Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo
Continuiamo la serie di post sugli elementi con il medesimo numero atomico dell’età di chi ne parla, da un’idea di Gianfranco Scorrano.
a cura di Benito Leoci
Fra poco perderò l’oro che mi era toccato quest’anno. Meglio! Questo metallo giallo (assorbe infatti le radiazioni blu), incorruttibile, attraente non mi è mai piaciuto. Innanzitutto perché è lui che corrompe tutti coloro che si avvicinano troppo e poi perché è falso. Illude coloro che lo detengono, fa credere di conferire loro ricchezza, potenza, benessere. Da sempre. Nel Medioevo, centinaia di studiosi, ricercatori, semplici curiosi persero i migliori anni della loro vita per ricavarlo da altri elementi. Così nacque la chimica, figlia dell’alchimia. Per la verità gli alchimisti cercavano oltre la ricchezza attraverso l’oro, anche l’immortalità preparando le più strane miscele. Sia per avere l’oro sia per trovare l’elisir dell’immortalità , molti di loro morirono. E sì. L’oro ha sulla coscienza, nella sua lunga storia, il maggior numero di morti rispetto a quelli provocati da tutti gli altri elementi messi insieme. Più dell’arsenico, del piombo, dell’uranio (che nemmeno scherzano). Molti si sono ammalati e si ammalano ancora, perché l’oro colpisce anche indirettamente, in maniera subdola. E’ il caso della Birmania. In questo paese, ora noto come Mianmar, pare a tutt’oggi, che molta gente passi le giornate, lungo le rive del fiume Irrawaddy (tre volte più lungo del Po), ove si trovano pagliuzze d’oro, mescolate a fango e sabbia.
Per separarlo usano ancora il mercurio e di qui tutti i noti problemi per gli incauti cercatori. A quanto si dice, quest’oro viene trasformato in foglioline che vengono poi fatte aderire alle numerose statue di Budda che si trovano ovunque. Non ho visto questi cercatori, ma ho visto molta gente che attraverso piccole teleferiche inviava le foglioline verso la sommità dei monumenti. Con queste abitudini l’oro si serve della religione per provocare danni ai malcapitati fedeli. Le statue ingrassano anno per anno, i fedeli si ammalano e muoiono, anno per anno…
Comunque sia, chi lo possiede in grandi quantità non dorme più per il terrore di perderlo. Lo nasconde ovunque, anche nelle casseforti delle banche. Così facendo è come se non lo avessero. Questo è l’inganno peggiore. La leggenda narra (per bocca di Ovidio) di un altro inganno a spese di un certo Re Mida, la cui tomba si trova in un luogo desolato della Anatolia in Turchia, meta di turisti curiosi. Come è noto, costui ebbe da Dionisio un grande dono, così sembrava: tutto quello che toccava diventava oro. Ben presto l’incauto re si accorse che il potere ricevuto, grazie alla sua ingordigia, lo avrebbe portato a morte per fame e sete. Peggio di così… Aristotele si scervellò tentando di risolvere un dilemma: come mai l’oro che non serve a nulla presenta un valore di scambio alto (prezzi alti), mentre l’acqua che serve per vivere ha valore di scambio bassissimo (quasi non ha prezzo)? Ci sono voluti due millenni per rispondere al quesito. Un altro scherzo dell’oro dunque. Apparire quello che non si è. Possedere un valore che non si ha.
Ma è davvero inutile questo elemento? Una volta, in pratica fino agli anni ’70 del secolo scorso, gran parte dell’oro veniva utilizzata per fabbricare monete o come riserva per cambiare, su richiesta, i biglietti di banca in circolazione. Il sistema era noto come “gold exange standard” ed era utile in quanto i governi per stampare biglietti ovvero monete di carta dovevano possedere nelle proprie banche le quantità di oro equivalenti, secondo il prezzo dell’oro del periodo. Era utile dunque per frenare la voglia di stampare monete da parte dei governi e quindi evitare l’inflazione (aumento dei prezzi e cioè una tassa occulta a carico dei cittadini). Questo sistema non è più usato da nessuna parte. Per frenare la tendenza alla stampa in Europa si è inventato l’Euro ovvero una moneta unica per tutti i Paesi aderenti che nessuno può stampare. Se ricordo bene l’Ecuador nel 2000 ha abbandonato la sua moneta (il sucre) per utilizzare il dollaro americano. E’ un altro sistema per frenare la tendenza alla stampa… Usare le monete degli altri. Quindi l’oro attualmente viene accumulato nei forzieri delle banche o viene utilizzato per fabbricare monili, gioielli, per la felicità delle signore. Per quest’ultimo uso non viene mai usato da solo, perché molto tenero, ma in lega con altri metalli, principalmente col rame, ma anche col nichel e zinco (oro bianco ). Con quest’ultima mascherata l’oro vuol far finta di essere platino. Una parte crescente viene utilizzata per fabbricare circuiti stampati e schermi termici nel settore spaziale, per la doratura dei metalli meno nobili, il ferro in prima persona. A quanto pare in ogni computer domestico si trovano, specie nella scheda madre, ben 6 grammi di oro. Nei cellulari e nei tablet si trova oro nei punti di contatto delle batterie. In medicina, in forma colloidale viene utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide e in amalgama nel campo dentistico. In piccole quantità viene utilizzato per scopi cosmetici, per produrre saponi, creme, ombretti, rossetti, ecc. Questi ultimi utilizzi, al contrario dei gioielli e dell’oro moneta, disperdono oro nell’ambiente che così, a causa dell’elevata entropia, non è più recuperabile per gli eccessivi costi.
Fra pochi mesi, come dicevo, lascerò l’oro e passerò al mercurio, un elemento sincero che dice quello che è. Con un po’ di attenzione non si corrono pericoli. In particolare l’oro deve fare attenzione perché se incontra il mercurio rischia di scomparire ….
una curiosità, come si può calcolare l’oro finora estratto? grazie per la risposta. GDG
ci sono vari lavori sulla dinamica estrattiva dei minerali molti dei quali trovi citati sulla pagina web dello USGS lo US geological survey; per esempio qui: http://minerals.usgs.gov/minerals/pubs/commodity/gold/ ; sulla storia dell’oro in particolare http://www.gold-eagle.com/article/worlds-cumulative-gold-and-silver-production dove sono citati molti dei document specifici dello USGS