Le donne in Chimica

a cura di Gianfranco Scorrano ex presidente SCI

Una riflessione presentata al Consiglio Centrale della SCI, a nome del Consiglio direttivo del Gruppo Senior della Società Chimica Italiana (Scorrano, Barni,  Campanella,Cipollini, Pignataro),  discute tra l’altro della partecipazione alla SCI dei soci donne. Allora si scopre, paragonando gli anni 1997 e 2010 che il gruppo di docenti universitari (dati MIUR per l’area 3.Chimica) ha modificato la sua composizione passando da 2996 con il 27,9% di donne nel 1997 a 2958 nel 2010 con la percentuale femminile cresciuta al 42,6%. E’ vero che se guardiamo solo tra gli ordinari la crescita è stata più modesta passando dal 10% del 1997 al 18% nel 2010,  ma comunque anche qui significativa. Se guardiamo alla SCI, gli iscritti son passati da un 30% di donne nel 1997 al 44% nel 2010. Una bella crescita.

Se ora passiamo alla composizione degli organi direttivi (Presidente, Vicepresidente, Past-Presidente, Presidenti di Sezione e Presidenti di Divisione si vede che su 29 persone (sempre nel 2010) solo 4 (il 12,2%) sono donne. E’ sicuramente una situazione sbagliata. In una società, scientifica, è indubbio un necessario riequilibro.

Ci sono concrete proposte concrete nel lavoro che apparirà su  La Chimica e l’Industria (marzo 2013) su questo e anche su altri argomenti di interesse. Se lo leggerete e avrete qualcosa da commentare, soci SCI e non soci, criticare, etc vi prego di inviare un e-mail a uno del Gruppo senior o a me direttamente: gianfranco.scorrano@gmail.com

figscorrano

Un’altra riflessione viene da un articolo, apparso in Russia sulla rivista (in russo) Scienza e Vita n.10, 2012,73, intitolato “Le donne della Scienza Chimica” di Alexander Rubiov e Michail Voronkov, Istituto di Chimica A.E. Favorskii di Irkutsk. In questo articolo i due autori descrivono brevemente le vite di 9 donne, che hanno avuto un ruolo nello sviluppo della chimica negli anni fino al periodo della seconda guerra mondiale e poco oltre. In realtà non tutte sono russe,vi è inclusa una tedesca e una statunitense, e, anche se  russa, la Bakunin, che ha però sempre lavorato in Italia. Comunque, la chimica russa è stata molto evoluta per anni e nove donne sono un risultato piuttosto magro, ma per molti anni le donne non potevano nemmeno iscriversi alle Università.

Marussia Bakunin

Marussia Bakunin

Marussia Bakunin (http://www.universitadelledonne.it/maria_bakunin.htm ) Dal lavoro citato Scienza e Vita n.10, 2012,73

variechimiche

Julia Lermontova         Vera Bogdanovskaia             Vera Balendina                  Lina Stern

Un ultimo punto: quasi nove russe in molti anni non è molto. E in Italia? Se prendiamo le commemorazioni apparse sulle nostre riviste http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/la_chimica_italiana.pdf possiamo notare che su circa 650 necrologi solo 8 sono di donne (si tratta di una raccolta che va dallo fine dell’ottocento agli anni nostri). Un po’ poco, in linea con i russi. In realtà solo Marussia Bakunin, professoressa a Napoli, dove ha svolto tutta la sua carriera con successo e riconoscenza dei suoi allievi, e Lydia Monti, nota oltre per essere stata per molti anni professore a Siena  dopo aver lavorato a Roma con Parravano e Bargellini, nota anche per essere stata la più longeva essendo defunta a 102 anni, sono state professoresse universitarie. Le altre sei (Elisa Bonauguri, Emma Levi Fenaroli, Anna Mannessier Mameli, Arnalda Pina Maroni, Maria Ragno, Caterina Rossi) hanno solo parzialmente fatto ricerca, essendo interessate o all’insegnamento nelle scuole o a produrre riviste scientifiche o tecniche. Comunque attive nel far progredire la scienza chimica e perciò ricordate.

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