Oggi 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua.

Luigi Campanella e Mauro icardi

Si celebra  oggi 22 marzo la Giornata Mondiale dell’Acqua, noi lo facciamo con ben due post dedicati al tema, uno di Luigi Campanella ed uno di Mauro Icardi.

Luigi Campanella, già Presidente SCI

Molto si è scritto sulla carenza di acqua e di acqua potabile in molte parti del mondo. Generalmente ci si sofferma sugli aspetti ambientali e sanitari, ma altre sono le ricadute della  mancanza o al contrario della disponibilità di acqua.

Una di queste riguarda l’istruzione: la carenza di acqua pulita nelle zone rurali di Kenya, Burkina Faso, Costa d’Avorio comporta il diffondersi di malattie ed infezioni che obbligano i bambini colpiti a saltare le lezioni rimanendo indietro nel percorso di studi, ma con il rischio di finire a mendicare nella strada perché ogni giorno in più lontano dai libri è un giorno in più vicino all’abbandono scolastico.

Un’altra ricaduta della carenza o disponibilità di acqua pulita è il tasso di mortalità infantile: dati statistici dell’ONU e della FAO chiaramente evidenziano una correlazione diretta fra carenze idriche e tasso di mortalità infantile con il risultato di impegnare risorse per contrastarla mentre basterebbe una ricchezza idrica maggiore e di  nuocere allo sviluppo demografico.

Una terza osservazione riguarda i mezzi di approvigionamento. Il nodo degli invasi per raccogliere acqua piovana è stato affrontato in sedi diverse, non sempre tutte d’accordo su tale strumento che invece, abbinato a pompe azionate da energia solare, può rappresentare un supporto significativo. Se poi la raccolta dell’acqua piovana avviene in cisterne, contenitori che si aprono solo in occasione delle piogge, rimanendo chiusi per il resto del tempo è possibile nei Paesi caldi-e molti di quelli poveri lo sono- riscaldare l’acqua fornendo un servizio prezioso in medicina neonatale. Infine vorrei ricordare la importanza nella formazione dei giovani dell’attività fisica che ovviamente sia per l’acqua emessa con il sudore sia per il sudore stesso che bagna la pelle e richiede di lavarla comporta la necessità di una minima quantità di acqua disponibile per ristorare il corpo, quindi poca acqua poca attività fisica con ricadute negative sullo sviluppo del corpo.

Anche l’aspetto energetico sembra oggi cambiare coinvolgendo l’acqua nell’era dell’idrogeno. La nuova forma pulita di energia ci obbliga a considerare l’acqua anche da questo punto di vista: risorsa preziosa di idrogeno. Se poi gli aspetti economici di bilancio non saranno soddisfatti, questo nulla toglie ad un’ennesima preziosità dell’acqua, essere un abbondante potenziale contenitore di idrogeno. Tra l’altro l’impiego della luce solare (in presenza di un catalizzatore) come energia estrattiva apre ulteriori spazi da percorrere. C’è infine il problema del monitoraggio: per proteggere e per correggere bisogna conoscere. I metodi analitici degli inquinanti in matrice acquosa sono stati messi a punto e pubblicati in forme diverse, praticamente in tutti i paesi sviluppati del mondo. C’è però bisogno di metodi alternativi capaci di fornire risposte in tempo reale, capaci di controllare sistemi automatici di correzione, capaci di indicare in tempo reale gli eventuali inconvenienti prodottisi in un impianto acquedottistico. La Scienza fa grandi progressi e sensoristica e biosensoristica ci vengono incontro.

I test di tossicità integrale rappresentano in tale linea un’ulteriore opportunità in quanto fornendo una risposta integrale ed in tempo reale ci affrancano, in una fase di urgenza, dalle analisi specifiche e puntuali che possono essere eseguite soltanto quando necessario. La ricchezza d’acqua non sempre significa disponibilità: in un terreno agricolo ad esempio si possono creare a seguito di ripetuti interventi sbagliati da parte dell’uomo delle condizioni assai negative a fini della trasferibilità e del trasporto dell’acqua. Anche su questo punto sono stati messi a punto test idonei propri e finalizzati a misurare non la quantità di acqua presente, ma il grado della sua disponibilità e quindi di sfruttamento da parte dell’uomo e della coltura scelta per il terreno.

