Batteri, chimica e altro (parte III)

Nota: si ricorda che le opinioni espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione ma al solo autore del testo.

a cura di Gianfranco Scorrano, già Presidente della SCI

la seconda parte di questo post è stata pubblicata qui

Nella memoria popolare la scoperta di Fleming è quella che è rimasta più impressa anche se il contributo di Florey e Chain, assieme a quello di molti altri ricercatori, è quello che poi ha reso questi farmaci disponibili per combattere gravi malattie.

Dopo il premio Nobel del 1945, Chain si guardò intorno cercando una collocazione universitaria indipendente ma senza grande successo. Dall’estero ebbe offerte dal Weizman Institute in Israele e successivamente dall’Italia. Nel 1947 venne in Italia per un ciclo di conferenze (sotto gli auspici del British Council) e discusse a lungo con Domenico Marotta, Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Marotta lo informò che nel 1945 l’Italia aveva accettato una offerta dell’UNRRA di un piccolo impianto di produzione di penicillina e $ 300.000 della Fondazione Rockfeller per la costruzione di un istituto. In risposta a una richiesta di consiglio Chain ritenne interamente non economicamente utile un’impianto così antiquato suggerendo che i fondi fossero utilizzati per costruire un centro di ricerca in microbiologia chimica con un annesso impianto pilota. Aggiunse che la mancanza in Europa di un centro di questo tipo aveva portato alla perdita degli antibiotici finiti nelle mani degli americani.

Chain rimase impressionato da Marotta ed accettò di venire a Roma nell’ottobre del 1948, per un anno. Prima di partire sposò Anne Beloff che poi lo seguì anche collaborando alle ricerche chimiche. Dopo due anni, rinunciò alla posizione a Oxford e rinnovò il contratto con l’Istituto Superiore di Sanità per ulteriori 10 anni, per dirigere il centro internazionale di ricerca per la microbiologia chimica dell’ISS.

Il centro di ricerca dell’ISS fu inaugurato nel giugno del 1951 alla presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e del Direttore Generale del WUO.

Nel periodo in cui Chain fu a Roma, instaurò un numero di contatti tra chimici inglesi e l’Italia, con visite anche sponsorizzate dal Bristish Council che furono di grande importanza per aprire la chimica italiana alle influenze inglesi. Ovviamente organizzò un gruppo di ricerca che produsse con lui dal 1959 al 1967: è interessante leggere i nomi dei collaboratori che furono poi particolarmente attivi nella chimica italiana. Tra essi voglio citare F.Arcamone e A.Ballio, quest’ultimo purtroppo da poco mancato.

La presenza di Chain fu segnalata anche attraverso l’attenzione della comunità scientifica che, tra l’altro, gli assegnò la Medaglia Marotta della Società Chimica Italiana, la nomina alla Accademia nazionale dei Lincei, la nomina alla Accademia dei XL e la laurea honoris causa all’Università di Torino.

Marotta andò in pensione, raggiunto il limite d’età, nel 1961.

Riprendendo in parte il racconto fatto da Paoloni (Giovanni Paoloni in Domenico Marotta in Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, ed-Treccani ), citato tra virgolette:

“Tra il 1963 e il 1964, in un complesso periodo di ridefinizione istituzionale del sistema della ricerca nella fase di avvio dell’alleanza di centrosinistra fra Partito socialista italiano e Democrazia cristiana, la comunità scientifica italiana fu scossa da una serie di indagini giudiziarie che evidenziavano l’inadeguatezza italiana in materia di politica e amministrazione della ricerca stessa. A farne le spese furono in primo luogo il Comitato nazionale per l’energia nucleare e l’ISS, due istituzioni nelle quali, per ragioni diverse, vi erano situazioni di conflittualità interna.”

“Nel caso dell’ISS, gli attriti erano legati soprattutto alle scelte del governo per la successione di Marotta. L’8 aprile 1964 l’ex direttore fu arrestato nell’ambito di un’indagine, originata dalle accuse di un impiegato amministrativo, in cui era imputato per peculato, falso ideologico e violazione di varie norme sulla contabilità di Stato.”

Nella stessa occasione fu indagato per corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici anche il successore di Marotta, il prof.Giacomello.

“Rimesso in libertà il 15 aprile, Marotta rifiutò di presentarsi in aula, dichiarando che una persona della sua età, che aveva reso importanti servigi al proprio Paese, non meritava di essere trattata in quel modo. Giudicato in contumacia, in primo grado fu condannato a sei anni e otto mesi di reclusione ( nota: e a una pena pecuniaria di 1,5 milioni di lire).”

Prigione e multa anche comminata, in misura minore, a Giacomello in particolare per aver amministrato un finanziamento a Chain del U.S.Department of Agricolture.

