La Società Italiana di Fisica (SIF) sulla SEN.

Nota del blogmaster: Accolgo volentieri l’idea di pubblicare sul blog un documento sulla strategia energetica nazionale scritta da un’altra Società scientifca italiana, la SIF. Come molti altri scienziati considero l’opzione nucleare non sostenibile oltre che fortemente limitata nel tempo al livello attuale di tecnologia; essa è stata rifiutata dalla maggioranza del nostro paese e da molti altri nel mondo; ma  apprezzo molto che  una società scientifica abbia sentito l’esigenza di pronunciarsi nel merito della SEN e mi auguro che nel futuro la SCI senta la medesima esigenza. Buona lettura.

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OSSERVAZIONI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI FISICA IN MERITO AL DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE PRESENTATO DAL GOVERNO SULLA “STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE: PER UN’ENERGIA PIÙ COMPETITIVA E SOSTENIBILE”
Bologna 30 novembre 2012
Presentazione
La Società Italiana di Fisica (SIF) è un’Associazione non profit che ha lo scopo di promuovere, favorire e tutelare lo studio e il progresso della Fisica in Italia e nel mondo. La SIF rappresenta la comunità dei fisici italiani, dal mondo della ricerca e dell’insegnamento a quello professionale, pubblico e privato, in tutti i campi fondamentali e applicativi della fisica.
Tra le sue molte attività la SIF si è occupata con continuità e grande interesse delle questioni energetiche. In particolare, nel 1987 ha promosso e organizzato il primo Convegno nazionale sul tema “Energia, Sviluppo e Ambiente“, di notevole risonanza per gli argomenti discussi e la dichiarazione, firmata da un panel significativamente rappresentativo e sottoscritta da mille fisici italiani, per un Piano Energetico Nazionale aperto ad un mix di fonti per uno sviluppo sostenibile senza discriminazioni, che non rinunciasse all’opzione nucleare.
Più recentemente la SIF, all’inizio del 2008, ha pubblicato il Libro Bianco “Energia in Italia; problemi e prospettive (1990-2020)”, che fotografa la situazione degli anni 90 e le prospettive delle varie fonti di energia nel nostro Paese, suggerendo alcune possibili linee guida. In esso viene in primo luogo segnalata l’esigenza di un Piano Energetico Nazionale redatto in armonia con il contesto europeo e, soprattutto, con il coinvolgimento di un arco di forze politiche il più ampio possibile, in modo da rendere trascurabile il rischio di ripensamenti di parte o a livello locale. Viene poi presentato, come proposta percorribile nel decennio in corso, uno scenario articolato in cui trovano spazio un aumento consistente delle fonti energetiche rinnovabili e delle importazioni di energia elettronucleare, un utilizzo contenuto delle fonti fossili, intese soprattutto come carbone e gas, e una convinta riapertura all’opzione nucleare. Si tratta di una ipotesi equilibrata e lungimirante, basata sullo sviluppo delle tecnologie innovative che consentono all’industria italiana di recuperare posizioni a livello internazionale.
Attualmente la SIF ha in corso un’impegnativa ed efficace attività di formazione e di informazione sulle tematiche dell’energia. In particolare la SIF cura la pubblicazione, per le scuole secondarie superiori, di una collana di fascicoli tematici sulle più importanti e promettenti fonti energetiche, le loro potenzialità e i loro problemi. Lo scopo di tale iniziativa è di presentare le idee fondamentali e gli aspetti tecnologici della questione energetica in modo comprensibile agli studenti e a tutti coloro che, benché privi di una certa cultura scientifica, possiedono tuttavia la curiosità e l’interesse per la conoscenza ai fini di una maggiore consapevolezza.
La SIF ha inoltre costituito, in collaborazione con l’European Physical Society (EPS), l’International School on Energy per promuovere la conoscenza delle tematiche dell’energia a livello universitario e post dottorato. I corsi della Scuola, iniziati quest’anno in agosto, si svolgono con cadenza biennale a Varenna, sul lago di Como, presso la Villa Monastero, sede della Scuola Internazionale di Fisica “Enrico Fermi” della SIF.
La SIF partecipa anche all’Energy Group dell’EPS per discutere e promuovere strategie europee atte ad affrontare l’attuale sfida energetica ed ambientale, il futuro dell’energia nucleare e delle energie rinnovabili, il risparmio di energia e l’efficienza energetica.

