Mescolare i detersivi per la casa è molto pericoloso

Rinaldo Cervellati

Sono purtroppo più frequenti di quanto si possa pensare gli incidenti domestici, anche gravi, dovuti all’incauto mescolamento di detersivi per la pulizia della casa, in particolare di bagni e cucina. Io stesso, da poco laureato, fui testimone di una disavventura di un’amica, per giunta studentessa di chimica, che per pulire la vasca o il lavandino usò insieme varechina e acido muriatico, rimanendo intossicata dai vapori del cloro sviluppatisi dalla miscela. Fortunatamente l’intervento immediato del suo ragazzo le evitò un guaio molto serio, se la cavò con un breve ricovero al reparto medicina del lavoro dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.

Ancora più attenzione deve essere fatta nell’attuale emergenza da COVID-19, poiché fra le importanti raccomandazioni vi è quella di mantenere puliti e igienizzati gli ambienti domestici.

Set di detergenti domestici

Mi è quindi sembrato molto opportuno l’articolo di David Bradley, apparso sulla newsletter settimanale di Chemistry World[1]: Why is mixing cleaning chemicals such a bad idea, del 27 aprile 2020. Ne riporto qui un adattamento in italiano.

Vediamo anzitutto quali sono i principali “principi attivi” contenuti nei comuni detersivi per la casa, spesso in soluzione con altri componenti.

Candeggina (varechina)

Esistono molti prodotti per la pulizia chiamati “candeggina”. In generale contengono una soluzione acquosa di ipoclorito di sodio (NaOCl) a varie concentrazioni, con in aggiunta tensioattivi, antischiuma e fragranze. L’ipoclorito di sodio è corrosivo e può danneggiare pelle e occhi ed essere letale se ingerito.

Ammoniaca

L’ammoniaca (NH3) viene utilizzata in soluzione acquosa con concentrazioni dal 5% al 10%. È ampiamente usata per pulire vetro, porcellana e acciaio inossidabile, nonché per rimuovere i depositi di grasso dai forni. È corrosiva e tossica.

Idrossido di sodio (soda caustica)

L’idrossido di sodio solido (NaOH) e le sue soluzioni acquose sono ampiamente usate per eliminare i depositi di grasso negli scarichi e nei forni. La soda caustica è corrosiva e può danneggiare pelle e occhi se ne viene a contatto. Anche i fumi della reazione con i grassi sono pericolosi se vengono inalati.

Acido cloridrico (acido muriatico) e altri acidi (nitrico, fosforico)

Oggi l’acido cloridrico in soluzione (acido muriatico) è meno usato di un tempo nei detergenti domestici ma è contenuto in quelli commerciali. Inoltre, le soluzioni di due o più acidi vengono anche vendute come spray per la pulizia del bagno per evitare la necessità di un lungo risciacquo. Sono corrosivi e tossici.

Nelle etichette dei detergenti sono normalmente indicati i componenti e di solito sono evidenziati i rischi di incaute miscelazioni. Pertanto, come prima norma, sarebbe importante leggere le informazioni sull’etichetta sull’uso corretto di questi prodotti. Tuttavia, come riportato all’inizio, non sono infrequenti gli incidenti dovuti a incauta miscelazione.

Con un poco di chimica vediamo insieme cosa può accadere.

Parte del problema è che la miscelazione spesso genera molto gas e calore, che possono rompere o bruciare contenitori sigillati. Esiste anche il problema della decomposizione che si verifica spontaneamente durante l’uso normale e prima di qualsiasi miscelazione deliberata o involontaria di detergenti. Tale decomposizione può generare specie come l’acido ipocloroso (HOCl) che può alimentare ulteriori reazioni con altri prodotti per la pulizia.

La decomposizione della candeggina dipende dalle condizioni di conservazione e dall’uso; si decompone alla luce del sole, al riscaldamento, al contatto con i metalli, oltre a produrre piccole quantità di acido cloridrico:

NaOCl + H2O → NaOH + HOCl

2HOCl → 2HCl + O2

L’acido cloridrico può a sua volta reagire con l’ipoclorito per formare piccole quantità di cloro gas:

NaOCl + 2HCl → Cl2 + NaCl + H2O

E’ quindi evidente che se si mescola candeggina e acido muriatico si sviluppa cloro gassoso con le conseguenze descritte per tutto l’apparato respiratorio. Pertanto: mai mescolare questi prodotti.

Anche la miscelazione dell’ipoclorito con ammoniaca genera acido ipocloroso e quindi acido cloridrico. Questo reagirà quindi con più ipoclorito per rilasciare cloro gassoso, già pericoloso di per sé ma che può reagire ulteriormente con l’ammoniaca formando clorammine corrosive e tossiche (R2NCl). L’odore caratteristico delle piscine è il risultato dell’ipoclorito che reagisce con i composti azotati presenti nel sudore e nelle urine formando clorammine organiche volatili.

In ambiente domestico la reazione più probabile è:

NH3 + NaOCl → NH2Cl + NaOH

Se l’ammoniaca è particolarmente concentrata, ciò può portare alla formazione di idrazina (N2H4), i cui vapori tossici sono esplosivi all’aria e possono causare ustioni e lesioni oculari. Fortunatamente, questa reazione ha poche probabilità di verificarsi nell’ambiente casalingo perché richiede una concentrazione elevata di ammoniaca e un’alta temperatura (> 100 °C).

Se la candeggina viene miscelata con prodotti contenenti alcol etilico (C2H5OH) si corre il rischio di formare cloroformio (CHCl3), un potente anestetico. La reazione è molto complicata, ma può essere semplificata così:

C2H5OH + 4NaOCl + 2NaCl + H2O → 2CHCl3 + 6NaOH

La miscelazione di un acido con candeggina genera pure un forte agente ossidante, che reagirà ulteriormente con l’ipoclorito per formare una miscela gassosa contenente cloro

Si potrebbe supporre che mescolando una soluzione di idrossido di sodio (soda caustica) con acido cloridrico avvenga l’usuale reazione che produce sale e acqua. Ma in forma concentrata, la miscelazione rapida genera molto calore e fumi, che potrebbero contenere cloro o gas contenenti cloro a seconda dell’acido.

Quindi, cosa fare se si mescolano accidentalmente prodotti per la pulizia?

I primi segni potrebbero essere un sibilo, un gorgogliamento, la formazione di vapori o emanazione di calore. Se il volume della miscela è piccolo, il consiglio è di diluire immediatamente la miscela aggiungendo una quantità abbondante di acqua. Si dovrebbe anche assicurare una maggiore ventilazione se possibile oppure abbandonare il posto per evitare di respirare i vapori. Attendere quindi che i segni visibili di qualsiasi reazione scompaiano, indossare guanti e smaltire i rifiuti in un opportuno scarico. Se c’è qualche segno che la reazione è ancora in corso, aggiungere più acqua ma mai tentare di “neutralizzare” la miscela con altri prodotti chimici.

Tuttavia, se i prodotti per la pulizia reagiscono a volumi elevati e in luoghi di difficile accesso, ad esempio nelle profondità dei tubi del lavandino, i consigli potrebbero essere leggermente diversi. Il consiglio di base è di evacuare l’area e, se è sicuro farlo, aprire prima le finestre per ventilare.

In caso di inalazione di vapori, se i sintomi sono lievi si dovrebbero placare dopo pochi minuti all’aria aperta, per sintomi gravi, come quelli che ebbe la mia amica, va subito effettuata una chiamata di emergenza al pronto soccorso.

[1] Chemistry World è la rivista ufficiale della britannica Royal Society of Chemistry, un tempo nota come Chemistry in Britain.

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