Non possiamo più sprecare tempo

Mauro Icardi

Le anomale precipitazioni piovose, che hanno interessato Germania, Belgio e Olanda dovrebbero indurci non solo a maggiori riflessioni, ma anche all’adozione di piani concreti contro il cambiamento climatico. Le ultime notizie parlano di oltre 180 morti e un numero non ben definito di dispersi.

Ridurre le emissioni dovute all’uso dei combustibili fossili, modificherà inevitabilmente e in maniera profonda il nostro modo di vivere. Sia nell’ambito della nostra vita privata, che in quella sociale e nell’organizzazione del lavoro. Non credo si possa pensare di risolvere problemi di questa importanza tramite compromessi. Dovremo adattarci a dei cambiamenti che modificheranno in maniera profonda le nostre abitudini.

L’adattamento a nuove situazioni è un processo che richiede indubbiamente risorse personali, una sorta di meccanismo di omeostasi psicologica, al quale però occorre essere stati preparati.

 Ricordo bene che nel periodo della mia infanzia e poi dell’adolescenza, sono stato educato a non eccedere nella richiesta di beni materiali. A non legare in maniera esagerata le mie soddisfazioni personali al possesso di beni materiali. Soprattutto se questi erano superflui. Queste indicazioni provenivano dai miei genitori, che nati negli anni 30, avevano vissuto in maniera ovviamente diversa.

Personalmente ho vissuto anch’ io il periodo della necessità di essere parte di una comunità di amici, ma fortunatamente nessuno di noi era influenzato in maniera eccessiva dalle lusinghe pubblicitarie.

Oggi invece molte, direi troppe cose sono cambiate. Ci confrontiamo con i problemi ambientali ormai da tempo. Ma quando ne parlo con amici, conoscenti e persone che frequento, rimango sempre piuttosto perplesso. Le obiezioni che mi sono rivolte quando cerco di spiegare quelle che possono essere le soluzioni (per altro non più rimandabili)  sono le stesse che ho iniziato a sentire negli anni 70.

In genere sentivo dire che, la Terra è grande e ha ancora sterminati territori da sfruttare, che l’inquinamento fosse il prezzo da pagare per il progresso, che fosse un diritto fondamentale quello del possesso dell’auto e magari della seconda casa al mare.

La sensazione che provo è che non sia cambiato nulla, quando ascolto le persone che parlano, magari sul tram o al ristorante. Invece sono cambiate diverse cose. E’ aumentata la concentrazione di CO2 in atmosfera, la biodiversità è profondamente compromessa, cosi come i cicli biogeochimici di fosforo e azoto.

Lo scopo di questo blog è questo. Informare nella maniera più rigorosa possibile come si debba preservare il pianeta.  La scienza, soprattutto quella del clima ha già indicato con chiarezza quali sono gli scenari probabili con cui dovremo fare i conti, se non invertiamo la tendenza. Le leggi fisiche non sono emendabili per decreto.  Si è detto e scritto molte volte, su questo blog e su migliaia di altri. Su centinaia di riviste scientifiche.

I segnali che ci dovrebbero far reagire immediatamente, pretendendo un impegno immediato e reale da parte della politica si susseguono con un’ allarmante regolarità. Il 2020 ha chiuso il decennio più caldo mai registrato. La temperatura globale è stata di circa 1,2 °C sopra il livello pre-industriale. 

E mi chiedo cosa altro dobbiamo aspettare che accada per smuoverci da questo torpore.

“ Le basi più elementari dei presupposti su cui si fonda il nostro futuro benessere economico sono marce. La nostra società vive una fase di rifiuto collettivo della realtà che, quanto a proporzioni e implicazioni non ha precedenti nella storia”

Jeremy Legget- Fine corsa Einaudi 2006.

Gli avvertimenti arrivano da lontano. Questo che ho tratto è solo uno dei tanti. Non abbiamo troppo tempo, e sprecarlo non è saggio.

Nota: L’intensità di questo evento alluvionale è stata certamente inusuale, se confrontata con le altre alluvioni avvenute in passato in Germania. E quindi non è corretto attribuire un singolo episodio, sia pure catastrofico come questo direttamente al riscaldamento globale, come affermato dal ministro tedesco Horst Seehofer. Ma quello che ci si può ragionevolmente supporre, e che eventi estremi di questo genere si possano verificare più frequentemente in un’atmosfera modificata dai gas serra.
Riporto quanto dichiarato da Antonio Navarra, climatologo e presidente della fondazione Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici, intervistato a proposito di quanto successo in Germania.

Professor Navarra, eventi come questo sono certamente riconducibili all’emergenza
climatica?

«È molto probabile, ma per essere scientificamente corretti non possiamo parlare di certezza. Si tratta di fenomeni che hanno scale temporali completamente diverse ed è difficile spiegare un evento puntuale con un processo che invece si estende per secoli. Sarebbe come voler creare un rapporto di causa-effetto tra il fatto che sono inciampato in una strada della capitale e il crollo dell’Impero Romano. Probabilmente il legame, c’è ma è difficile dimostrarlo scientificamente.
Qualche collega sta cercando di dimostrate il legame tra global warming e singoli eventi meteo
estremi, ma alla fine non si può che parlarne in termini statistici».
Un dato, statistico appunto, consolidato è che frequenza e intensità dei fenomeni estremi stanno aumentando.
«Questo è fuor di dubbio. C’è una chiara correlazione tra l’aumento della concentrazione
dell’anidride carbonica nell’atmosfera e la frequenza e l’intensità di alluvioni, ondate di calore e
periodi di siccità. Nel caso specifico delle precipitazioni assistiamo a un graduale spostamento
verso nord delle due fasce che attraversano l’Europa. Una passa nella zona centrale del
continente, l’altra attraversa il Mediterraneo. Quest’ultima sta migrando verso latitudini più alte: tra qualche anno da noi ci saranno sempre meno piogge che si riverseranno proprio dove c’è stata l’alluvione di ieri. Le nostre proiezioni danno per l’area mediterranea un calo delle precipitazioni compreso tra il 15 e il 20%».

Un pensiero su “Non possiamo più sprecare tempo

  1. La triste realtà sta in due aspetti :
    1. Le classi dirigenti che ci governano son troppo prone, sia nei paesi “democratici” che i quelli del “capitalismo di stato” agli interessi del capitale, che con i suoi guadagni “ammorbidisce” tutte le decisioni. E poi, che classi dirigenti sarebbero se non fossero capaci di assicurarsi di sfuggire alle disgrazie che colpiranno tutti gli altri ? Per loro ci saranno sempre cibo, lussi, e posti dal buon clima.
    2. Anche noi nel ns piccolo spesso non siamo capaci di spendere quel che abbiamo per investire nel futuro : quanti di noi hanno visto rifiutare “…perchè non mi conviene” le proposte di installazione di cappotti, pannelli solari e quant’altro nel proprio condominio, anche nonostante gli incentivi fiscali etc ? Eppure quella delle abitazioni è una dele situazioni, nel nostro paese, più arretrata rispetto al resto d’ Europa.

    stefano antoniutti

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