Osservazioni sul Documento di consultazione
La SIF ritiene il documento emanato dal Governo un significativo passo avanti rispetto alla carenza, ormai pluridecennale, di un Piano Energetico Nazionale. Una strategia energetica che contempli, da una parte, la necessità di un piano di sviluppo atto a superare l’impasse tecnologico nell’innovazione dei mezzi di produzione di energia e, dall’altra, il superamento delle cause legate alla crisi economica che impediscono un serio e corretto confronto delle varie opzioni energetiche, è quanto mai opportuna. La SIF sottolinea l’esigenza di coniugare la sostenibilità ambientale con la necessità di un mix di fonti di energia affidabili, non aleatorie, non sbilanciate economicamente e fondate su una corretta valutazione tecnico-scientifica.
La SIF ritiene che il documento in oggetto possa fornire una base di discussione ampia e documentata che, tuttavia, a suo parere dovrebbe portare ad una più rigorosa e realistica valutazione delle possibilità offerte dalle varie opzioni, sia a breve che a medio e lungo termine. La SIF indica, pertanto, i punti salienti che, a suo avviso, in base alle indicazioni del documento governativo meritano un approfondimento.
1) Giustamente il documento richiama gli aspetti peculiari e le criticità dell’attuale assetto energetico del nostro Paese, rilevando, in particolare, la debolezza del sistema nazionale legata alla forte dipendenza energetica dall’estero, alla elevata incentivazione a certe fonti rinnovabili, che forse richiederebbero una più attenta valutazione, e all’eccessivo costo della bolletta elettrica, la più elevata in sede europea (cfr. “svantaggio rispetto a concorrenti internazionali”).
A tale riguardo, il confronto con le realtà di altri Paesi dell’Unione Europea rende esplicito un rilievo sottinteso e, cioè, la mancanza di una politica energetica di ampio respiro che avrebbe dovuto considerare più attentamente la necessità di un più equilibrato mix energetico che includa, in modo sia pur oculato e con criteri programmatici chiari, anche l’opzione nucleare.
2)    Delle priorità segnalate, l’efficienza energetica è certamente importante e da migliorare rispetto agli standard attuali (peraltro già significativi), così come lo sviluppo delle infrastrutture e del mercato elettrico. Più problematici appaiono, nel breve-medio termine, lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, da una parte, e la produzione sostenibile di idrocarburi nazionali, dall’altra.
Per il raggiungimento di obiettivi quali, nel primo caso, il superamento degli obiettivi europei 20-20-20, a parte l’apprezzamento per un miglior bilanciamento a favore delle rinnovabili termiche, una riduzione dei costi di incentivazione è sicuramente necessaria per una sostenibilità economica ragionevole, anche per evitare una forzatura costosa di una concorrenza artificialmente introdotta. Nel secondo caso, relativo alla produzione di idrocarburi nazionali, i vincoli imposti da ragioni di sicurezza e ambientali sembrano costituire una barriera difficilmente superabile nel nostro Paese.
3)    L’enfasi data alla ricerca, in particolare per ciò che riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili innovative e gli studi relativi ai materiali e all’efficienza energetica, dovrebbe evidenziare l’importanza di una maggiore attenzione e di un pianificato coinvolgimento delle risorse materiali ed umane dell’Univerità e degli Enti di Ricerca. In questo contesto la ricerca, a livello accademico e industriale, relativa a tutte le opzioni, inclusa l’energia nucleare (reattori a fissione di IV generazione, tecnologie innovative della fissione nucleare, fusione nucleare) dovrebbe essere considerata tra le priorità essenziali per una corretta impostazione della strategia energetica anche a lungo termine. Il rafforzamento delle risorse pubbliche ad accesso competitivo atto a favorire il partenariato università-centri di ricerca-imprese, nonché la razionalizzazione dell’attuale segmentazione delle iniziative dei vari Enti di Ricerca, previsti nel documento, sono certamente validi strumenti allo scopo. Resta da meglio definire, in termini quantitatvi e distributivi, l’insieme dei criteri e delle azioni per concretizzare tali intenti e dare al mondo della ricerca un segnale che porti ad un coinvolgimento esplicito degli esperti e dei giovani che si avviano al perfezionamento degli studi universitari.
4) Un punto essenziale, che in qualche modo viene evidenziato nel documento, riguarda la compartecipazione dei vari elementi interessati (amministrazioni locali, stakeholder nazionali, istanze istituzionali, coinvolgimento territoriale, ecc. ) nel sistema di governance, che tuttavia dovrebbe tener presente due fattori importanti: la ridefinizione del rapporto Stato-Regioni (positivo il disegno di riportare allo Stato le competenze in materia di energia), e il coinvolgimento coordinato di Enti di ricerca e rappresentanze tecnico-scientifiche adeguate e non condizionabili. E, parte non trascurabile, il fattore informazione non disgiunto da una organica operazione di acculturamento dell’opinione pubblica, cui istanze come quelle della SIF potrebbero dare un valido contributo.
5) Il merito dell’iniziativa strategica non può prescindere, a nostro avviso, dal metodo di consultazione. Qui si avverte ancora una volta una lacuna già presente in altre occasioni e in altre consultazioni. Gli incontri con le principali istituzioni e associazioni di categoria interessate, come recita il documento nella parte dedicata al percorso di consultazione, ci si augura che possano essere estesi, per esempio, alle Associazioni Scientifiche che, come la SIF, dispongono di un patrimonio di competenze e rappresentano comunità tecnico-scientifiche non subordinate a specifici interessi economici e politici.
Tali incontri avrebbero potuto (potrebbero) essere utili rilevando e tenendo nel debito conto le analisi e gli studi già effettuati (cfr. le pubblicazioni della SIF) in merito a realistiche strategie energetiche basate su possibili ed equilibrati mix delle varie fonti per le quali i criteri di scelta siano non soltanto di tipo economico-ambientale ma anche supportati da rigorose valutazioni tecnico-scientifiche.
6) Il percorso individuato per la consultazione non è stato, a nostro parere sufficientemente pubblicizzato rendendo di difficile e tempestiva predisposizione le analisi e le osservazioni di istanze competenti e consapevoli tra la platea di consultati. Si rende perciò necessaria un’azione informativa più ampia e mirata e l’organizzazione di una Conferenza Nazionale sull’Energia, che non sia una semplice rassegna di pareri e posizioni spesso poco incisivi e pertinenti.

