Bottiglie forzute e pandori griffati.

Mauro Icardi

Confesso apertamente che da molti anni non ho più molto interesse per i programmi televisivi. A questa regola non scritta, ho derogato solo in occasione di trasmissioni che si occupassero di eventi culturali, sia di carattere scientifico che umanistico. Alla sera insieme a moglie e figlia seguiamo insieme le serie televisive prima di cenare. Da circa un mese c’è uno spot che viene trasmesso, che è riuscito davvero a infastidirmi.

Il prodotto reclamizzato è una bottiglia di acqua naturale, che è additivata con proteine e zinco. Nello spot che viene mandato in onda, alla bottiglia spuntano magicamente due braccia forzute e muscolose, che poi si mettono in posa come una volta facevano i culturisti, per mettere in bella mostra i luccicanti bicipiti.

Credo che la mia posizione riguardo il consumo di acqua in bottiglia sia conosciuta. Ma in questo specifico caso ci vedo qualcosa di più, qualcosa di diverso e triste.

Ovvero il superamento quasi definitivo del ruolo dell’acqua che non può più avere le sue caratteristiche originarie, ma per piegarsi al desiderio del consumatore, sia che esso sia consapevole o indotto, deve diventare tutt’altro. Un prodotto che in maniera subliminale promette il vigore e il benessere fisico, la salute e la giovinezza. Che mi ricorda allo stesso tempo le miracolose scatole di spinaci di Braccio di Ferro, o le forse meno conosciute arachidi di Superpippo che risvegliano le nostalgie dei “boomer” come il sottoscritto, che era un accanito lettore di fumetti.

La mia riflessione amara parte da un dato di fatto, ovvero che il messaggio che l’autore dello spot ci trasmette dica che la normale acqua sia ormai un prodotto incompleto, forse addirittura da reiventare, da stravolgere e ricostruire per adattarla a esigenze nuove. Il primo risultato che ha avuto su di me questo spot è stato quello di prendermi una pausa di riflessione. Ho sempre accettato con piacere di mettere l’esperienza maturata nel settore del ciclo idrico per parlare del trattamento completo delle acque, quando qualcuno mi invitava. Ora francamente nutro più di un dubbio. Non è facile combattere ad armi pari con pubblicità suadenti e fondamentalmente fuorvianti.

 Nel film “Idiocracy”  viene dipinto uno scenario distopico del futuro dove, a causa della maggiore prolificità delle persone stupide, il livello di intelligenza medio raggiunge livelli talmente bassi da mettere a rischio la sopravvivenza del genere umano. L’ambientazione temporale è nell’anno 2505 e il pianeta terra soffre di carenza di cibo. I campi soffrono una grave siccità, ma non sono irrigati con acqua, ma con Brawndo il tronca-sete, una bevanda energetica che ha rimpiazzato l’acqua in tutti i suoi usi.

Il film è opera di fantasia ed ha una gradevole connotazione umoristica. La realtà che vedo invece, mi fa pensare che forse passo dopo passo non è così fuori luogo immaginare che il disprezzo, o per meglio dire la sottovalutazione dell’acqua, possa portare nella direzione immaginata dal film. Il referendum sull’acqua pubblica risale al 2011. Le speranze di quella stagione direi che sono ormai svanite, e vedo diverse derive impietose. Alle quali davvero faccio fatica ad immaginare come si possa fare argine. L’attualità ci sta sottoponendo ad uno stillicidio di notizie su una storia tipicamente italiana, quella della beffa (o truffa)  dei pandori griffati i cui proventi sarebbero dovuti servire per beneficienza. Scenario degno di essere narrato in una commedia all’italiana. Non ho intenzione di giudicare o peggio ancora infierire sui protagonisti di questa operazione. Ma francamente tutto questo mi lascia ogni giorno più amareggiato. Consapevole di non poter competere ad armi pari con la prossima showgirl che, in maniera ammiccante, potrebbe in futuro pubblicizzare un’acqua con decantate proprietà afrodisiache. Orwell immaginò la neolingua, i pubblicitari e gli imbottigliatori di acqua lavorano per imporre la neoacqua. La risposta forse arriverà da noi consumatori.

Forse.

2 pensieri su “Bottiglie forzute e pandori griffati.

  1. magari fosse solo per l’acqua! Da quasi 4 anni stiamo vivendo in una scena Orwelliana e il brutto è che la maggior parte degli umani non se ne accorge

  2. Forse vale la pena di ricordare al riguardo anche la “Ballata della moda” del compianto Luigi Tenco, che ormai tanti anni fa affrontava in musica questioni simili.

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