Il caso Terni

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

intervista ad Andrea Liberati di Italia Nostra, con un breve commento finale di Luigi Campanella, ex Presidente SCI

Come molti di voi lettori anche noi della redazione apprendiamo spesso le notizie dell’inquinamento del bel paese dai giornali, ma altre volte sono le organizzazioni culturali di “volontari” sociali come Italia Nostra od altre analoghe che si fanno carico di denunciare i problemi. A Terni, una cittadina di quella ridente Umbria che fino a qualche tempo fa conoscevamo solo come “cuore verde” del nostro paese, Italia Nostra (IN) ha denunciato con forza la situazione di inquinamento causata dalla esistenza di una grande acciaieria che coesiste con la città da molti decenni. Ci siamo quindi rivolti ad Andrea Liberati che ci racconta il punto di vista di IN.

Andrea-Liberati-242x180Andrea Liberati, Italia Nostra, Terni

Caro professore mi sento di dire questo:

DA DOVE SIAMO PARTITI: I SUOLI
A fine dicembre 2013, dopo aver ottenuto da Arpa Umbria alcune carte relative alla concentrazione dei metalli pesanti nei suoli, documenti grezzi, senza indicazione dei livelli massimi, suggeriti o di legge, dopo averle analizzate assieme al Wwf, abbiamo ritenuto di denunciare pubblicamente, anche in sede giudiziaria, una situazione a nostro avviso di assoluta emergenza: come forse ha letto, il livello di nichel nei suoli di uno dei quartieri contigui alle Acciaierie cittadine, Prisciano, è risultato mensilmente anche superiore di ben 23 volte rispetto al limite della normativa tedesca, mediamente comunque sforata di 10 volte, normativa considerata benchmark pure in Italia, nell’attesa che da noi si legiferi puntualmente al riguardo.
Questa storia, a nostro avviso, non può essere irrilevante in termini di rischio sanitario: nel gennaio 2014 abbiamo chiesto al sindaco di avviare la perimetrazione della zona di pericolo, con particolare riferimento a coltivazioni e allevamenti. Al momento, 20 marzo, nessuna risposta.

1.METALLI nelle deposizioni 2011-2013

IL CONFRONTO
Abbiamo poi comparato la situazione locale con quella di Aosta, dove insiste la Cogne Acciai Speciali, verificando che, nel nostro stesso quartiere di Prisciano, si registrano anche concentrazioni medie annuali di cromo nei suoli pari a quelle che ad Aosta si verificano solo sul tetto delle locali acciaierie.
E’ stato questo l’unico confronto a noi possibile: infatti possiamo
attestare in modo incontrovertibile che in Italia, non esiste un modello standard di analisi delle emissioni siderurgiche o, ancor peggio, la raccolta dati può risultare fortemente carente. Differentemente, ad Aosta si è fatto un lavoro meritorio, con la disposizione tutt’attorno l’azienda di deposimetri e numerose centraline provviste di caratterizzazione dei metalli.

terni

LE CENTRALINE
A Terni, invece, su questo genere di controlli siamo indietro. E’ vero che le centraline c’erano in numero adeguato, ma erano utili per il controllo del solo PM 10 e l’unico apparecchio che ci ha fornito notizie sui metalli nell’aria si trova a km 3 circa dai forni fusori, qui comunque si registra da tempo un preoccupante dato annuale di nichel attorno al valore limite di soglia superiore.
Questa centralina poi si troverebbe, secondo Arpa, in quel che è stato definito quale punto di massima ricaduta, conformemente a proiezioni matematico-digitali.
Pur non essendo tecnici, abbiamo contestato tali calcoli, chiedendo ufficialmente di collocare invece punti di prelievo aria-suolo nelle zone più densamente abitate e vicine agli impianti, centro città incluso, con centraline nuove e capaci di caratterizzare i metalli.
Tali dispositivi si stanno disponendo in parte adesso, ma l’importantissima centralina peraltro vecchia e misurante il solo PM10- che insisteva nel citato quartiere di Prisciano, contiguo all’azienda, è spenta da ormai 15 mesi, stavolta non a causa di Arpa: conformemente alle prescrizioni dell’AIA rilasciata alle Acciaierie nel 2010, sono loro a dover provvedere alla sostituzione.
Ora ci sarebbe un braccio di ferro con Arpa proprio su tali ritardi. Non è escluso che entro breve ci rivolgeremo anche qui alla Magistratura, poiché le Acciaierie intenderebbero prendersi -sembra- altri tre mesi per installare un impianto che, con ogni probabilità, ci dirà verità pesantissime anche in merito al tasso di nichel nell’aria.