3 pensieri su “La Società Italiana di Fisica (SIF) sulla SEN.

  1. Ci sono solo due punti in cui si può concordare pienamente con il documento della SIF, primo il fatto che si considera positivo il ritorno ad un Piano Energetico Nazionale, secondo il fatto che la consultazione non sia stata sufficientemente pubblicizzata, fatto che prelude probabilmente ad una altrettanto scarsa pubblicità dei suggerimenti dati dai cittadini e dalle associazioni. Per il resto il documento appare abbastanza deludente tanto più in quanto prodotto da una élite intellettuale come quella dei fisici della quale tutti hanno, da sempre, la massima stima.

    A parte la difesa del nucleare sulla cui sostenibilità non mette nemmeno più conto spendere una parola. Colpisce in modo particolare la presa di posizione della SIF nella guerra mai dichiarata fra rinnovabili elettriche e rinnovabili termiche, che sono, a mio avviso, complementari e dalla cui contrapposizione non possono che acquisire vantaggi le fonti fossili. L’insistenza sulla questione dell’eccesso di incentivazione delle rinnovabili elettriche andrebbe, come minimo, calata in una realtà, quella del nostro paese, in cui se da una parte diversi furbi hanno potuto lucrare su opere inutili come gli impianti eolici dove non c’è vento, dall’altro l’intera filiera rinnovabile ha lavorato in condizioni di mercato falsate, non certo dall’incentivazione eccessiva, ma dalla perdurante quota di risorse appartenenti ai cittadini, devolute ai detentori di impianti di produzione energetica da fonti assimilate, che l’annoso scandalo del CIP6 ha permesso da ormai due decenni. Senza questa puntualizzazione l’intera storia dello sviluppo delle rinnovabili in Italia viene patentemente falsata.
    (http://www.aspoitalia.it/archivio-articoli-italiano/313-la-dolorosa-istoria-delle-fonti-rinnovabili-italiane)

    Per quanto riguarda la promozione della Ricerca scientifica sarebbe interessante che noi tutti nel settore, iniziassimo a fare considerazioni un po’ meno conformi ad un modello di ricerca ormai interamente asservito al paradigma economico vigente basato sulla crescita e la bulimia consumista e quindi sulla distruzione delle basi della nostra stessa esistenza. Modello che non ha un domani nè dal punto di vista economico e sociale né, tanto meno, dal punto di vista ecologico.

