Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo
a cura di Luigi Campanella, ex Presidente SCI
Ieri 30 agosto Oliver Sacks ci ha lasciato; pensavo proprio a lui in questi giorni di vacanza in cui ho avuto l’opportunità di leggere molto di chimica e di riflettere su alcune notizie, confermandomi nella convinzione che la nostra è una disciplina veramente affascinante per chi l’affronta senza pregiudizi e preconcetti.
Oliver Wolf Sacks è stato un neurologo scrittore e chimico inglese di fama mondiale. Trai suoi libri più celebri si deve citare “Risvegli” da cui è stato tratto il film magistralmente interpretato da Robert De Niro. Nell’ultimo suo libro “On the move” Sacks, che è ammalato di tumore ,racconta come alla sua malattia il grande conforto lo trova nei minerali ed in quei regali che riceve ad ogni compleanno dai suoi amici con la tradizionale espressione “happy birthday” seguita da un campione dell’elemento di numero atomico corrispondente all’anno di compleanno. Così il tallio all’81esimo è motivo per dubitare di arrivare al polonio (numero atomico 84)-per fortuna aggiunge-,ma forse neanche al bismuto (83) ,per guardare con rimpianto all’anno del berillio, l’anno della sua infanzia,infine per confrontare lo sviluppo del suo tumore attraverso un confronto fra gli elementi con il numero atomico corrispondente ai vari compleanni.
La chimica per Sacks è come una preghiera: il suo conforto diventa la Tavola periodica di Mendeleev, da lui definita “un mondo senza morte”. Sorprende che gli elementi chimici possano essere tradotti in traguardi della vita: in fondo solo 6 di essi contano veramente fino a rappresentare il 99% del nostro corpo. Scrive Sacks:”ora che la morte non è più un concetto astratto,ma una presenza per me sono tornato a circondarmi di metalli e minerali,come quando ero ragazzo,piccoli emblemi di eternità”.
Non tutti ugualmente accetti: così nella sua attenzione per il bismuto si esplicita la sua predilezione di medico per i malati negletti e dimenticati.
Ho ripensato molto a Sacks quando mi è capitato di entrare in un blog gestito da un chimico farmaceutico inglese Niraj Naik. Il nome del blog era già tutto un programma The Renegade Pharmacist: viene descritto uno studio chimico sugli effetti nell’ora successiva all’assunzione di una lattina di coca cola.
Che salto,ho pensato dalle stelle di Sacks! Ma non si tratta di scendere nelle stalle, come si potrebbe pensare: la descrizione è meticolosa e particolareggiata, con il solo dubbio della verifica sperimentale di quanto riportato. Nei primi 10 minuti entra in circolo una dose di zucchero pari a quella consigliata per un intera giornata, circa 10 cucchiaini. In 20 minuti si ha come conseguenza un picco insulinico nel sangue. Il fegato risponde trasformando ogni zucchero in grasso. Entro 40 minuti viene completato l’assorbimento di caffeina. Sale la pressione sanguigna ed il fegato scarica più zuccheri nel sistema circolatorio. Dopo 3 quarti d’ora aumenta la produzione di dopamina stimolando i centri del piacere situati nel cervello. In un’ora l’acido fosforico lega calcio, magnesio e zinco nell’intestino e questo accelera il metabolismo con il conseguente rilascio dei 3 metalli destinati alle ossa. Appena diminuisce l’eccitazione crolla la glicemia e rischia di divenire antipatici o irritabili. Quante esperienze si devono o dovrebbero condurre per definire questo bio-percorso? Non credo sia facile dare una risposta. Credo però che la domanda più importante sia un’altra: per arrivare a conclusioni accurate su un processo così complesso le tecnologie di cui disponiamo sono sufficienti? Anche questa risposta non è semplice da fornire, ma certo proprio questa incertezza giustifica la massima attenzione che la comunità chimica deve prestare verso nuovi metodi di indagine e di studio.
Proprio in questa direzione mi ha colpito una recente ricerca svolta presso il Dip.to di Chimica dell’Università di Oslo tesa a studiare i processi cellulari con un sistema innovativo di monitoraggio, definito a fluttuazioni. Tutti i processi cellulari sono governati dal moto browniano. Il movimento browniano delle proteine e delle particelle all’interno di una cellula o in prossimità di essa è regolato dalle proprietà fisiche del citoplasma della membrana cellulare e del mezzo extracellulare. Focalizzando in prossimità di una cellula in una ben determinata posizione vicino od a contatto con essa una particella, questa può funzionare da antenna delle fluttuazioni della cellula essenziali a livello della microscala per comprendere i processi cellulari.
L’insieme di queste considerazioni mi riporta al punto di partenza: la chimica è affascinante, sta a chi la insegna farne comprendere ed apprezzare questo fascino. Ritorna prepotente il rapporto fra didattica della chimica e scuola. La Divisione di Didattica della SCI è impegnata perchè questo rapporto si mantenga virtuoso ed il recente decreto legge ha posto alla nostra attenzione ulteriori elementi di riflessione. Come direttore del giornale Chimica nella Scuola cercherò di cogliere questa contingenza per contribuire al lavoro della DD-SCI per allargare il dibattito e per fare sentire nelle sedi decisionali la nostra voce.
Caro Luigi, la chimica è affascinante e tu sei riuscito ancora una volta a farci cogliere l’entusiasmo con cui guardare anche agli aspetti della chimica di ogni giorno. L’impegno a far percepire ai giovani tale entusiasmo è, o dovrebbe essere, di tutti gli insegnanti di chimica di ogni ordine e grado (compresa l’università). L’impegno di tutti i chimici (e delle sue istituzioni) è, o dovrebbe essere, quello di essere parte attiva in questo processo didattico, di sentire i problemi della didattica e della scuola come parte integrante del proprio ruolo di chimico.
Giovanni Villani
Ottimo articolo Luigi. La chimica è davvero una scienza centrale. Raccontarla e divulgarla è una passione che è contagiosa. Questo tuo articolo è una piccola chicca. Un incoraggiamento a continuare a parlare di chimica. A tutti ma soprattutto ai non chimici.