caso la frase di Levi sull’amore per il proprio lavoro era riportata in un pannello esposto alla grande, bellissima mostra per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Torino.

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