    Luca Pardi
    Primo ricercatore presso l’Istituto per i Processi Chimico- Fisici del CNR
    Presidente di ASPO-Italia

  2. Mentre non posso che condividere l’idea che gli scienziati italiani contribuiscano in modo istituzionale e convinto alla costruzione di una strategia energetica nazionale e che la mancanza di questa strategia e anche del contributo degli esperti sia una enorme debolezza (l’energia è cosa troppo seria per lasciarla ad economisti e politici) ci sono molti altri punti che non condivido della posizione SIF.
    La prima delle cose da considerare è quella che viene definita la “riapertura” dell’opzione nucleare”; una riapertura che fra l’altro è stata bocciata per ben due volte dal popolo italiano in modo convinto; alla discussione hanno partecipato tutti, scienziati e forze politiche e sociali e tutti hanno potuto dire la loro; se gli italiani l’hanno rifiutata e se molti altri paesi che avevano scelto questa strada hanno fatto lo stesso un motivo c’è; e non è da cercarsi solo nel rischio di eventi rari ma non impossibili come i grandi incidenti nucleari,ma soprattutto nella mancanza di futuro di una tale scelta; la tecnologia basata sulla fissione dell’uranio ha limiti intrinseci legati alla limitatezza della materia prima che è prossima ad un picco produttivo, ai costi crescenti, alle difficoltà non superate dal punto di vista tecnico (Olkiluoto insegna), alla mancanza di metodi sicuri di smaltimento, che ricordo qui NON esistono ancora, non esiste al mondo un solo deposito di lungo termine degli scarti di fissione; le generazioni future di reattori sono ancora nella mente di giove, quindi per carità evitiamo di rifarci a futuri immaginifici, ma irreali.
    La seconda cosa da notare è il trascurare che gli aspetti di mercato dell’energia elettrica sono legati ad una certa ben precisa impostazione: la follia del CIP6, la assurda definizione delle tecnologie assimilate alle rinnovabili (gli inceneritori, le centrali ad oli pesanti) che hanno portato ad una capacità installata di potenza elettrica DOPPIA di quella necessaria soprattutto nel settore termico che chiede una sua rimunerazione, questa è la origine dei prezzi alti dell’energia, i dettagli del borsino elettrico che premia anche gli inefficienti, queste cose i colleghi della SIF non possono trascurarle; non è il FV la ragione dei costi alti dell’energia, ma il profitto dovuto agli inefficienti e a chi brucia schifezze!
    La terza cosa è relativa alla ricerca e direi anche alla preparazione di specialisti: i colleghi SIF dovrebbero comprendere che dopo 50 anni di promesse di fusione il barile è colmo; la fusione è sempre a 50 anni da oggi; allora diciamo con chiarezza che occorre farsene una ragione, ci sono cose non ancora ben comprese; smettiamo di investire tanto su questo o su fantomatici reattori di IV o V generazione quando non si riescono a fare nemmeno quelli di III avanzata, e cerchiamo invece di far funzionare bene quello che già inizia a funzionicchiare: per esempio l’eolico troposferico, dove lavorano pochissimi gruppi e anche isolati; introduciamo anche il problema che non può’ essere disconnesso da questo del clima; è follia che in Italia non ci siano lauree in meteorologia e in climatologia, percorsi di studio che esistono in tutti i paesi del mondo ma che da noi grazie al ruolo dell’esercito nella meteo sono di fatto abbandonati: occorre sviluppare corsi di laurea +2 e dottorati su questo tema e sui temi in croce comprendenti i problemi che energia e clima e risorse minerali pongono in futuro, un argomento dove superare le assurde divisioni di settore disciplinare con ingegneri, chimici, economisti (fra l’altro l’economia ha bisogno di una robusta dose di input sperimentale giusto per rispondere al problema della regina Elisabetta , lo ricordate? “perché non avete previsto la crisi attuale?” e chi meglio di fisici e chimici può farlo? Enzo Tiezzi ci aveva già provato).
    In conclusione cari amici della SIF, spero che la SCI in futuro consideri l’opzione di fare come avete fatto voi ed esprimersi collegialmente su temi di rilevanza sociale ed economica, ma credo anche che nessuno di noi possa sfuggire al confronto con i temi caldi, con la “complessità” della situazione: clima, ambiente, risorse ed energia sono un tutt’uno, un problema complesso, in senso proprio, che abbisogna di uno sforzo collettivo: a questo livello scienza, etica e politica si fondono.
    Questo è IL PROBLEMA scientifico più importante del futuro prossimo e il nostro essere scienziati “sociali” ossia che vivono in una collettività di cui usano le risorse e a cui sono eticamente legati ci impone di contribuire a risolverlo.

  3. Forse la SIF ha letto le recenti notizie di stampa
    http://www.qualenergia.it/articoli/20121205-nucleare-flamanville-i-costi-lievitano-ancora-ed-enel-si-ritira
    ma saltando direttamente all’ultimo paragrafo, cioe` le dichiarazioni di Zichichi…
    Per quanto l’impressione netta e` che la SEN venga decisa senza consultare o ascoltare piu` di tanto gli scienziati, certamente le societa` scientifiche dovrebbero mantenere un dibattito attivo nel merito.

    Ludovico

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