Bufale di……scoglio.

Claudio Della Volpe

Quando ero ragazzo ricordo che le triglie di scoglio erano a Napoli un ricercato tipo di pesce; al momento non saprei dove trovarle, ma in compenso posso proporvi quattro “risate” ed un po’ di ironia sul caso delle bufale di ….scoglio.

In un recente post Luigi Campanella faceva notare come i laboratori medici sono raramente accreditati dal punto di vista della qualità, tanto che il numero di quelli dotati della ISO 15189 rimane costante a livello internazionale, circa 10mila.

Questa carenza di controllo di qualità su laboratori, che usano tanta chimica, può forse contribuire a spiegare certe posizioni che sono state recentemente al centro di discussioni e anche di azioni legali promosse da quella che potremmo chiamare la “cultura”(?!?)  no-vax.

Nell’ottobre un medico di Ardea, tale Amici firma insieme ad altri noti “scienziati alternativi” i cui nomi ritornano spesso in queste faccende  (Scoglio, Franchi e Gatti e Montanari, proprio loro i nano-scienziati, (nel senso scienziati delle nanoparticelle)) un ricorso al TAR del Lazio contro la decisione del Presidente della Regione , Zingaretti, che aveva disposto la vaccinazione anticovid obbligatoria. Tutto il ragionamento era basato sulla presunta inconsistenza dei test di rilevazione del Covid-19, definiti come incapaci nell’85% dei casi di rilevare la malattia.

La richiesta si fondava sugli esperimenti condotti da alcuni dei firmatari in un laboratorio medico (presumibilmente NON dotato di ISO15189 visti i risultati) e che sono perfino documentati su ……Youtube (nota videorivista di chimica analitica).

Non vi metto il link per ridurre la facilità di accesso a questi documenti, veramente pietosi dal punto di vista scientifico e tecnico, ma li trovate facilmente se cercate i nomi di Scoglio e Amici su Youtube.

Stefano Scoglio è un dottore, si, ma in ………giurisprudenza, altresì naturopata (definizione che non richiede in Italia alcuna laurea) e autodichiarato professore e candidato al premio Nobel, che studia le alghe e ha pubblicato alcuni lavori sull’uso medico delle alghe proposte contro malattie importanti (alghe vendute da lui medesimo); trovate un commento sul personaggio qui.

E’ arrivato sui giornali nazionali per aver sostenuto che il virus della Covid non è mai stato isolato.

Cosa fanno in queste prove filmate della inconsistenza dei test per rilevare il covid?

Testano le strip che si usano per il test rapido usando come materiale del test non i campioni di muco estratti ai pazienti, ma fette di kiwi, pera, mela ed altro tipo di frutta appositamente rovinate per questo geniale e ridicolo scopo. Dall’ovvio e prevedibile fallimento del test che, travolto dal diverso pH e forza ionica, rileva l’infezione o meno, traggono la conclusione che il test è fallimentare.

Il test viene eseguito da un perito chimico (Domenico D’Angelo) il quale esegue  la raccolta dei campioni sul supporto, l’immersione nella soluzione tamponante e l’immissione del liquido così ottenuto sullo stick che contiene il reagente per la reazione vera e propria (non sappiamo se le lame usate siano sterilizzate o meno).

Da sin. Scoglio, Amici e D’Angelo.

L’immunocromatografia su membrana, questo il nome tecnico del test usato, comunemente detto test rapido è basato sulle specifiche non solo di quel che si vuole testare (virus, batterio, proteina di qualche tipo, ormone ma anche della tipologia di campione usato; ogni test è progettato per una specifica tipologia di campione; ce ne sono per le feci, per le urine, il sangue, etc); questa specificità avrebbe dovuto far scattare un qualche dubbio nei volenterosi analisti, ma nulla. Sono troppo esperti per preoccuparsi di queste quisquilie.

