La sindrome circolare del rasoio al supermercato.

Mauro Icardi

La conferenza tenuta l’8 novembre 1972 dall’economista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994) alla Yale University può essere considerata come l’atto di nascita della “bioeconomia”.

La conferenza faceva parte di una serie di incontri organizzati dalla storica università statunitense a seguito della pubblicazione, nel marzo dello stesso anno, di The Limits to Growth e del vivace dibattito che il libro aveva suscitato.

Per Georgescu-Roegen non era la limitatezza delle risorse planetarie, quanto la loro esauribilità, dovuta alla legge dell’entropia, “la più economica per sua natura tra le leggi naturali, che sfidava l’idea di una crescita economica continua.

Nel libro “Energia e miti economici” scritto dall’economista rumeno, e pubblicato da Bollati Boringheri nel 1982, si possono leggere gli otto punti di un programma bioeconomico minimale. È una lettura che consiglio, anche se il libro è purtroppo difficile da reperire, anche nei siti di libri usati, e in qualche caso i prezzi possono raggiungere cifre relativamente elevate.

L’ottavo punto del programma bioeconomico è quello che mi torna puntualmente in mente ogni volta che faccio la spesa, e devo acquistare quanto mi occorre per la rasatura quotidiana.

Riporto integralmente il testo: “ Ottavo, in completa armonia con i pensieri sopraelencati, dovremmo guarire da quella che ho chiamato “sindrome circolare del rasoio elettrico”, che consiste nel radersi più velocemente, in maniera da avere più tempo per lavorare ad un rasoio che permetta di radersi più rapidamente ancora, in maniera da avere ancora più tempo per progettare un rasoio ancora più veloce, e così via all’infinito. Questo cambiamento richiederà una buona dose di autocritica da parte di tutte quelle professioni che hanno allettato l’umanità a questo regresso infinito. Dobbiamo arrivare a capire che un requisito importante per una buona qualità di vita è una quantità sostanziosa di svago spesa in maniera intelligente”

Io non adopero il rasoio elettrico, ma prediligo la rasatura con le lamette. Ed è qui che si pone il problema, in quanto esiste certamente, secondo il mio modesto parere, anche una sindrome circolare della lametta da barba. O per meglio dire una profusione di lamette da barba spesso monouso, in altri casi con lama sostituibile.

Per approfondire il tema bisogna citare un altro personaggio: King Camp Gillette. Fu lui l’inventore del rasoio di sicurezza. Nato in una piccola cittadina del Wisconsin inizia a lavorare come commesso viaggiatore.

Nel 1894, Gillette ha 39 anni e non è soddisfatto della sua vita professionale. Decide, così, di tornare nella sua città natale e di lavorare come venditore nell’azienda Crown Cork & Seal Co. Il presidente è William Painter, l’inventore dei tappi di bottiglia a corona, che gli consiglia di inventare qualcosa che la gente usi e poi butti via. Gillette che detestava perdere tempo, e che, come molti altri suoi colleghi commessi viaggiatori dell’epoca, era solito radersi durante i viaggi in treno con un rasoio a mano libera, spesso chiamato “taglia gola,” inventa il rasoio di sicurezza. Una sottile lama di acciaio, montata ad angolo retto su un piccolo manico.

Figura 1 Disegno del brevetto del rasoio di Gillette

Oggi il rasoio di sicurezza con lametta è un oggetto oserei dire di modernariato. Negli scaffali dei supermercati esiste una miriade di rasoi usa e getta, che a partire dagli anni 70 lo stanno sostituendo quasi completamente. E col tempo è cresciuto il numero delle lame, dalla singola alla doppia per arrivare fino al considerevole numero di cinque lame.

Per questo tipo di prodotti colgo una singolare analogia con le pubblicità delle acque in bottiglia. Non nego che non è piacevole radersi con un rasoio con la lama non perfettamente affilata, ma oggettivamente non riesco a capire questa profusione di lame di ogni genere, tipologia e marca, a cui si aggiunge la difficoltà a reperire una semplice confezione di lamette da barba di ricambio per un rasoio di sicurezza.

Una lametta monouso ha come destinazione finale il rifiuto secco indifferenziato. Quelle con confezioni di lamette intercambiabili quantomeno conservano il manico, ma ogni tipologia ha il suo. Non sarebbe una cattiva idea utilizzare un manico universale per diverse tipologie di lamette intercambiabili.

Queste sono riflessioni che faccio ogni volta che sono al supermercato, una cosa a volte più forte di me. E mi rimane una curiosità che non potrò mai soddisfare, ovvero sapere cosa avrebbe detto Georgescu Roegen in un ipotetico incontro con mister Gillette, nello stile delle “Interviste impossibili”, programma radiofonico che mi piaceva e di cui non perdevo una puntata.

Forse è utopia ma sono convinto che le nostre scelte quotidiane potrebbero avere un impatto se solo fossimo maggiormente attenti e consapevoli. Io intanto proseguo la mia ricerca di lamette di ricambio per il rasoio di sicurezza. E in tutta la zona di Varese solo un supermercato, e uno storico negozio, che vende di tutto, compresi i famosi coltellini svizzeri multiuso, sono gli esercizi commerciali in cui posso trovarle.

Per essere consumatori consapevoli occorre molta pazienza e perseveranza.

4 pensieri su “La sindrome circolare del rasoio al supermercato.

  1. Caro Mauro,

    per intanto puoi comprare gli spazzolini da denti col blocco setole intercambiabili, e sostituire quelle quando “esauste” !

    In effetti il rasoio di sicurezza è oramai introvabile, come pure le sue lamette. Forse nei market cinesi ?

    stefano

  2. La domanda non è radersi col rasoio ‘tagliagola’, col rasoio di sicurezza o con i rasoi usa e getta. La domanda è: perché radersi? Hanno cominciato a tagliarsi la barba in maniera sistematica gli antichi Egizi e forse prima di loro i Neanderthal, pare per tingersi il viso e mostrare i denti onde impauririre i nemici. Ma se l’evoluzione ci ha dotato di barba, perché contrastarla? La barba nasce come carattere distintivo sessuale inteso a favorire l’accoppiamento e la riproduzione. Se ha funzionato bene per tanto tempo, tra la soddisfazione generale, perché abolirla in omaggio a una discutibile evoluzione culturale (che oltre tutto si ritorce contro se stessa generando scarti pericolosi)?

    Luigi Fabbrizzi

    • Da giovane ho avuto la barba : ma ho rinunciato all’ “onor del mento” perchè semplicemente a mia moglie non piaceva… la cultura e la selezionje sessuale sono ingarbugliate…

  3. Ringrazio per l’interessante riflessione alla quale vorrei aggiungere una semplice considerazione. Con tutto il rispetto per il pensiero dell’economista Nicholas Roegen, credo che la sua analisi difetti di una considerazione doverosa: il genere umano ha qualche elemento di “straordinarietà” rispetto agli altri viventi.

    Capisco che si tratta di una questione molto delicata e fortemente dibattuta, ma quando si pensa di poter trattare i bisogni (e i relativi impatti ambientali) dell’Uomo, alla stregua di quelli manifestati da qualunque altro vivente, si compie secondo me un errore macroscopico.

    Claudio Puliti

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