CONTROLLI SULLE INDUSTRIE SIDERURGICHE ITALIANE: VERSO UNO STANDARD COMUNE?
Noi stiamo muovendoci soltanto sulla base di pochi dati, per quanto rilevanti e comunque ufficiali.
Forse non è un caso che proprio a Terni, alla fine di febbraio 2014, si siano riunite tutte le Arpa d’Italia, decidendo ˆsembra- uno standard comune nelle verifiche degli impianti siderurgici, oltre quelle imposte dalla legge sui camini, a nostro parere del tutto minimali, considerando che, ad esempio, moltissimo resta fare nello studio delle emissioni diffuse e non captate, largamente presenti anche in loco.
Su questo specifico tema, quanto eseguito dall‚Arpa della Vallée aiuta a capire meglio l’argomento e la sua complessità.

LE DISCARICHE DI SCORIE, LA NUOVA GALLERIA DEI VELENI‚ E IL S.I.N.

A questi problemi se ne aggiungono altri: due discariche di scorie
siderurgiche vecchie di decenni che, scarsamente impermeabilizzate e per lo più a cielo aperto, col loro percolato stanno visibilmente distruggendo la galleria stradale sottostante, impermeabilizzata anch’essa forse non proprio ad opera d’arte, costruita assurdamente proprio lì sotto appena cinque anni or sono, ma nel concorso unanime di tutti gli attori: Comune, Provincia, Regione, Stato, Soprintendenze, Autorità di Bacino, istituzioni varie, come abbiamo dimostrato trovando i relativi documenti e conferenze di servizi.
Trattandosi però di zona SIN è stata altresì accertata la mancanza del placet da parte dell‚ex Ufficio Qualità della vita del Ministero dell’Ambiente, competente per le attività in zona SIN: il risultato?
Oggi, a fronte del caos totale che sta montando e delle conferenze di servizi straordinarie convocate in questi giorni con tutti gli interessati presso il Ministero suddetto, alla luce dell‚emergere di almeno una vittima sul lavoro che quello stesso tunnel ha disseminato per via della contaminazione da cromo esavalente, questo tracciato è divenuto figlio di N.N., con un assurdo scaricabarile istituzionale.
In questo inestricabile groviglio, è comunque emerso che le acciaierie, pur in ritardo nei processi di recupero della scoria, loro prescritti dall’AIA entro fine 2012 e non attuati se non quali studi sperimentali, stanno portando avanti la tesi di un‚ulteriore espansione delle suddette discariche, una delle quali andrebbe così a interferire con un sito di pregio, vocato alla World Heritage List Unesco, l’area della Cascata delle Marmore, realizzate dai romani nel 220 a. C.
Il Ministero dell‚Ambiente non sembra favorevole a tale allargamento, mentre gli Enti Locali si sono espressi favorevolmente al riguardo sin dal 2005, confermando tale orientamento nell’AIA 2010, pur in assenza di uno studio idrogeologico.
Quelli recentemente effettuati da autorità locali e dalla stessa Acciaieria sono stati considerati lacunosi finora dal Ministero dell’Ambiente. Esami che comunque hanno appurato la pesante contaminazione delle falde superficiali e profonde -almeno- della zona delle discariche, con contrasti tra azienda e istituzioni sulle effettive cause e responsabilità di ognuno.
La situazione è oggettivamente molto grave e abbiamo pertanto richiesto formalmente di poter partecipare alle prossime Conferenze di servizi che si terranno al Ministero dell’Ambiente relativamente al SIN e alle discariche. Si tenga poi presente che questi dati li abbiamo ottenuti soltanto grazie alla nostra abnegazione; nonostante l’estrema delicatezza della situazione, la trasparenza è talora ancora un miraggio e la gente non sa alcunché.