Scoglio è addirittura convinto che il virus non sia mai stato individuato e separato, cosa totalmente falsa e al contrario ottenuta in numerosi laboratori nel mondo, ma tutti si sono sbagliati: le foto al SEM, i dati RNA, le strutture di cui abbiamo ripetutamente parlato per il nostro futuro Nobel non esistono.

Lo schema della reazione immunochimica è individuata nella immagine sotto e una review opensource sui problemi di questo tipo di test è per esempio la seguente:

Anal Bioanal Chem (2009) 393:569–582 Geertruida A. Posthuma-Trumpie & Jakob Korf & Aart van Amerongen   DOI 10.1007/s00216-008-2287-2 Lateral flow (immuno)assay: its strengths, weaknesses, opportunities and threats. A literature survey

Ma si vedano anche:

https://nanocomposix.com/pages/lateral-flow-tips-tricks-and-frequently-asked-questions-faq#target

Immagine tratta da http://www.dstunisannio.it/sites/default/files/2019-11/8.Tecniche%20immunologiche.pdf

Ovviamente se uno usa campioni con pH, concentrazione, forza ionica differenti da quelle attese provoca delle reazioni impreviste che falsano completamente il risultato; la diffusione dei complessi antigene-anticorpo sui letti capillari dipende dal sottile bilancio di forze chimico-fisiche che controllano la viscosità e dunque la formazione, il numero, il deflusso degli immunocomplessi stessi o almeno la loro velocità.

Si può definire questo effetto globale come effetto matrice anche se qualche esperto dell’analisi chimica potrebbe dire che si tratta di una vera e propria interferenza realizzata usando campioni non previsti dalle specifiche del test.

Provo a darvi una semplice descrizione che sta alla base di eventuali risultati falsi positivi/negativi come in questo caso. I test rapidi prevedono l’utilizzo di particolari nanoparticelle (solitamente oro colloidale) che, una volta “coniugate” con anticorpi, vengono collocate su delle membrane adatte alla loro disidratazione. Il complesso con cui le nanoparticelle e gli anticorpi vengono stabilizzati è particolarmente suscettibile a variazioni chimico/fisiche (pH estremi, concentrazioni elevate di sali etc…). Quando il complesso, dopo essere venuto a contatto con un campione contenente l’antigene ricercato, in questo caso proteine di SARS-CoV-2, viene fatto fluire su apposite membrane (spesso trattate per renderle compatibili con la matrice in oggetto, come sangue, urina, oppure in questo caso tamponi nasali o nasofaringei), occorre che la “corsa” del coniugato con le nanoparticelle mantenga queste condizioni chimico/fisiche stabili, utilizzando come tampone di corsa un buffer appositamente studiato per impedire fenomeni di destabilizzazione, perché altrimenti avviene un fenomeno che in maniera semplicistica viene definito di “aggregazione”: ovvero le nanoparticelle si aggregano e cambiano di aspetto (da rosso/viola diventano di un brutto grigio scuro) e si fermano ai primi ostacoli che incontrano, per esempio anticorpi/antigeni/buffers posti sulle membrane in cui il complesso fluisce. Questa aggregazione causa un risultato falso positivo. Lo stesso può facilmente avvenire facendo correre delle soluzioni acide o ricche di sali su un test di gravidanza per esempio o su un qualsiasi altro lateral flow a meno che le membrane non siano trattate per tamponare tutte queste variazioni. Chiaramente, nello sviluppo di un test rapido e nella stabilità dei coniugati con nanoparticelle, non vengono considerati gli effetti che una macedonia di frutta o altri bizzarri tessuti avrebbero sui complessi, perciò non è strano che ponendo del succo di kiwi, o di arancia acido e salino, questo causi precipitazione di nanoparticelle e quindi falsi positivi (o negativi).

La cosa che meraviglia di più in queste storie è la numerosissima congerie di persone che  scrive commenti positivi a questi campioni di sciocchezze assolute; si tratta di migliaia di persone che rifiutano la voce dell’esperto ufficiale che considerano non affidabile e a cui preferiscono chi gli dice quel che vogliono sentire. Nessuna scienza, ma solo fake news insomma. Come contrastare queste cose?