Mauro Icardi

Giornata mondiale dell’acqua 2022. La ricorrenza è triste

Su questo blog, abbiamo cercato di celebrare la giornata mondiale dell’acqua tutti gli anni.

Francamente in questo 2022 sono davvero troppe le notizie che rischiano di oscurare la celebrazione di questa giornata. La guerra in Ucraina è la prima fra tutte. E in guerra si comprende crudelmente quanto sia importante.

Nelle città assediate, nei rifugi l’acqua comincia a scarseggiare. Come il cibo, i medicinali.

Intanto in un’Europa che subisce una sorta di sospensione della realtà dovuta alla guerra, la situazione della siccità e mostrata in questa immagine.

Le aree in rosso nella cartina rappresentano le zone dove la situazione di siccità si può definire da eccezionale a estremo.

Le conseguenze di questo stato di cose sono facilmente intuibili. Problemi per l’agricoltura, già in crisi per la contemporanea scarsità di materie prime e di fertilizzanti.

La produzione di energia elettrica soffre questo stato di cose.  «La siccità che stiamo affrontando è unica da quando esistono i sistemi di misurazione», spiega Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica, l’associazione di categoria che rappresenta 427 operatori, circa il 40 per cento delle società del settore per energia prodotta. «Possiamo inventarci qualsiasi cosa, ma se non piove o nevica siamo impotenti».

Se guardiamo all’Italia praticamente non piove da quasi tre mesi. L’innevamento invernale è stato scarso soprattutto nel nord Ovest.

In passato ho scritto articoli che suggerivano modalità e tecniche per il risparmio idrico. Ma oggi, lo dico con franchezza la cosa mi sembra fuori luogo. È trascorso mezzo secolo dalla pubblicazione de “I limiti alla crescita”. 

I problemi globali, non solo quello delle risorse idriche sono ormai tragicamente evidenti.

Nulla però sembra scalfire una mentalità unica, una negazione diffusa. Cosa che da sempre cerco di chiarire prima di tutto a me stesso. Senza trovare una spiegazione razionale.

Nessuna soluzione tecnica o scientifica può funzionare se non si cerca di riportare al centro dei dibattiti e delle iniziative la coscienza del bene comune.

Questa è la foto del lago artificiale di Ceresole Reale, in provincia di Torino. Mi ha molto colpito.

Ho passato da giovane molte delle mie estati in una valle dell’arco alpino occidentale, durante le vacanze estive. Li ho imparato dalle persone del luogo ad avere cura dell’acqua. Ma negli anni in cui trascorrevo le mie vacanze, l’acqua che vedevo scorrere nei torrenti e dalle fontane era percepita come inesauribile. Io stesso avevo questa idea. Ma le cose sono cambiate rapidamente. E penso che occorra fare attenzione a non subire un nuovo shock emozionale. Non solo quello del ritorno della guerra, ma anche a quello delle scarsità. Perché la scarsità di acqua, si porta dietro tutte le altre. E quando scorrendo i giornali vedo articoli che magnificano l’innevamento artificiale, oppure l’aumento delle spese militari, dentro di me c’è qualcosa che sento completamente dissonante. Vorrei che tutti ci risvegliassimo da questo sogno infranto. Da quella mentalità che spesso ci fa adagiare sulle rassicuranti favole, piuttosto che affrontare in maniera razionale le azioni che siamo obbligati a intraprendere.

Buona giornata mondiale dell’acqua, nonostante tutto.

Un pensiero su “Oggi 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua.

  1. Mi piace sentire che ora che c’è la siccità si comincia a sentir parlare della necessità di costruire invasi : da quando ho capito la faccenda del GW e delle sue conseguenze (almeno 20 anni fa) dico che bisogna superare i veti delle comunità, identificare i siti, e costruire invasi. E non nel povero sud assetato (che palle ! piove più al sud che in pianura padana), ma qui, al nord, al Nord-est che si culla da anni sulla sua ricchezza d’acque. Che poi magari ci si può fare pure un po’ di energia elettrica, che guarda un po’ manca pure lei…
    Ma se ci sono arrivato io, i geni ministerial-governativi non ci arrivavano ?

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