SENTIERI

Domanda: Come mai secondo lei il documento Sentieri, che è stato un progetto nazionale sugli effetti dell’inquinamento sulla salute pur evidenziando  per Terni Papigno “un eccesso della mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori rispetto all’atteso; tra le donne si è osservato un eccesso di mortalità per tutti i tumori e per le patologie dell’apparato digerente
alla fine per il sito Terni Papigno poi consiglia un’approfondimento solo per gli addetti all’impianto?

Risposta:

Quanto a Sentieri‚ non è vero affatto che, almeno per Terni, tale
progetto dice che va tutto bene.  E’ vero il contrario, tanto che, quando venne pubblicato, si registrarono polemiche a non finire, facilmente rinvenibili on line (ternioggi.it). La inviterei pertanto a rileggere quel documento, perché anzitempo segnalava delle criticità che non abbiamo voluto o potuto vedere. E che ora, e sempre più pesantemente, scontiamo.

Ovviamente, qualora avesse suggerimenti specie su nichel e cromo, non esiti a fornirceli.
La ringrazio.
Un saluto cordiale

******************************************************************************* da Luigi Campanella, ex presidente SCI

Caro Claudio,
in merito alla questione acciaierie di Terni ti riporto le mie osservazioni:

1.
La contaminaziona dei suoli da parte dei metalli pesanti è evidente dai dati dell’ARPA UMBRIA. Qualche perplessità la destano la variabilità dei dati e la mancanza apparente di correlazioni significative. Inoltre la concentrazione dei metalli pesanti nei suoli richiederebbe opportunatamente anche una valutazione delle relative speciazioni. Ad esempio nel caso del cromo, poi citato come responsabile della morte di una persona, è ben drammaticamente nota la differenza fra cromo (III) e cromo (IV).Con riferimento al nichel poi l’incertezza dei risultati ne preclude la significatività rispetto ai 3 valori di 10,14 e 20 microgrammi/metro cubo che sanciscono i limiti inferiore,superiore e di allarme

2.
Le emissioni siderurgiche generalmente coinvolgono aree molto estese rispetto al sito di emissione. I modelli  matematici di valutazioni di tale estensione risultano spesso non completamente attendibili in quanto troppo soggetti a fattori climatici imprevisti In ogni caso è opportuno disporre sistemi deposimetrici fino ad almeno 3-5 km di distanza della sorgente. Tali sistemi non dovrebbero limitarsi alla valutazione gravimetrica del particolato atmosferico in quanto il pericolo da questo rispetto ai danni all’ambiente ed alla salute non è correlabile solo alla quantità, ma piuttosto alla qualità. Questo è però un discorso critico che l’Europa non vuole capire e non ha ancora affrontato in quanto i limiti fissati fanno esclusivamente riferimento alla quantità del PM senza alcun riferimento alla composizione. Sarebbe anche opportuno rilevare la curva di distribuzione del PM in quanto i PM 1 e 2,5 sono certamente più pericolosi del PM10 ancorché quantitativamente compresi in questo.

3.
Per quanto riguarda i percolamenti fermo restando che la costruzione di gallerie e di insediamenti sotterranei andrebbe rigorosamente collegata a quanti insiste su di essi, in particolare eventuali siti di smaltimento, il monitoraggio è indispensabile in quanto da un lato segnala la presenza di sostanze pericolose nel terreno sovrastante e dall’altro allerta rispetto a una condizione ambientale in questi insediamenti che può portare a dei pericoli per l’ambiente sottostante ed i cittadini.

4.
C’è sempre da tenere presente che il monitoraggio è di tipo differenziale: fornisce cioè dati relativi a singoli metalli,senza considerare gli effetti integrali che derivano dalla contemporanea presenza di più elementi pericolosi. Da qui la necessità – ed anche questo è un discorso generale – di indicatori integrali di tossicità che purtroppo non vengono considerati, eppure sarebbero disponibili: vengono infatti utilizzati in altri settori (medicina del lavoro, qualità alimentare).