Abbiamo visto gli effetti di questi meccanismi nella invasione del Parlamento americano da parte di estremisti di destra americani opportunamente disinformati sugli inesistenti imbrogli elettorali da chi poteva trarne vantaggio, l’ex-presidente Trump, che continua ancora oggi a negare di aver perso le elezioni. Anche lì le informazioni ufficiali ripetute da tutti i giornali, confermati dalla magistratura americana sono state considerate false e le persone hanno creduto a quello a cui già credevano; inutili le spiegazioni.

Interessante notare che un esperimento simile è stato fatto dal Presidente della Tanzania John Pombe Joseph Magufuli, già a maggio scorso usando vari tipi di tessuto animali, vegetali ed inerti e dimostrando una analoga ignoranza in materia; il presidente tanzaniano si è autodichiarato ingegnere chimico e dotato delle conoscenze adeguate (in effetti sembra abbia ricevuto un PhD in chimica dall’Università di Dar-es-Salaam). Magufuli ha interrotto il conteggio dei casi a maggio e un mese dopo ha dichiarato che la nazione aveva eliminato il virus dopo tre giorni di digiuno e preghiere. Inutile dire che tutti i paesi attorno hanno centinaia o migliaia di morti da Covid-19. In questo modo la Tanzania sta cercando di intercettare il residuo flusso turistico mondiale. Magufuli è stato ahimè rieletto fino al 2025. Nel frattempo la Tanzania ha ordinato non il vaccino ma un tonico alle erbe usato anche in Madagascar per combattere il covid-19. Vedremo a fine pandemia. Nel frattempo il nostro ministero degli esteri sconsiglia viaggi in Tanzania.

Vedi anche: https://www.fanpage.it/esteri/zanzibar-lo-strano-caso-dellisola-senza-covid-da-maggio-che-cura-il-virus-con-preghiere-ed-erbe/

Dunque cosa possiamo fare per contrastare le sciocchezze messe in giro da questi interessati ed ignorantissimi pseudoesperti?

Direi anzitutto essere presenti nell’agone mediatico, fare da punto di riferimento, mantenere una propria autonomia ed autorevolezza; non mancano gli argomenti su cui lo scontro non è con migliaia di ignorantoni, ma con poche sottili menti pagate da grandi multinazionali e che cercano di alterare le informazioni sull’energia o sulle rinnovabili o sul cambiamento climatico.

I nostri lettori conoscono bene le polemiche fra Vincenzo Balzani e Nicola Armaroli e le balle mediatiche dell’ENI o del Sole-24 ore per esempio sulla sua strategia energetica o le decisioni governative sul nuovo  piano energetico nazionale; i contrasti del passato sul nucleare o l’acqua pubblica.

Su tutti questi argomenti occorre mantenere la barra dritta, avere una faccia sola non condizionata né dalla ricerca dell’assenso popolare né dalla  ricerca dell’alleanza con le forze economiche guidate da fortissimi interessi e poca visione del futuro, ma casomai interessanti come finanziatori o anche solo tradizionalmente e storicamente vicine a noi.

L’opinione pubblica fa presto a confondere la scienza e la tecnica con la sua applicazione interessata. Come società scientifica, come ricercatori   dovremmo essere presenti costantemente nella controinformazione con spirito di servizio per acquisire SUL CAMPO la necessaria autorevolezza e il riconoscimento popolare.

Solo conservando questa base di oggettività, spesso scomoda per noi, potremmo poi essere credibili quando la descrizione oggettiva dei fenomeni contrasta con gli interessi di chi ci ascolta.

Altrimenti diventiamo parte dell’establishment, diventiamo una delle tante voci interessate o perfino la controparte e basta e veniamo accusati di fare gli interessi di entità vere o fantomatiche, ma “altre”, insomma un complotto!

(Ringrazio il collega e biologo Luca Forte conosciuto su AIRI-FB per la sua efficace descrizione della procedura.)

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