“ La comunità scientifica fu ampiamente solidale, in Italia e all’estero. L’Accademia dei XL respinse le dimissioni da presidente di Marotta subito presentate. Chain espresse giudizi molto critici sul procedimento, pubblicati dalla rivista «Science»”

Chain era accusato di avere venduto all’estero un brevetto di cui non era proprietario. Si offrì di venire a testimoniare a favore di Marotta, ma l’offerta non fu accettata. Inviò allora un telegramma al PM protestando vibratamente contro le accuse avanzate anche a lui. I documenti vennero passati al Tribunale di Velletri per accertare le eventuali offese alla magistratura romana. Il magistrato di Velletri nell’autunno del 1965 dichiarava di non aver trovato l’indirizzo di Chain (spostatosi a Londra) e nel febbraio del 1966 lo stava ancora cercando.

Altri dettagli si trovano in E.Abraham, Ernst B. Chain in Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society 29, 42-91 (1983).

“Nel giugno 1969 la sentenza d’appello escluse finalità di profitto personale nella condotta di Marotta, e ridusse la pena a due anni e undici mesi; nel 1971, infine, la Cassazione, pur confermando alcune imputazioni, dichiarò la condanna di Marotta estinta in seguito all’amnistia emanata nel 1966, per il ventennale della Repubblica.”

Nel 1957 fu pubblicata la sintesi chimica della penicillina da J.C.Sheehan,JACS, 79, 1262 (1957):

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1) NaOAc, EtOH, H2O, RT, 10 h, 24 %; 2) NH2NH2 Diossano , H2O, RT, 24 h, 82 %

3) Et3N, CH2Cl2, 0 °C, 22 h, 70 % 4) HCl,CH2Cl2,0-5 °C, 30 h, 94 % 5) DCC, NaOH,Diossano , H2O,RT, 33 h,

Da notare le molte invenzioni sintetiche fino all’uso della cicloesilcarbodiimide (DCC) per la formazione del legame ammidico (stadio 5) in assenza di acidi e basi.

E’ più conveniente effettuare una semisintesi, partendo dall’acido 6 – aminopenicillanico (6-APA, II da Cerruti http://www.minerva.unito.it/Storia/Penicillina/La%20penicillina.html ) costituito da due aminoacidi (cisteina e valina) fusi in un anello beta lattamico tiazolidinico. L’acilazione dell’azoto in 6 porta a vari derivati della penicillina (I)

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molti dei quali preparati con il metodo suddetto ed usati in medicina.

Dalle origini e finora, il ruolo dei chimici (Pasteur, Chain, Hogdkin e le centinaia di partecipanti al progetto penicillina) è stato assai rilevante. E’ curioso notare che, nella cultura da internet, le biografie di questi chimici sicuramente rilevanti e, a mio parere, benemeriti per l’umanità, non vengono citate, spesso, con la loro laurea formativa: in chimica.

La lotta per la salute dell’uomo continua e continuerà.

L’uso degli antibiotici si è sviluppato fortemente. Purtroppo, l’organismo batterico con il tempo è capace di identificate l’antibiotico e neutralizzarlo. Ma questo è un altro argomento che affronteremo nel prossimo post.

Un pensiero su “Batteri, chimica e altro (parte III)

  1. La serie di contributi di Scorrano mi sembra utile perché aiuta a districarsi in un tema vasto e complesso, stimolando nel contempo il lettore ad approfondire i temi trattati.

    Non condivido però la parte finale della seguente osservazione:

    …Dalle origini e finora, il ruolo dei chimici (Pasteur, Chain, Hogdkin e le centinaia di partecipanti al progetto penicillina) è stato assai rilevante. E’ curioso notare che, nella cultura da internet, le biografie di questi chimici sicuramente rilevanti e, a mio parere, benemeriti per l’umanità, non vengono citate, spesso, con la loro laurea formativa: in chimica.

    In Wikipedia, la fonte principale della “cultura da internet”, leggo:
    Ernst B. Chain
    ….Tedesco di nascita, nacque in una famiglia di imprenditori attivi nel campo della chimica industriale. Laureatosi in chimica nel 1930 all’Università Friedrich Wilhelm di Berlino…
    L. Pasteur
    École Normale Supérieure….Il 23 agosto 1847 Pasteur sostenne le due tesi in chimica e in fisica sul dimorfismo, ossia la capacità di alcune sostanze, come lo zolfo, di cristallizzare in due sistemi differenti. Dopo avere esercitato brevemente come professore di fisica al liceo di Digione nel 1848, l’anno successivo divenne professore di chimica all’Università di Strasburgo…
    D. Hogdkin
    Sin dall’età di dieci anni si interessò alla chimica. In quel periodo si trovava con i suoi genitori in Sudan e un amico di famiglia, il dott. A.F. Joseph, la incoraggiò a intraprendere questi studi. Dopo un’iniziale passione per l’archeologia, decise di continuare gli studi di cristallografia e nel 1932 ottenne la laurea ad Oxford.

    Quindi, per questa volta, forse anche Wikipedia merita la sufficienza.

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